venerdì 12 novembre 2004

DIALOGO FRA RELIGIONI


“Repubblica – Palermo” 12.11.04

Augusto Cavadi


L’abbraccio tra islam e cristianesimo 

Venerdì 12 novembre: per molti una data come tante. Ma per centinaia di migliaia di cittadini italiani  - per  decine di migliaia di siciliani – coincide con una festa rilevante: la conclusione del Ramadan, periodo sacro di digiuno e preghiera. Per l’islamismo, qualcosa di paragonabile solo al nostro Natale o alla nostra Pasqua. Opportunamente, dunque, questo giorno è stato prescelto come Giornata nazionale per il dialogo cristiano - islamico: preziosa occasione per approfondire la reciproca conoscenza fra le due religioni e, conseguentemente, fra le diverse civiltà da esse influenzate – nel bene  e nel male - profondamente.

Già, perché si parte già col piede sbagliato se si ignorano questi due dati storici evidenti. Primo: l’islamismo non è identificabile con una civiltà (si è inculturato nella civiltà araba, ma anche in quella persiana, turca, indiana, palestinese, sudanese, egiziana, pakistana…) proprio come il cristianesimo, originatosi in ambiente ebraico, si è incarnato – modificandosi variamente – nella cultura greca, romana, franca, germanica, iberica, russa, sudamericana…Parlare di “scontro di civiltà”, a proposito di cristianesimo e islamismo, è  scorretto - prima che politicamente -  dal punto di vista storico.

Il secondo dato indiscutibile è che l’islamismo non è stato solo foriero di perversioni morali (spirito di intolleranza, aggressività verso gli infedeli, censure intellettuali, tendenze antifemministe, repressioni contro gli omosessuali) ma anche di elevazione culturale ed etica (studio scientifico della natura, solidarietà con i ceti più disagiati, contemplazione poetica, produzione artistica): esattamente come il cristianesimo è stato ispiratore di progressi civili ma anche di terribili oscurantismi. Non si può dunque affrontare il confronto con l’islamismo nel presupposto, più o meno tacito, che ‘noi’ illuminati ci degniamo di dialogare con ‘loro’, poveri barbari arretrati: gli uni e gli altri, infatti, abbiamo tanto meriti da  rivendicare quanto scheletri negli armadi. Sia all’interno delle diverse confessioni islamiche che all’interno delle diverse confessioni cristiane passa il confine davvero decisivo: fra fondamentalisti (integralisti e intolleranti) e spiriti autenticamente religiosi (dunque laicamente disposti all’autocritica, per quanto riguarda il passato, e aperti – nel presente - alla collaborazione con tutti gli uomini di retta volontà); fra chi  è prigioniero delle proprie tradizioni tribali e vuole usare il terrore per esportarle e chi, senza rinnegare una virgola del proprio patrimonio culturale, accetta come una conquista del progresso umano le regole del pluralismo e della democrazia.Che la questione della reciproca conoscenza fra cristiani ed islamici sia di particolare urgenza in Sicilia, dove cittadine come Mazara del Vallo sperimentano da decenni interessanti forme di integrazione solidale, è testimoniato da diverse iniziative di cui l’opinione pubblica non sempre è adeguatamente informata.Nel febbraio del 2004, ad esempio, la Facoltà teologica di Sicilia ha pubblicato con le Edizioni Paoline un testo (commissionato dalla Conferenza episcopale regionale) - Per un discernimento cristiano sull’Islam – che, pur con qualche reticenza di troppo, invita preti e laici credenti a moltiplicare, “in ogni diocesi, comunità e movimento”, le occasioni di formazione per “comprendere gli enunciati fondamentali dell’Islam”: sì da procurarsi “una conoscenza solida anche sotto il profilo linguistico, per un confronto delle tradizioni e dei principali testi di ogni confessione religiosa” - non solo cristiana ed islamica, ma anche ebraica – “nelle rispettive lingue originarie”.Amministratori illuminati, come il sindaco di Favara, hanno anche saputo dare concretezza a questa volontà di dialogo: dopo aver creato “Il giardino di Abid ” in onore del tunisino che si è sacrificato per salvare dei bagnanti siciliani (meritando la medaglia d’oro al valor civile), ha stipulato un gemellaggio con Menzel Temine, la città originaria del valoroso immigrato. Ha anche proposto, suscitando qualche polemica provinciale, la costruzione di un “Tempio della pace” aperto a chiunque voglia usarlo per incontri religiosi e celebrazioni spirituali. Nei prossimi giorni, infine,  si recherà in visita nel paese africano ‘gemello’ per realizzare i primi passaggi di un progetto di sviluppo finanziato dall’Unione europea. Sempre nei prossimi giorni (più esattamente: dal 14 al 17 novembre) il Ciss   - l’associazione palermitana che da decenni opera per la cooperazione internazionale fra i Sud del mondo – realizzerà la Prima rassegna di videodocumentari dedicati, in modo particolare, alla condizione dei rifugiati e degli immigrati in Sicilia.Proprio domani, infine,  nell’ambito di un convegno organizzato all’Hotel Costa Verde di Cefalù dalle cattolicissime ‘Comunità missionarie del Vangelo’, è previsto l’intervento di Khalid Chaouki, presidente dell’associazione italiana dei giovani musulmani. Gli è stato chiesto di parlare su “Islam e cristianesimo: un dialogo alla prova”, ma senza dimenticare di inquadrare la sua relazione all’interno del tema generale del convegno interreligioso, dal titolo sin troppo eloquente: E se Dio rifiuta la religione? Già, perché fra tante prospettive sulle religioni, sarebbe interessante tentare di riflettere  - almeno qualche volta –  dal punto di vista di Uno che ne sa qualcosa. Può darsi che, come si dice familiarmente, se ne vedrebbero delle belle. 

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