sabato 18 agosto 2007

IL TURISMO E LA CIVILTA’ DI UN POPOLO


“Repubblica – Palermo” 18.8.07
L’ILLEGALITA’ QUOTIDIANA CHE SVUOTA GLI HOTEL

Augusto Cavadi

C’è qualcosa di umoristico - ma ancor più di irritante – nel leggere in sequenza le notizie di cronaca cittadina in questo scorcio d’agosto. In prima pagina trovi l’allarme degli albergatori e degli altri imprenditori del turismo per il calo di visitatori sia dal resto del mondo sia, ancor più marcatamente, dalle altre regioni italiane; dalla seconda pagina in poi una serie di trafiletti che, apparentemente, trattano d’altro.

Un distributore di benzina affumicato dall’attentato mafioso della notte precedente; un cocchiere estorce con minacce 400 euro a delle turiste olandesi con cui ne aveva patteggiato 70; un tassista viene beccato dalla polizia in stato di evidente ubriachezza; un operatore culturale in visita per organizzare il prossimo Festival del Mediterraneo si chiede: “Come si può pensare di ricevere le delegazioni del Nord Africa e del Sud Europa in una città che lascia le popolazioni locali e straniere in condizioni di palese contrasto con la Carta dei diritti umani?”; un comitato di centinaia di cittadini chiede che il sindaco disponga, dopo anni di attesa, l’illuminazione di viale Venere; altri l’allacciamento della luce nelle case assegnate dal Comune; altri dichiarano di non poter aprire il portone di casa per la ressa di topi, scarafaggi e zecche; altri ancora segnalano il degrado del porticciolo turistico dell’Acquasanta, preda di sterpaglie e immondizie maleodoranti; un uomo viene scippato della borsa da due giovani in moto al Foro Italico; una signora ferma in auto al semaforo viene derubata dalla borsa giacente sul sedile accanto al suo da un giovane in moto; il primario di un pronto soccorso dichiara sconfortato che con otto posti-letto non si possono soddisfare le richieste dei pazienti; raccolta di rifiuti in tilt perché il 75% dei palermitani non è riuscita a permettersi nessuna vacanza fuori porta; mobili ed elettrodomestici accatastati agli angoli di strade, alcune delle quali centrali; un lettore protesta contro lo stato di abbandono del parco della Zisa, ormai sempre più simile “a un cimitero”; un consigliere comunale denunzia con un comunicato stampa che il giorno di ferragosto Palermo (a differenza delle altre metropoli italiane e della stessa sua tradizione) non offrirà alla gente neppure una occasione culturale o ricreativa rilevante … Per non allargare lo sguardo al di là della cinta cittadina - a cominciare dal caos all’aeroporto per l’assenza dei vigili urbani di Cinisi e dai roghi sulle colline verso Belmonte Mezzagno - perché così non si finirebbe davvero più.
Fatterelli e fattacci - giuro che si trovano sfogliando nello stesso giorno i quotidiani che hanno delle pagine dedicate a Palermo – che, isolatamente, possono trovarsi nelle pagine di cronaca di qualsiasi altra città europea, ma che, difficilmente, si trovano composti in un puzzle così eloquente. Che l’assessore regionale Dore Misuraca annunzi regolamenti e provvedimenti per incrementare la pubblicità turistica è senz’altro una buona notizia: ma se aggiunge che “l’ospitalità dei siciliani è molto apprezzata dai turisti, fa parte del nostro patrimonio, si tratta quindi di non disperderlo ma sostenerlo, divulgarlo e promuoverlo” o non sa cosa dice o vuole fare dell’amara ironia. Se la sentirebbe lui di portare in vacanza moglie e bambini in una città (e, tranne rare eccezioni, in una regione) che - non la stampa straniera in vena di polemiche scandalistiche, ma la stampa locale obbligata dal dovere di cronaca – rappresenta come uno spazio di illegalità sistemica, di strafottenza da parte degli amministratori, di miope incuria da parte degli abitanti? Molti di noi certamente no . Se abbiamo poco tempo e pochi soldi, preferiamo investirli in luoghi – dall’Umbria alla Valle d’Aosta, dalla Grecia al Portogallo - dove i redditi economici possono essere mediamente più alti o più bassi, ma dove si respiri il rispetto di sé. Un popolo che non ha il senso della propria dignità non può essere autenticamente ‘ospitale’ con nessun visitatore occasionale. Un architetto, Louis Kahn, ha scritto una volta: “Una città è un luogo dove un bambino, quando l’attraversa, può vedere qualcosa che gli dirà quello che egli desidererà poi fare per tutta la vita”. Palermo dev’essere pur essa una città perché, da molte generazioni, parla con chiarezza ai suoi bambini, di ogni ceto e rione. Purtroppo ha qualcosa da dire anche ai turisti.

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