giovedì 6 dicembre 2007

IL SINDACO E IL TRAFFICO


Repubblica – Palermo 6.12.2007
Augusto Cavadi

CHIUDERE IL CENTRO AL TRAFFICO: UNA SCOMMESSA PER IL SINDACO

E’ incredibile. Che una minoranza di cittadini possa decidere di procurarsi danni - e di imporre al resto della cittadinanza le conseguenze di questa voglia masochista - è incredibile. Quando una categoria di particolare rilievo economico per una città , non particolarmente esuberante dal punto di vista produttivo, avanza delle resistenze nei confronti dell’amministrazione pubblica, è comprensibile che si cerchi di capire le loro ragioni. Così molti di noi abbiamo cercato di ascoltare le motivazioni dei commercianti che, in questi giorni, si sono opposti alla chiusura di alcuni tratti del centro storico: ma, pur con la migliore predisposizione, non ne abbiamo trovato una sola che fosse convincente.

L’esperienza di tutte le città non solo europee, ma anche italiane, è ormai abbastanza prolungata per poter asserire che dal punto di vista biecamente mercantile le isole pedonali non abbattono le vendite (e i relativi guadagni) dei negozi. Certo, se si chiude solo qualche area di pochissimi chilometri quadrati e, per giunta, la si chiude per poche ore e saltuariamente, la gente non si adatta immediatamente alla situazione: ma se la chiusura riguarda una zona più ampia e, soprattutto, se è integrale e permanente, il quadro muta. La clientela impara a passeggiare serenamente, senza smog né rumori, nelle zone pedonali e, in questo clima di rilassatezza, non è certo meno proclive agli acquisti di quando deve attraversare vie intasate dal traffico e posteggiare abusivamente per pochi minuti col timore delle multe.
Come se ciò non bastasse, aree completamente vietate ai mezzi di trasporto inquinanti comportano un impressionante miglioramento della salute degli abitanti. E chi sono gli abitanti più esposti di un quartiere se non proprio i negozianti che vivono a livello della strada, spesso con le porte aperte? Quanti di loro contabilizzano, nel bilancio mensile, i malanni (faringiti, tracheiti, tosse, infiammazioni polmonari, irritazioni cutanee…) - con le relative assenze - cui espongono le proprie persone, i propri familiari, i propri dipendenti? E quanti di loro hanno idea dell’azione cancerogena - a medio e lungo termine - degli attuali livelli di inquinamento dovuto ai gas di scarico delle automobili, delle motociclette e degli autobus?
Catania, Messina, Siracusa, Trapani, Acireale, Marsala, Mazara del Vallo, Cefalù, Erice, Taormina sono centri siciliani dove - sia pure, in qualche caso, con eccessiva tolleranza per i trasgressori - delle più o meno ampie zone pedonali sono state già istituite: agenzie turistiche, pasticcerie, librerie, trattorie, commercianti hanno registrato un calo degli affari? Gli anziani, i bambini portati a passeggiare in carrozzella o in triciclo, le comitive dei turisti accompagnati in giro ne sono stati danneggiati?
L’attuale normativa dà al sindaco almeno due motivi in più, rispetto al passato, per imporre ciò che in coscienza ritiene opportuno per la qualità della vita della maggioranza o, come in questo caso, della totalità dei cittadini: è più forte rispetto alla variazione delle maggioranze nel Consiglio comunale e non può essere rieletto per la terza volta consecutiva. Almeno in questo caso, Cammarata darà - per altro in linea con i suggerimenti degli esperti della viabilità da lui stesso nominati - una prova della sua esistenza? Sarà disposto ad andare oltre i risultati ballerini dei sondaggi d’opinione per assumersi la responsabilità di una decisione politica e prepararsi a lasciare la città, come dovrebbe desiderare qualsiasi amministratore, un po’ migliore di come l’ha trovata?

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