domenica 15 marzo 2009

INSULARITA’ E PSICOLOGIA


Repubblica - Palermo 15.3.09

IL MARE DI LO VERSO CHE ESPLORA LA MENTE

Palermo partorisce, insieme a tante cose che meriterebbero di essere dimenticate, anche cose che meriterebbero d’essere conosciute. Di solito, però, avviene esattamente l’opposto e cosÏ la nostra città deve la sua fama ad una serie di dati per cui sarebbe preferibile l’anonimato.
Un libro recente - in cui l’autore racconta due passioni centrali della sua vita: il mare e la psicoterapia - offre il destro per far conoscere ad un pubblico ampio un orientamento analitico che da anni è ormai entrato nella storia della psicologia contemporanea. Girolamo Lo Verso, infatti, in Dentro il mare il mare dentro (Magenes, Milano 2008) mette in relazione il suo appassionato radicamento in un’isola mediterranea con la pratica del modello “gruppoanalitico soggettuale” che non per caso ha visto la luce proprio in Sicilia. Ma vediamo di capire meglio l’intreccio.

L’autore è un amante del mare, del nuoto subacqueo, della pesca. Per decenni lo attraversa, lo scandaglia, ne immagazzina le immagini nella memoria, gli odori nelle narici, la salsedine nella pelle: da Omero a Stefano d’Arrigo, decine di poeti gli prestano binocoli per leggerlo in profondità. Trascinato da una tradizione plurimillenaria, egli prova a raccontare personaggi incontrati, angoli scoperti, avventure vissute in una sorta di unica, estesa dichiarazione d’amore. Come scrive nell’efficace prefazione Paolo Orsina, l’esperienza della navigazione è “mare sopra e mare sotto. Sopra, in barca, non campi, le pentole corrono, i bicchieri si rovesciano; sotto stai fermo, tranquillo. Sopra, pesi tutti i tuoi chili; sotto, sei una piuma che volteggia, a tuo piacere. Girolamo Lo Verso ‘va sotto’. E, con questo libro, ‘dentro’ “. Ma andare - o, per lo meno , tentare di andare - sotto la superficie dei nostri sentimenti, per scavare dentro le pieghe del nostro animo, non è uno degli intenti della psicologia (in generale) e delle psicoterapie (in particolare)? La metafora freudiana dell’analista “archeologo che condivide la discesa agli inferi” puÚ essere agevolmente interscambiata, dunque, con l’immagine del “navigatore dei tempi antichi”, o del moderno istruttore di subacquei che accompagna i clienti nell’ardua immersione verso le profondità marine.
Ma c’è di più. Lo Verso è il caposcuola siciliano di quel particolare modello d’interpretazione del soggetto - e di conseguente pratica terapeutica - noto come “gruppo-analisi”. Detto in parole semplici, egli condivide l’idea che nella formazione della personalità individuale intervenga un coacervo di fattori biologici, sociologici, storici, culturali: e che questo fascio di condizionamenti sia “attraversato dalla relazionalità“. Che, insomma, nessuno Ë quello che è se non in quanto, dal primo momento del concepimento, in relazione con una certa società e, in essa, con una certa famiglia. Ognuno di noi, si potrebbe sintetizzare, è un piccolo “mediterraneo”: un ‘mare di mezzo’ dove si incrociano, non senza conflitti, istanze diverse e talora opposte.
Da qui l’idea di agire terapeuticamente in chiave sociale: sia nel senso di mirare a liberare il soggetto sofferente da vincoli familiari irrisolti sia nel senso di perseguire questo obiettivo in un assetto di gruppo. In questo assetto gruppale le metafore marinaresche si fanno ancora più articolate: “come l’antico esploratore, il terapeuta non possiede mappe dettagliate che gli dicano, prima di andarlo a scoprire, come è fatto quello specifico territorio, ma possiede un setting, una formazione, un metodo, dei quadri di riferimento teorici, le conoscenze generali sull’uomo. Ha conoscenza della psicopatologia e degli strumenti di viaggio, un’adeguata esperienza fatta nel proprio percorso (analisi personale, supervisioni, studio scientifico, esperienza del lavoro e del vivere) che gli consente di progettare la navigazione e di fare via via il punto”.
Chi ha familiarità con l’acqua, con le nostre coste suggestive, con i nostri fondali fiabeschi sarà senz’altro facilitato nell’intuire il “confronto metaforico tra il Mediterraneo ‘ponte tra culture’ e la Gruppoanalisi ‘ponte per la psiche”: gli altri, i figli della terra, eredi di tradizioni montanare o contadine, troveranno un supporto compensativo sfogliando le luminose, coloritissime tavole disegnate da Maurilio Catalano.

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