lunedì 14 dicembre 2009

Una doppia recensione (molto generosa) di Gino Adamo


Ricevo - e volentieri rendo pubblico - questo messaggio, sin troppo generoso, di un amico che è stato sempre un acuto lettore:

Caro Augusto,

mi rallegro vivamente per il successo che stanno raccogliendo i tuoi ultimi libri, “La Mafia spiegata ai turisti” e “Il Dio dei Mafiosi”, opere che era tempo che qualcuno si decidesse a scrivere, per chiarire le idee a molti visitatori che del fenomeno mafioso mostrano di possedere idee assai approssimative e confuse, e che, in parecchi casi (si è visto anche questo) sono sollecitati a compiere il viaggio in Sicilia da dépliant pubblicitari (a cura di spregiudicati tour operator) che, nel promuovere un certo turismo di massa nell’Isola, fanno scoperto assegnamento su quanto di truce, di colorito e di banalmente grottesco emerge dalle cronache giornalistiche, che, soprattutto all’estero(specialmente Germania e paesi scandinavi), risultano le meno adatte ad offrire un quadro vagamente attendibile di questo nostro tumore criminale. Ecco quindi che libri come il tuo aiutano a capire: con serietà e levità! aggiungerei, con un lampo di sorriso intelligente, penetrando tratti di un sistema di potere criminale che, di per sé, di attraente non avrebbe proprio nulla. Anzi. E che, tuttavia, costituisce una realtà che non va né celata né attenuata, ma resa digeribile e assimilabile da tanta gente, la quale difficilmente - lo sappiamo - si sobbarcherebbe alla lettura di saggi ponderosi sul tema.

L’altra opera - inerente al presunto spirito mistico di tanti volgari assassini - mi sembra non meno importante della prima, per illuminare desueti aspetti di Cosa Nostra, che anche molti italiani stentano tuttora a capire, e sui quali, ancora una volta, grazie all’incisiva chiarezza e ironica bonomia, che sono doni che ti appartengono, riesci a gettare ampi sprazzi di luce che illuminano una sconcertante “fede mafiosa”, fin dall’interno di ataviche spelonche psichiche (culturali e familiari): una credenza chiaramente vuota di contenuti cristiani, un altare blasfemo, che farebbe inorridire anche il più irriducibile agnostico. Eppure i pretesi “uomini d’onore” credono di poter incredibilmente conciliare una fede bimillenaria con il loro orrido, disgustoso mestiere di spietati assassini.

Questo impadronirsi di Cristo da parte di individui spregevoli che non conoscono pietà neanche verso innocenti (come il povero bambino strangolato e disciolto nell’acido) non può non richiamare alla memoria l’inferno del sistema concentrazionario dei Lager, dove donne e bambini all’arrivo nei campi di sterminio veniva subito avviati alle camere a gas e i corpi distrutti nei forni crematori. Anche nel Terzo Reich, agli antipodi di ogni credenza religiosa, pure, come sappiamo, si faceva largo uso del nome di Dio. E’ appena il caso di ricordare la frase stampigliata a fuovo sui cinturoni militari delle SS: “Gott mit uns”.
Per concludere.
Due libri belli e utilissimi, che vedrei molto volentieri adottati nelle scuole: ma sarà possibile, nello sfacelo di questa istituzione, riuscirci? Per amore verso l’attuale generazione, incrocio le dita perché l’auspicio si avveri.
Infine - sempre in tema di auspici - mi è adesso grato esprimere, a tua moglie e a te, i migliori auguri di trascorrere una serena festività natalizia, al contempo anticipandovi i più fervidi voti per il Nuovo Anno.

E che (!) Dio ce la mandi buona!
Un abbraccio,
Gino Adamo

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