lunedì 24 gennaio 2011

Ridere di Dio e, soprattutto, degli uomini religiosi


“Repubblica – Palermo”
23.5.2010

S. Velluto
Perché non possiamo fare a meno di ridere
Di Girolamo
pagine 122
euro 9,90

“A vent’anni, invece di dedicarmi alla lotta armata o all’uso di stupefacenti, partivo con altri fanatici alla volta della Sicilia per fondarvi una ‘comune protestante’. La scelta della Sicilia era un chiaro rimando alla Questione Meridionale che ancora infarciva il linguaggio politico. E così noi, che non avevamo fatto il Sessantotto perché troppo giovani e non avremmo fatto gli yuppies perché troppo sfigati, iniziammo una faticosa esperienza di vita comunitaria. Abitavamo in otto in una casa che avrebbe contenuto al massimo tre persone. Non erano più i tempi della militanza politica né ancora quelli del fanatismo religioso, ma nel nostro modo di comportarci si scorgevano aspetti dell’una e dell’altro”. Così Sergio Velluto si presenta in Perché non possiamo fare a meno di ridere…e meno che mai della religione, una conversazione, intessuta di citazioni dotte e storielle divertenti, su Dio. Non ironizza solo su religioni diverse dalla sua (induismo, buddismo, ebraismo ed islamismo) ma anche sul cristianesimo: “Per i protestanti valdesi nessun uomo può assolvere dai peccati. Ciò responsabilizza il comportamento del credente generando solitamente degli enormi sensi di colpa. Così per un valdese è molto più difficile che per un cattolico comportarsi male, mentre gli risulta molto più facile ricorrere alle cure di uno psicanalista”.

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