mercoledì 19 novembre 2014

IL SISTEMA DELLE TRUFFE IN ITALIA


“Centonove”
7.11.2014

L’ESERCITO DELLA TRUFFA

         Non è vero che l’Italia sia fanalino di coda in Europa da ogni punto di vista: quanto a numero ed entità di truffe ai danni delle risorse europee primeggiamo. Né è vero che la Sicilia sia fanalino di coda in Italia da ogni punto di vista: quanto a numero ed entità di truffe ai danni delle risorse europee primeggiamo. Come spiegano Francesco Appari e Giacomo Di Girolamo in un libro immeritatamente trascurato (L’esercito della truffa. La Sicilia delle cricche e dei furbetti, Round Robin, Roma 2013, pp. 133, euro 12,00), “la Sicilia è la regione che ha beneficato in assoluto della quota maggiore di fondi nel periodo 2000 – 2006, ben 17 miliardi, addirittura cinque volte superiore al totale assegnato al Centro-Nord (3 miliardi e mezzo)”. Dovremmo essere un paradiso terrestre, ma non lo siamo: infatti “su 2.177 progetti finanziati ne sono stati conclusi   - al 30 giugno del 2011 – 186, con una percentuale (8,6 %) pari alla metà della media delle regioni del Mezzogiorno (16 %)”.
      Ovviamente le truffe ai danni dell’Unione Europea non sono le sole consumate dai nostri specialisti locali. Gli autori della ricerca giornalistica hanno l’imbarazzo di elencare in maniera completa le tipologie: corsi di formazione a misura dei…formatori, contact center fantasma, agenzie di scommesse capaci di alterare i dati da comunicare ai Monopoli di Stato, compagnie turistiche che acquistano uno yacht extra-lusso con i finanziamenti ottenuti per l’acquisto di ventiquattro imbarcazioni; cooperative attivissime solo sulla…carta; compagnie di assicurazioni con “finte vittime, finti incidenti, soldi veri”; “falsi promotori finanziari”; morti che risultano abbastanza vivi da riscuotere pensioni e altri emolumenti assistenziali; and so on.
      Se nel libro non ci sono dati cronologicamente più recenti è perché ”la truffa è un sistema così congegnato e perfetto, ormai, che si viene a scoprire dopo, molto dopo, quando il danno è stato fatto. Le Procure indagano in Sicilia sui fatti di cinque, sei anni prima”.  La diagnosi è chiara, molto meno evidente la strategia terapeutica: ma “già dare strumenti più efficienti agli investigatori, investire nella formazione del personale, accelerare i tempi dei processi” potrebbero costituire dei passi in avanti concreti. E, magari, a monte, insinuare fra la gente il dubbio che il denaro non dia la serenità a cui tutti aspiriamo. Soprattutto quando è sottratto all’uso comune.

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

1 commento:

Bruno Vergani ha detto...

Oltre al danno sociale quello personale: non sanno cosa si perdono nel precludersi la soddisfazione derivante da un lavoro ben fatto.