venerdì 30 dicembre 2016

PROGRAMMAZIONE MESE DI GENNAIO 2017 PRESSO CASA DELL'EQUITA' E DELLA BELLEZZA


Calendario appuntamenti
presso la “Casa dell’equità e della bellezza”
di via Nicolò Garzilli 43/a – Palermo


DOMENICA 8 GENNAIO
Dalle 11 alle 16 “Domenica di chi non ha chiesa”:
incontro col filosofo Paolo Cervari (Milano)
Ingresso libero

LUNEDI’ 9 GENNAIO
Dalle 21,15 alle 23 “Noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne”
Sessione di auto-consapevolezza maschile
Ingresso libero

MERCOLEDI’ 11 GENNAIO
Dalle 18,30 alle 20 “Centro di ricerca esperienziale teologica laica”
Seminario su “Linee essenziali dell’induismo” (Andrea Cozzo)
Ingresso su iscrizione (euro 7,50; per gli iscritti al “Centro di ricerca” gratis)  ()


SABATO 28 – DOMENICA 29 GENNAIO
Dalle 9 alle 17 “Arvis” e “Abaca onlus”
Workshop esperienziale di foto-terapia con Judy Weiser (Canada)
Ingresso su iscrizione (euro 180,00 per l’intero seminario)

(⌘) CENTRO DI RICERCA ESPERIENZIALE TEOLOGICA LAICA

  Il 1 gennaio 2017 si costituisce a Palermo (presso la “Casa dell’equità e della bellezza” in v. Nicolò Garzilli 43 /a, all’angolo con via Enrico Parisi) il “Centro di ricerca esperienziale teologica laica”.
   E’ un luogo aperto a tutte le persone che, a prescindere dall’eventuale appartenenza a una comunità confessionale (ebraica, cristiana, islamica o altro) e dalle convinzioni in campo religioso (eventualmente agnostiche o atee) desiderino contribuire a una ricerca collettiva sul divino , sia a livello teorico di indagine teologica sia a livello  di sperimentazione pratica.
   In concreto il Centro prevede di offrire:

a)   Seminari settimanali sulle ricerche teologiche contemporanee
b)   Week-end di spiritualità laica
c)    Giornate comunitarie (“Le domeniche di chi non ha chiesa”)
d)   Conferenze di esperti ospiti
e)   Presentazione di libri
f)     Cenette teologiche per non…teologi
g)   Ritiri di meditazione e proposte di nuove forme di preghiera liturgica


Un Consiglio scientifico (estensibile per cooptazione su auto-candidatura di volontari) ha il compito sia di progettare iniziative sia di vagliare le proposte che potranno provenire dai simpatizzanti.

Il Centro si basa sui contributi finanziari dei sostenitori.
La quota minima per diventare sostenitore è di euro 10,00 al mese.
La lista dei sostenitori in regola con i versamenti sarà resa pubblica ai frequentatori del Centro di ricerca.

Il Centro di ricerca non ha in quanto tale scopo di lucro e i sostenitori avranno ingresso libero a tutte le iniziative.
In alcuni casi, per auto-finanziarsi, il Centro di ricerca  potrà prevedere modesti contributi di partecipazione per i non-sostenitori.

martedì 27 dicembre 2016

PERCHE' LEGGIAMO COSI' POCO ?


“Repubblica – Palermo”
27.12.2016


PERCHE’ SI LEGGE COSI’ POCO ?

Secondo le statistiche la Sicilia (con l’eccezione positiva di Ragusa) è una delle regioni italiane in cui si legge di meno. Si possono avanzare tutte le obiezioni e le perplessità del caso (per esempio che un ridotto numero di librerie potrebbe essere compensato da acquisti di libri on line, sia cartacei che in formato elettronico), ma basta un po’ di esperienza per confermare la triste verità: nella nostra isola la lettura (di romanzi, di saggi, di rotocalchi e di quotidiani) è una pratica elitaria.

Il fattore socio-economico
Se si trattasse di un elitarismo su basi socio-economiche sarebbe tutto sommato agevole da decifrare: se ho pochi soldi, privilegio le necessità primarie. La mia impressione  - fondata su un’esperienza ormai pluridecennale nel mondo della scuola e della produzione editoriale – è che il quadro sia più complesso. Innanzitutto l’allergia agli oggetti-libro è un fenomeno interclassista: riguarda l’avvocato brillante come il pescivendolo del mercato rionale (e, di contro, può benissimo capitare che la figlia di modesti artigiani acquisti più libri della sua insegnante di liceo). La spiegazione meramente economicista non funziona, dunque, neppure in questo caso.

Il peso della pubblicità
  Bisogna integrarla con considerazioni di altro genere: che cosa induce il borghese benestante o il proletario di periferia a regalarsi, e a regalare, per esempio in queste feste natalizie, un apparecchio tecnologico anche costoso anziché un libro di minor prezzo? Certamente un qualche peso lo gioca il sistema della pubblicità massmediale. Contro ogni dieci ore di promozione commerciale di cellulari, tablet, play station e videogiochi si può contare un minuto di pubblicità di libri; così si vendono più oggetti elettronici che oggetti stampati e, a loro volta, i minori ricavi dell’industria libraria comportano un’ulteriore riduzione delle spese di propaganda. In un cerchio che s’avvita tragicamente su sé stesso verso un buco nero di proporzioni crescenti.
    Ma neppure i circuiti pubblicitari possono spiegare adeguatamente la situazione. Infatti arancine, sfincioni, panini con le panelle, pasta a forno e torte a sette veli sono ancor meno pubblicizzate dei libri di Umberto Eco: eppure il settore dello street food risente assai poco delle variazioni finanziarie.

Il condizionamento negativo della scuola
 Va dunque tenuto nel debito conto anche un terzo, decisivo fattore che – per comodità di comunicazione – si potrebbe definire pedagogico. Benestanti e fasce sociali deboli, divoratori di panini con milza e sobri vegetariani, sudditi dei diktat di moda e disertori degli ambienti potenzialmente bombardati dalla pubblicità  - tutti i cittadini insomma – passiamo dalle strutture scolastiche: ed è lì che, invece di maturare il gusto della lettura, troppo spesso se ne impara la disaffezione. Troppi insegnanti, ancora, e troppi genitori, presentano il libro  - e più in generale l’istruzione – come un dovere, non come un diritto; come un peso gravoso cui sottoporsi in vista di altro (la promozione, il diploma, l’inserimento nel mondo del lavoro…) e non come un piacere gratificante. “Se continui a disturbare ti assegno un capitolo in più per domani !” è ancora una minaccia che si aggira per le aule scolastiche; molto più raramente si ode, come si dovrebbe, la promessa: “Se sarai promosso, in estate avrai il privilegio invidiabile di leggere dei romanzi di avventura di cui tu solo potrai raccontare la trama al ritorno in classe in autunno”. Ovviamente ogni modifica  della tattica pedagogica funzionerebbe – come già funziona spontaneamente – solo nei casi di professori e di genitori che testimoniano, in silenzio, il proprio amore per la lettura. “Perché papà a un certo punto spegne la radio e si ritira in soggiorno a leggere un po’ per conto suo nella poltrona? Perché mamma, ogni tanto, la sera non accende il televisore e preferisce leggermi a voce alta alcune poesie che l’hanno toccata particolarmente? Perché il mio insegnante di educazione fisica, quando ha un’ora libera, dedica cinque minuti alle chiacchiere con i colleghi davanti alla macchinetta del caffè e poi si rifugia in biblioteca a sfogliare un libro di viaggi intorno al mondo? Perché la professoressa di italiano ha invitato a scuola l’autore di un romanzo che le è piaciuto e chi di noi voleva poteva acquistarlo, leggerlo in anticipo e poi conversare con lui in carne e ossa?”. Il giorno in cui più ragazzi dovessero trovarsi nella condizione di porsi queste domande si assisterebbe a una vera e propria svolta culturale. Una popolazione più propensa a leggere sarebbe in grado di alzare non solo il fatturato di librai e editori, ma – ciò che più importa – il livello civico e etico di una società. Forse questo potrebbe persino disturbare i manovratori dell’opinione pubblica che, anche in questa fase storica come solitamente nel passato, continuano ad ammannire slogan e a risparmiare argomenti logici: ma ciò sarebbe un motivo in più, non certo in meno, per regalarsi un libro almeno tre o quattro volte l’anno.

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

martedì 20 dicembre 2016

LA PAROLA E SOPRATTUTTO LA PRASSI DELLA NONVIOLENZA


Al Comitato Scientifico dell’Istituto della Enciclopedia Italiana
Al Comitato Scientifico dell’Accademia della Crusca

La parola nonviolenza

Consultando il sito dell’Enciclopedia Treccani, ci siamo accorti dell’assenza della parola nonviolenza nel vostro dizionario enciclopedico e nel vostro vocabolario della lingua italiana. Una ricerca più approfondita consente di trovare una breve voce nella sezione dell’enciclopedia on line: http://www.treccani.it/enciclopedia/non-violenza/ nella dizione errata, cioè separando i termini non e violenza.

Purtroppo, a seguito di questo ci siamo anche resi conto che la parola, oltretutto scritta sempre nell’ormai superata lezione non violenza, è assente o merita una minuscola citazione anche in altre meritorie opere enciclopediche in italiano; eccezioni fanno, a nostra conoscenza, il Dizionario di Politica di Norberto Bobbio, Nicola Matteucci e Gianfranco Pasquino. UTET, Torino, 1976,  l’enciclopedia auto-costruita Wikipedia, dove, pur con alcuni errori, si può leggere una voce importante (https://it.wikipedia.org/wiki/Nonviolenza) e nell’Enciclopedia Umanista (http://it.humanipedia.org/index.php/Nonviolenza) enciclopedia promossa da chi esplicitamente si riferisce alla nonviolenza.

Vorremmo sottolineare che nella letteratura odierna, nel linguaggio giornalistico e nei contesti politici e sociali che si rifanno agli ideali nonviolenti è invalso l’uso della parola scritta tutta unita.  Questo fatto sottolinea il carattere positivo e propositivo della nonviolenza; non si tratta infatti del semplice rifiuto della violenza ma anche della ricerca di una nuova soluzione sia tramite una metodologia d’azione che uno stile di vita. Questa proposta è rintracciabile in generale nella letteratura italiana e, da tempo, nella letteratura del Movimento Nonviolento e in particolare negli scritti del suo fondatore, Aldo Capitini, docente di pedagogia all'Università di Cagliari e Perugia, che scrisse: “In questi ultimi tempi si è cominciato a scrivere nonviolenza in una sola parola, sicché si è attenuato il significato negativo che c'era nello scrivere non staccato da violenza, per cui qualcuno poteva domandare : ‘va bene, togliamo la violenza, ma non c'è altro?’ Se si scrive in una sola parola, si prepara l'interpretazione della nonviolenza come di qualche cosa di organico, e dunque, come vedremo, di positivo ( A. Capitini,  Le Tecniche della Nonviolenza, Milano, Feltrinelli, 1967, p. 9).
La diffusione del termine nonviolenza si è imposta per distinguere una teoria e una prassi che, pur avendo addentellati con il  pacifismo, se ne distingue rimarcando una differenza sostanziale: la nonviolenza non è il semplice rifiuto della guerra, ma è una pace positiva, costruttiva.

Ci pare che la proposta di cui ci facciamo portatori vada oltre la pur necessaria esigenza di aggiornamento linguistico. In particolare in questo momento storico concitato e preoccupante, crediamo che il ruolo della cultura e delle istituzioni che la sostengono sia  infatti quello di promuovere con forza nuove soluzioni che partano appunto dal rifiuto di ogni forma di violenza (fisica, economica, razziale, discriminatoria, psicologica, sessuale) per costruire nuovi paradigmi etici. In questo la corretta definizione di una parola, il suo sviluppo culturale e la sua diffusione in tutti gli ambiti con particolare attenzione a quello educativo, ci  sembrano della massima importanza.

L'affermazione dell’uso di tale parola nella Lingua Italiana è comprovata da numerosi fatti tra i quali segnaliamo:
  • La pubblicazione ininterrotta dal 1964 della rivista “Azione Nonviolenta” e di una moltitudine di volumi, pubblicati in lingua italiana, in cui il termine nonviolenza e i suoi derivati compaiono sia nel titolo sia nel corpo dei testi.
  • L’uso della parola (accettato e inserito dopo lunga discussione parlamentare) nel testo di legge sull'obiezione di coscienza, Legge 8 luglio 1998 n. 230: "Nuove norme in materia di obiezione di coscienza" (Guri n. 163 del 15 luglio 1998) che all'art. 8 comma asserisce: e) predisporre, d'intesa con il Dipartimento per il coordinamento della protezione civile, forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta.
  • Infine il fatto che la parola è stata recepita nella dizione  di un insegnamento ufficiale di un Ateneo italiano: Teoria e prassi della nonviolenza, tenuto presso il Corso di Laurea di Scienze per la Pace dell’Università di Pisa, attivo dall'anno accademico 2002/03 al 2013/14.

I sottoscritti, studiosi e praticanti di questa idea, sentimento e forma d’azione, pur di diversa formazione religiosa e politica, convergono nel chiedere alla Vostra Prestigiosa Istituzione uno sforzo di aggiornamento e si offrono come estensori e revisori, in forma assolutamente gratuita, di nuove versioni dei lemmi corrispondenti; propongono inoltre, in collaborazione con le principali istituzioni impegnate nella diffusione della lingua italiana, che l’Istituto perori opportune iniziative scientifiche nel senso della promozione della parola nonviolenza e della sua corrispondente diffusione.

Un cordiale saluto


Anna Alonzo
Assistente Sociale Missionaria, Palermo, Consigliera Nazionale del MIR, Movimento Internazionale della Riconciliazione

Rocco Altieri
direttore dei Quaderni Satyagraha, già docente di Teoria e prassi della nonviolenza nel corso di laurea in Scienze per la Pace dell'Università di Pisa

Angelo Baracca
Saggista antinucleare, già professore di Fisica presso l'Università di Firenze

Elena Bernasconi-Tabellini
Docente di Comunicazione Nonviolenta certificata dal Centro Internazionale di Comunicazione Nonviolenta (CNV)

Fra' Paolo (Marino Boldrini)
Frati Minori Rinnovati, Missionario in Tanzania, Coordinatore Commissione Giustizia e Pace Diocesi di Iringa

Francesca Borgia
Artista, Messina

Giorgio Buggiani
Educatore, Punto Pace Pax Christi, Catania

Alberto Cacopardo
docente di Antropologia all'Università di Firenze

Gabriella Maria Calderaro
studiosa del pensiero nonviolento, autrice del libro Sarvodaya: un'economia a servizio di tutti. Responsabile delle relazioni internazionali e coordinatrice del progetto UNESCO per il Centro Internazionale Mahatma Gandhi di Monteleone di Puglia (FG)

Elena Camino
Centro Sereno Regis, presidente del Gruppo ASSEFA Torino

Augusto Cavadi
Presidente della Scuola di formazione etico-politica “G. Falcone” di Palermo

Patrizia Cellini
Bibliotecaria presso la BibliotecaNova  di Firenze

Cristiano Chiesa-Bini
Ideatore del Premio Nazionale della Nonviolenza

Annabella Coiro
Centro di Nonviolenza Attiva e promotore del Tavolo cittadino di Educazione alla Nonviolenza di Milano

Vito Correddu
Presidente del Centro di Studi Umanisti "Salvatore Puledda"

Marinella Correggia
Ecoattivista e pacifista

Andrea Cozzo
Docente universitario, Università di Palermo, autore di libri e articoli scientifici sulla nonviolenza nel mondo odierno e nel mondo antico

Paolo D’Arpini
Coordinatore della Rete Bioregionale Italiana e del Comitato Per la Spiritualità Laica

Maria D'Asaro
Insegnante, Blogger, Collaboratrice del settimanale "Centonove" e del giornale telematico "Nonviolenza in cammino"

Franco Dinelli
Coordinatore Area Centro Italia Pax Christi, membro di 'International Board' di Pax Christi International

Angela Dogliotti Marasso
presidente del Centro Studi Sereno Regis di Torino

Aristide Donadio
Psicosociologo, membro redazione “Quaderni Satyagraha”, membro comitato tecnico “Centro Peter Benenson” Amnesty International-Sicilia; membro direttivo Campano Associazione Antigone e Osservatorio Campano sulle istituzioni totali; docente di Scienze Umane nei licei statali

Davide Facheris
Formatore di Comunicazione Nonviolenta di Marshall Rosenberg

Maria Pia Favaretto
Docente Università IUSVE (Istituto Universitario Salesiano di Venezia)

Gabriella Falcicchio
Amica e studiosa della nonviolenza, Università degli Studi di Bari "Aldo Moro", Movimento Nonviolento

Stefania Galardi
Equipe di coordinamento Mondiale de La Comunità per lo Sviluppo Umano

Maria Giovanna Farina
Filosofa e scrittrice

Gloria Germani
Ecofilosofa e scrittrice

Francuccio Gesualdi
Coordinatore Centro Nuovo Modello di Sviluppo

Giampiero Girardi
Direttore dell'Ufficio Servizio civile della Provincia autonoma di Trento

Carlo Gubitosa
Scrittore e saggista, fondatore delle edizioni no-profit "Altrinformazione", ex portavoce dell'associazione PeaceLink e già membro del settore nazionale "Pace-Nonviolenza-Solidarieta'" dell'Agesci

Renato Kizito Sesana
Missionario comboniano e fondatore delle comunità Koinonia in Kenya, Sudan e Zambia

Alberto L’Abate
Già docente di Sociologia per la Pace e Metodologia di Ricerca per la Pace all'Università di Firenze, e docente di Metodologia della Ricerca per la Pace per l'Università internazionale, on line, Transcend, per la teoria e la pratica della pace

Diego Ettore Liberati
Research Director, Science & Technology Foresight, National Research Council of Italy

Antonio Lombardi
Pedagogista e mediatore dei conflitti, autore di articoli e monografie sulla nonviolenza e la difesa popolare nonviolenta

Dario Lo Scalzo
Giornalista, scrittore e videomaker. Attualmente fa parte della redazione italiana di Pressenza

Romano Màdera
Professore ordinario di Filosofia morale e di pratiche filosofiche, Università degli Studi di Milano Bicocca
Maria Antonietta Malleo
Storica dell’arte, rappresentante dell’International Fellowship of Reconciliation all’UNESCO

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink

Giuliana Mastropasqua
Educatrice Istituto Penale Minorenni di Catania, Consigliera Nazionale Pax Christi

Antonio Mazzeo
Giornalista antimilitarista e peace researcher

Giuliana Mieli
Psicoterapeuta

Rosanna Miccoli
Presidente dell'Associazione Claudio Miccoli per la diffusione di una cultura nonviolenta e ambientalista
Barbara Musso
Avvocato negoziatore e mediatore

Riccardo Petrella
Professore emerito dell'Università Cattolica di Lovanio, dal 1978 al 1994 direttore del programma FAST (Forecasting and Asssessment in Science and Technology) presso la Commissione Europea

Enrico Peyretti
Saggista, collaboratore del Centro Studi Sereno Regis, Torino

Vincenzo Pezzino
Medico, Università di Catania, Punto Pace Pax Christi Catania

Martina Pignatti Morano
Presidente dell'associazione Un ponte per..., referente del Tavolo Interventi Civili di Pace e membro del Comitato di monitoraggio e valutazione della Sperimentazione dei Corpi Civili di Pace, presso il Dipartimento della Gioventù e Servizio Civile

Massimo Pittella
Consulente e formatore indipendente in Comunicazione Nonviolenta secondo l'approccio di M. Rosenberg e facilitatore del dialogo bohmiano

Giuliano Pontara
Docente emerito, Stockholm University, Svezia

Pasquale Pugliese
Segretario nazionale del Movimento Nonviolento e redattore della rivista "Azione nonviolenta"

Raffaello Saffioti
Socio del Centro Gandhi e già docente di Scienze Umane negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado

Vincenzo Sanfilippo
Sociologo, Comunità dell'Arca di Lanza del Vasto, membro della redazione della rivista   ''Quaderni Satyagraha'', curatore e autori di diversi saggi sul tema “Nonviolenza e mafia per il superamento del sistema mafioso”

Giovanni Sarubbi
Direttore Il Dialogo

Cosimo Scordato
Docente di Teologia sacramentaria e di Ecclesiologia alla Facoltà Teologica di Sicilia

Peppe Sini
Direttore del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo

Gaetano (Tati) Sgarlata
Psichiatra, Siracusa, Animatore del Gruppo di Animazione missionaria Ad gentes

Gianni Sorte
Formatore indipendente in Comunicazione Nonviolenta secondo l'approccio di M. Rosenberg

Roberto Tecchio
Fondatore e membro del comitato scientifico del Centro Studi Difesa Civile, Focusing trainer certificato da The International Focusing Insitute ed esperto di metodologia del consenso e gestione nonviolenta dei conflitti

Olivier Turquet
Centro di Studi Umanisti “Ti con Zero”, direttore editoriale di Multimage, coordinatore di Pressenza, agenzia stampa per la pace e la nonviolenza

Laura Tussi
Giornalista e scrittrice

Mao (Massimo) Valpiana
Direttore di Azione nonviolenta e Presidente del Movimento Nonviolento

Tiziana Volta Cormio
Equipe Coordinamento Mondiale di Mondo senza Guerre e senza Violenza

Alex Zanotelli
Missionario comboniano

sabato 17 dicembre 2016

LA PRESENTAZIONE DI "TENEREZZA" SECONDO MARIA D'ASARO

Nel suo ricchissimo blog (maridasolcare.blogspot.it) la tenerissima Maria D'Asaro ha sintetizzato i tre interventi introduttivi della serata di giovedì scorso in cui, presso la "Casa dell'equità e della bellezza", abbiamo presentato il mio libretto "Tenerezza. Hanna Wolff e la rivoluzione (incompresa) di Gesù di Nazareth", Diogene Multimedia, Bologna 2016, euro 5,00). Le note di Maria sono sintetiche, essenziali: difficilmente sarebbe stato possibile essere  più fedeli alla lettera (e soprattutto al clima) di questa bella serata.

Ecco il report di Maria D'Asaro:


Gesù, che tenerezza di Uomo ...



Ieri 15 dicembre, a Palermo, in via Garzilli 43/A, nella Casa dell’equità e la bellezza - spazio polivalente che attualmente ospita lo Studio di consulenza filosofica di Augusto Cavadi, la Scuola di Formazione etico-politica “Giovanni Falcone” e il CESMI (Centro studi medicina integrale) - è stato presentato dal teologo don Cosimo Scordato e dallo psicoterapeuta Franco La Rosa il saggio di Augusto Cavadi: Tenerezza, Hanna Wolffe e la rivoluzione (incompresa) di Gesù (Diogene Multimedia, Bologna, 2016, €5).

Cosimo Scordato, Franco La Rosa, Augusto Cavadi e Maria Ales

Augusto Cavadi: 

Hanna Wolff, che “nasce” come giurista, scopre poi due grandi passioni, la teologia e la psicologia. Le sue considerazioni teologiche sul Dio patriarca e sul Gesù storico - rivoluzionario incompreso, maschio e terapeuta esemplare - mi hanno cambiato la vita. Ho scritto questo libretto per far conoscere il suo pensiero, a mio avviso ingiustamente condannato a una "damnatio memoriae": la Wolff ha il merito di presentarci un Gesù che, andando oltre il Dio giudice, supera la logica del giudizio e ama incondizionatamente. Anche il concetto di grazia è un concetto giudiziario, presuppone una mancanza, una condanna. Se i cristiani non sono capaci di cogliere questa novità, si rischia di dare ragione a Nietzsche che affermava: “La parola “cristianesimo” è un equivoco, in fondo è esistito un solo cristiano e questi morì sulla croce”.



Cosimo Scordato:

Forse uno dei motivi della scarsa attenzione al pensiero della Wolff è la sua epistemologia complessa, il suo essere donna e studiosa di confine, che attraversa con coraggio ambiti diversi. Siamo grati alla casa editrice Queriniana di aver tradotto  i suoi 3 testi fondamentali: Gesù, la maschilità esemplare Gesù psicoterapeuta – Vino nuovo, otri vecchi – e ad Augusto che ci propone un mosaico, un’azzeccata scelta antologica dei tre volumi

Voglio presentare il pensiero di Hanna Wolff, proprio ripercorrendo i tre volumi. Nel primo, Gesù va oltre l’Antico Testamento e supera l’immagine dominante del Dio patriarca: rompe gli schemi del comune sentire vetero-testamentario, secondo cui solo il maschio ha valore di per sé, la donna è un riflesso. In Gesù è felicemente integrata l’anima maschile e quella femminile. Tra l’altro, – diversamente da Jung che, forse ignorando il metodo-storico critico ormai recepito dalla teologia, continua a parlare di Gesù come archetipo - la Wolff ci propone Gesù come persona storica, che demitizza una concezione maschile del divino, introducendo il sentire femminile nelle vicende umane e infrangendo tutte le regole maschiliste della società.

Hanna Wolff

Nel secondo saggio - Gesù psicoterapeuta – c’è una precisa esegesi analitica dell’incontro di Gesù col paralitico, incontro avvenuto a Gerusalemme, nella piscina di Betesda, a partire dalla domanda chiave di Gesù all’uomo malato: Vuoi guarire? Nel testo viene evidenziato il grande ruolo della volontà umana nel processo di guarigione terapeutica; nonostante la sua fede protestante, la Wolff ritiene che l’esasperazione del ruolo della grazia divina sia in contrasto con la volontà del Gesù storico di sollecitare l’umanità in un processo di auto-liberazione da tutte le paralisi, interiori ed esteriori. 

Nel terzo volume – Vino nuovo, otri vecchi – la Wolff si chiede: la svolta, l’alternativa dirompente di Gesù è stata compresa ed attuata dai cristiani? Hanno compreso il suo messaggio di liberazione? O, invece, hanno messo invece il vino nuovo in otri vecchi? La teologa sottolinea come un eccessivo senso di rispetto verso l’Antico Testamento ci abbia impedito di cogliere e vivere la novità assoluta della persona e del messaggio di Gesù. L’insistere poi sulla grazia divina come unica condizione di salvezza, ha svalutato il ruolo e la bontà delle azioni umane. La teologa ribadisce invece il valore dell’incontro tra umano e divino, che procedono in sinergia nel percorso di salvezza.

Allora, superando la cosiddetta "pedagogia nera", che si basa sulla violenza come metodo educativo, con Hanna Wolff ci mettiamo alla ricerca di un Dio empatico, tenero, che pone gli uomini e le donne a proprio agio, nella verità di relazioni libere e autentiche. Un Dio di tenerezza, vino nuovo che restituisce rapporti amorevoli nella società.



Franco La Rosa

Hanna Wolff ha il grande merito di interpretare in modo nuovo il concetto di cura: alla base di ogni processo di guarigione c’è l’affetto. La funzione di Cristo è la funzione/sentimento: il Cristo storico ama incondizionatamente. E noi terapeuti sappiamo che la buona disposizione del terapeuta è la condizione essenziale perché la cura funzioni. Quindi il concetto di cura è mutuato da una disponibilità a monte da parte del terapeuta che ha già “curato” se stesso, integrando le sue parti interne. Tale integrazione rende possibile l’abbraccio dell’altro: l’abbraccio è una fusione di anime, una consegna incondizionata all’altro, deposte tutte le armi interne.

La possibilità di cura, di guarigione (diversa dal processo di adattamento) si dà comunque se io, paziente, sono motivato, se desidero veramente il cambiamento. Ecco che Gesù, vero terapeuta, chiede al paralitico: Ma tu vuoi guarire? Il vero processo di cura aggiusta, integra armonicamente le nostre parti interne. Talvolta invece fatichiamo a dismettere le tante maschere che indossiamo ... siamo continuamente attraversati da una dialettica tra le nostre maschere e il nostro vero sé.

E poi – come ci insegna la mitologia – solo Eros placa Ares, il dio della guerra e dell’aggressività. Gesù guarisce, perché è capace di un processo terapeutico di grande e significativa integrazione: riesce ad integrare le parti stridenti di ognuno di noi. Gesù ha una presunzione di buona fede verso il mondo. In ciò magnificamente imitato da Francesco d’Assisi: perché il lupo non sbrana Francesco? Perché non si sente attaccato.

E’ sempre il cuore che cura: Jung e poi Hillman pongono l’accento sulla “himma”: il potere creatore del cuore, la himma che è forza vitale, anima, intenzione, pensiero, desiderio …

E, ancora, il concetto di cura implica la benevolenza del dire, l’ascolto incondizionato, la narrazione capace di sciogliere i traumi. Allora la capacità di cura sarà connotata da affettività, emozioni e offerta incondizionata, che sopporta e supporta.

Basta amare per salvare, con sante motivazioni, mente retta e cuore puro.