sabato 2 aprile 2016

CHE FARE CONTRO IL TERRORISMO ISLAMISTA ? UN PARERE DI LIDIA MENAPACE

Riporto da "Viottoli", Foglio di collegamento della Comunità di base di Pinerolo, aprile 2016:

CHE FARE CONTRO IL TERRORISMO ISLAMISTA?
Innanzitutto chiamarlo col suo nome, islamista, non islamico. E per poter accusare altri di essere seguaci deformanti di una religione, bisogna essere alieni da ogni deformazione, che per l'Ebraismo si chiama sionismo, per l'Islam islamismo e per il Cristianesimo cristianismo o cristianesimo costantiniano o integralismo (tutti e tre i termini appartengono alla storia del Cristianesimo).
Uno o una cristiano/a non integralista, né costantiniano, si può dire laico, ma deve conoscere ciò di cui parla: non basta essere ignoranti di religione, come siamo quasi tutti/e in Italia per potersi dire laici. Infatti alla prima disgrazia tutti questi laici dichiarati si mettono l'immagine di padre Pio sopra il letto o fanno novene e rosari mattina e sera; chiamavano dunque laicità l'ignoranza, dimostrandosi preda di superstizioni nel culto dei Santi e delle Madonne.
Tutto ciò premesso a me pare di poter affermare che bisogna trovare come resi- stere al terrorismo islamista senza confonderlo con altre forme di violenza, senza imitarlo, né percorrere strade simmetriche. Intanto dire Resistenza e non Guerra, anche se con ciò si smentisce il papa che in questa materia può sbagliare in buona fede come chiunque; e qualsiasi buon cristiano o cristiana può smentirlo senza far peccato né violare il recente dogma dell'infallibilità; secondo la dottrina cattolica il papa é infallibile quando avvisa che sta parlando ex cathedra, non semplicemente quando sta facendo una appassionata e commossa predica dal balcone verso la piazza san Pietro.
E facendo un altro passo avanti, cercare di ricordarsi in che la Resistenza si differenziava da una guerra e perché la si chiama Lotta di liberazione e non guerra di liberazione, come del resto si dice lotta di classe e non guerra di classe, e clausola di non sopraffazione di genere e non guerra contro il maschile. O peggio "quote rosa". Le parole sono pietre, diceva Levi, bisogna stare attenti/e a come le si maneggiano.
Naturalmente ho fatto per un bel po' di anni la profe e per questo sono tanto pe- dante.
Suggerivo di avviare la costruzione di un FBI europeo, che richiede la reciproca cessione di porzioni di sovranità nazionale, per poter avere persone strumenti archivi informazioni spie ecc. ecc. , per non essere inglobati trascinati dal terrorismo islamico verso la barbarie del rispondere colpo su colpo (uccidendo bambini e bambine nati/e sotto il Corano?). E coltivare ciò che di meglio ha in sé -spesso ignorata- la storia d'Europa, cioè la varietà, la molteplicità, non l'integrazione.
Vediamo chiaramente che l'integrazione forzata, ovunque sia stata praticata, sia in Francia che in Inghilterra, che in Siria, che nelle colonie produce frutti di morte. Graecia capta ferum victorem cepit, dice il motto latino giocando sul duplice si- gnificato del verbo càpere, catturare conquistare militarmente e anche convincere acquisire a sé affettivamente. Basta davvero per oggi.
Lidia Menapace

1 commento:

Unknown ha detto...

Dispiace che la Menapace sulla scena politica italiana da otre mezzo secolo riduca il fenomeno terrorismo a una questione semantica dimenticando le gravi responsabilità che noi Occidentali abbiamo avuto nel destabilizzare un’area con la soppressione di Saddam e di Gheddafi. Dispiace, ma non stupisce. Gli arabi non dimenticano. Come gli elefanti.