giovedì 16 giugno 2016

NONNA MARIA E FELICETTA: UN GRAZIE ANCHE A NOME LORO

Nella notte fra domenica 12 e lunedì 13 giugno mia madre Maria si è addormentata serenamente, dopo essere stata circondata per tutto il giorno dalle persone a lei più care. La certezza che così ha evitato il tratto più duro che le restava da percorrere e l'affetto degli amici che ci ha sommerso, nei giorni successivi, in mille modi differenti hanno alleggerito - e di molto - la nostra pena. Vorrei ringraziarvi una ad una, uno ad uno: ho provato a farlo in presenza, per telefono, per email, per sms, per facebook...ma sicuramente resto in debito con tanti. Spero che la mia gratitudine raggiunga almeno alcuni di costoro mediante questo messaggio.
A 72 ore dalla dipartita di mamma Maria anche Felicetta, la nostra gattina ultraquindicenne, l'ha seguita nella dimensione dell'Oltre: l'abbiamo seppellita oggi in un giardino a Santo Stefano Quisquina all'ombra di mandorli e olivi. L'ultima carezza Adriana ed io gliela abbiamo regalata anche a nome delle centinaia di amici che, in tutti questi anni, passando dalla nostra casa, sono stati conquistati dalla mitezza e dall'affabilità di questo batuffolo peloso desideroso di dare e ricevere coccole.
In questi giorni, dunque, la Morte ha visitato la nostra famiglia: ma questa volta i suoi artigli tremendi non sono riusciti a straziare la nostra serenità di fondo. Talora c'è dolcezza persino nel dolore.

7 commenti:

Maria Angela Madonia ha detto...

Sto pensando tante cose. Alla mia amica Adriana Saieva e al mio amico Augusto Cavadi. Sto pensando alla loro Felicetta con la quale ho dormito, giocato e amabilmente vissuto. Sto pensando alla mamma del mio amico Augusto Cavadi e al the caldo che sorseggiammo insieme anni fa. Sto pensando all'Amicizia, quella autentica e incondizionata che per fortuna esiste e nutre il mio cuore. Sto pensando all'Amicizia che arricchisce e che non è "stare insieme tanto per". Sto pensando alla nostra amicizia Adriana e Augusto. Sto pensando che e'ancor piu' bella perche' supera le distanze. Sto pensando che vi voglio un gran bene e che presto correro' ad abbracciarvi. Sto pensando al punteruolo rosso e a quanto ci fece ridere. Sto pensando alle cene e ai pranzi vegetariani, ai libri, alla "mia" cameretta accogliente, al panorama mozzafiato e a Casa Rotolina. Sto pensando alla vostra accoglienza, al vostro affetto, alla vostra disponibilità e alla vostra passione per la bellezza. Sto pensando a quanto da voi abbia imparato. Sto pensando che in questo momento il mio cuore è lì con voi...

Bruno Vergani ha detto...

Ricordo Maria quando mi avevi portato prima a casa sua e poi a casa tua pur senza conoscermi, a scatola chiusa, ricordo la sua faccia perplessa quando dopo cena avevo rifiutato la frutta, evento per lei inammissibile, che mi costò una specie di scomunica, comunque qualcosa che gli assomiglia. Felicetta mi porta alla mente a quella sera che guardavo il telegiornale con vicino la vecchia gatta - si chiamava proprio "La Vecchia", con tutti i gatti che abbiamo mica è facile trovare nomi dignitosi - da due giorni rifiutava di mangiare ed era fredda. Era scesa dal divano ma le zampe anteriori non reggevano ed era caduta . L'avevo raddrizzata, lenta ma determinata era andata verso la porta, aperta l'avevo osservata allontanarsi verso la macchia di terebinti dove senza frignare voleva andare a morire.
Avvertivo dispiacere mischiato a un’altra sensazione che faticavo a precisare, d’un botto l'avevo riconosciuta, era stima.

casaequitaebellezza ha detto...

Bambina innamorata stanotte t' ho sognata.... è così che ti voglio ricordare, seduta sul divano, leggera muovi la mano nell'aria seguendo il ritmo delle canzoni di "Achilluzzo tuo". I tuoi occhi si illuminano mentre mi racconti di te ragazzina e delle estati trascorse nello splendido mare della Gela inizi anni 40; mi racconti delle feste da ballo a cui la tua modernissima madre ti faceva partecipare e mi piace quel guizzo divertito e orgoglioso che ti fa brillare gli occhi quando mi racconti dei tuoi tanti corteggiatori e aggiungi che sì, senza modestia, eri davvero carina. E i corteggiatori volevano tutti ballare con te perché eri anche brava a ballare e con uno di loro in particolare hai vinto dei premi. E i corteggiatori ti invitavano al buffet, ma tu -e stavolta il guizzo è di antica tenerezza- sapevi che erano studentelli mantenuti ancora dai genitori, e allora accettavi solo inizialmente una piccola cosina e poi ti limitavi a ringraziare senza prendere più nulla, per non far loro spendere soldini. Qualcuno era tanto elegante, con la giacca bianca! Mi dici con uno guizzo che ora è di compiacimento e me li descrivi nei tratti, nel carattere, mi racconti dei loro studi e di ciò che di loro hai saputo nel tempo. Mi racconti tutto con una lucidità e precisione di particolari che fa a pugni con la tua confusione di oggi, con le smemoratezze dei gesti quotidiani. E canti con voce soave, ricordando ogni parola. Quanti guizzi incantevoli nei tuo occhi...sei davvero una bambina innamorata. Sei lì in quei lontani anni 40 e sei innamorata della vita, del ballo, della musica, della spensieratezza. Dalla vita ti aspetti solo questo. Il cd che ti ho registrato ora lascia Achilluzzo tuo e alle prime due note già tu ridendo esclami il nome dell'altro tuo amore: Julio! E così si susseguono Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Fausto Leali, Claudio Villa.... ci sono proprio tutte le voci che ti hanno fatto sognare e che ora ti allontanano dai pensieri più bui e dallo sconforto di una salute fisica che limita la tua libertà. E poi voglio ricordare quel visetto malandrino e orgoglioso che mi racconta di quella volta in collegio in cui, tredicenne, confessasti al prete la tua attività clandestina preferita: ricopiare sul quaderno di latino le canzonette ascoltate alla radio. Le canzonette di Achilluzzo tuo, del quartetto Cetra, della Boni e di altri... E il prete ti intimò di strappare il quaderno. Quel viso birbantello di giovanissima novantenne voglio ricordare, quel viso divertito che dichiara senza tremore nella voce che non solo non hai strappato il quaderno, ma hai fatto pure la comunione! Mi sono fatta raccontare questa chicca di trasgressione decine di volte e ogni volta abbiamo riso di cuore. E quando mi hai regalato il quaderno squinternato -che alterna declinazioni latine con le ardite parole d'amore di canzoni come "la signorina di trent'anni fa" - mi hai fatto il dono più grande e bello che potevi farmi... mi hai regalato la tua giovinezza, le atmosfere di una Sicilia antica e soprattutto mi hai regalato i tuoi sogni. Buon viaggio Maria Delizia Italia

casaequitaebellezza ha detto...

Felicetta
esserino peloso, condensato di affetto. Hai amato tutte le coccole e le hai accettate da tutti. Non sei mai stata diffidente, ti sei sempre fidata di ogni essere umano incontrato. Ti piaceva stare così tanto in compagnia che alle riunioni ti trovavi un posticino nel cerchio, meglio ancora se era la tua adorata poltroncina verde o -se proprio non si poteva- la tua comoda cesta. Per far festa ogni tanto visitavi quel bracciolo e o quella spalliera e se qualcuno ti faceva una carezzina rispondevi con le fusa più generose. Mi vengono in mente almeno 4 amici che grazie a te hanno superato la paura dei gatti... con una di loro hai tessuto una rete di fiducia durata almeno due anni: hai dissipato le sue paure con pazienza, ti sei avvicinata a poco a poco, dandole il tempo di abituarsi e accettare le tue affettuose coccole: alla fine le sei stata in grembo e solo tu sai il segreto di questa terapia. A distanza di anni, gli amici che sono passati dalla nostra casa anche solo per una notte, ci chiedono di te perché è difficile dimenticare chi ha coccolato con gratuità, per il solo piacere di dare e ricevere carezze. Due dei bimbi che ti hanno conosciuta, entrambi di 4 anni, ti hanno adottato come loro gatto, abitante in un'altra casa, ma loro gatto. Ho parlato con loro in questi giorni e mi hanno chiesto dove sei ora che non ci sei più. Ci siamo scambiati tenere ipotesi, tenere e fantastiche. Una cosa è certa però: di sicuro sei tra i ricordi più allegri e amabili

Fausta Fabri ha detto...

ALLA MAMMA DI AUGUSTO

Un viso sorridente di bambina,
ogni volta, come una sorpresa,
pur se tra vecchi amici
nuova è l'attesa, nuova la gioia,
ridenti gli occhi, l'accoglienza è lieta;
poi appoggiata al bastone,
procede a passo lento, ma decisa,
si siede sul suo trono di regina.
Attenta, felice di quel figlio
importante, che per finta contesta
a rivendicarne con orgoglio il seme!

I suoi rebus, le letture,
l'amore alla sua casa,
gli oggetti cari,
le memorie!
<>
Una Minerva Italica, dominatrice
per forza e intelligenza, determinata
sacralità: amor di patria e fede!

Nulla le sfuggiva di quel che si diceva,
tra i tanti discorsi così ritorti degli amici;
una battuta al momento giusto,
da alleggerire quelle lunghe diatribe
sull'amore, sulla giustizia e sulla vita,
a volte complicate a volte assurde.

L'agape domenicale consentiva
la mangiatina tutto un po':
si rallegrava il suo cuore di bambina!
Il compleanno poi...!
La torta con le candeline,
gli auguri degli amici,
il bacio di suo figlio..!
Difficile trattenere l'emozione!

Una lunga vita fino al sonno,
nell'amore dei suo figli,
di una nuora tanto premurosa
ed un nipote caro sempre dentro il cuore:
lineamenti distesi, dignità, riposo,
i santini poggiati in fondo al velo,
un rosario di granatine amaranto tra le dita
allacciate in un'ultima preghiera.

C'erano tutti gli amici in quella chiesa
per darle un saluto ed onorare
con comune salmo il suo passaggio,
che lascia di certo un bel segno sulla terra!

Faustina, 17 giugno 2016

Maria D'Asaro ha detto...

Caro Augusto, Adriana bedda,
in questo fine settimana avrei tanto voluto abbracciarvi. Non ce l'ho fatta fisicamente. Sabato sono stata impegnata a tempo pieno come nonna/sitter e oggi come badante della zia 94enne.
Sentitemi vicina con tutto l'affetto di cui sono capace.
Ho appuntato alcune cose belle che ha detto Cosimo durante la messa di accompagnamento alla mamma; eccole:

(…) Una donna che si faceva interpellare dalla vita: dalle sue contraddizioni, dai suoi cambiamenti. Una donna, una madre che era davvero attenta a tutto quello che le accadeva intorno. La signora Maria era credente, ma era anche una donna alla ricerca: ad esempio, come madre cercava di decifrare, di interpretare quello che le andava accadendo e ha vissuto intensamente le varie vicende della sua vita e quelle dei suoi figli. (…) Voglio ricordare anche la complessità di questa donna, che ha vissuto con una sua particolare serenità nonostante tante cose si muovessero in modo diverso da come avrebbe potuto aspettarsi … Aveva la capacità di saper fare decantare le situazioni nuove e difficili e poi andava avanti, nonostante tutto.

E mi piace pensare che in tutte le madri e in tutti i padri il Vangelo ci invita a sperimentare la maternità e la paternità di Dio, in modo da poter sperimentare qui sulla terra la gioia del dono e la gratuità dell’amore. Credo che la relazione d’amore del genitore sia quasi a senso unico: c’è sempre, in ogni caso, anche se il figlio non corrisponde. E pensare alla gratuità, alla grazia incondizionata è l’unico modo di poter pensare Dio, di immaginare il suo immenso amore gratuito. L’amore non va giustificato: ci tiene in vita semplicemente, ci illumina. E allora nella nostra vita e nella nostra umanità, spesso attraversate dal caos dell’assurdità, solo l’amore è capace di far luce, di indicarci la strada, di farci incontrare, di donarci senso e pienezza.

Bellissime poi le parole da te pronunciate e la dedica che le hai fatto in “In verità ci disse altro”: A mia madre, icona del Donante originario: sospende l’assenso, mai l’accompagnamento.

Un abbraccio a entrambi e un pensiero tenerissimo per Felicetta, grazie alla quale ho superato la mia fobia dei gatti.
Marisister

Unknown ha detto...

Augusto, mi dispiace veramente per la scomparsa di tua madre che - nelle brevi ore della nostra conoscenza - mi era rimasta simpaticissima! Anche mia madre, novantaseienne, è morta qualche giorno prima della tua, il 4 giugno, preparandosi a fare colazione...
Ti abbraccio assieme ad Adriana.
Guido