martedì 25 aprile 2017

GAETANO CELAURO SU "TENEREZZA" DI GESU' SECONDO HANNA WOLFF


24.4.2017

Gaetano Celauro su “Tenerezza” di Gesù secondo Hanna Wolff

Augusto Cavadi ha da sempre il merito - come filosofo, saggista e divulgatore - di scrivere libri di poche pagine ma piene di contenuti. In quest’ultimo si dedica alla figura di Hanna Wolff e offre notevoli spunti di riflessione, profondi e stimolanti.
Hanna Wolff (1910 – 2001)  è stata una studiosa tedesca che si è occupata di diritto, teologia, psicologia del profondo di ispirazione junghiana. Ed è probabilmente per questa sua epistemologia complessa e per la capacità di spaziare in discipline così distanti tra di loro che è stata poco compresa sia dai teologi che dagli psicoterapeuti.
La limitata diffusione della sua opera è dipesa anche dalla scarsa considerazione degli ambienti accademici per i suoi spesso arditi tentativi intellettuali. Ma Cavadi ,  sin dalle prime pagine, afferma come la Wolff non meriti affatto di essere dimenticata in quanto apre orizzonti positivi in ambito antropologico che meritano sempre più ampia e diffusa conoscenza.
      Ci si presenta la figura di un Gesù storico che è assolutamente diverso da quello del nostro comune immaginario. Lo si associa sovente a quella del Dio veterotestamentario che è il Dio degli eserciti, aggressivo, violento a volte. Questo ritratto ha altresì avallato la c. d. pedagogia nera, basata sulla durezza e la coercizione come metodi educativi. Invece, nel Gesù storico,  non era presente né ancor meno rilevante questo aspetto, mentre di contro si ritrova l’annunzio di un Dio empatico che avvolge di tenerezza, invita a non avere paura e ad essere creativi e responsabili. Ci si offre un’immagine materna della divinità che anticipa l’enunciato di Giovanni Paolo I.
    La Wolff, su questa interpretazione esegeticamente fondata di un Gesù diverso da quello della tradizione, ha scritto tre libri i cui titoli esprimono già significativamente i contenuti : Gesù e la maschilità esemplare, Gesù psicoterapeuta e Vino nuovo, otri vecchi.
   Il primo è un testo in cui si dimostra come si sia completamente rotto il legame con l’androcentrismo dominante nel mondo ebraico. La prima preghiera di ringraziamento ebraica rivolta alla divinità è diretta a ringraziare di non essere nato donna. Ma Gesù contesta consapevolmente le regole maschiliste della società e pone in rilievo i valori femminili dell’accoglienza, della disponibilità, che sono posti al centro della sua vita, della sua predicazione e della sua prassi. Junghianamente armonizza l’animus e l’anima, compie una sintesi del meglio del sentire femminile e maschile, non mostra nessuna animosità verso le donne e così si pone come  colui che tutti, sia donne che uomini, avrebbero voluto incontrare.
    Nel secondo libro la Wolff dimostra poi, con una serie di citazioni, che Gesù è stato lo psicoterapeuta esemplare, un modello per eccellenza, sostanzialmente in possesso delle competenze pur senza , ovviamente, l’adozione di procedure formali. Secondo la Wolff, Jung e Hilmann, bisogna fondamentalmente amare: tutti i processi di guarigione passano dal sentimento e dalla potenza risanatrice dell’affetto. Gesù di certo aveva questa predisposizione positiva verso coloro che guariva da mali sia fisici che psichici. Sapeva dare un nome ai processi psichici costruttivi e distruttivi e, secondo la Wolff , aveva anche chiari i concetti di resistenza e di proiezione. Voleva che le persone partecipassero al processo di guarigione e, prima di intervenire, chiedeva loro se volessero realmente guarire.
     La Wolff non era affatto d’accordo con l’enfasi data, specie nel mondo protestante, al ruolo della grazia divina come portatrice di salvezza. Invero Gesù voleva sollecitare le persone a essere attori responsabili del processo di auto-guarigione dai mali interiori ed esteriori.
     La rivoluzione del Gesù storico non è stata realmente compresa dai cristiani. I primi discepoli hanno voluto frettolosamente armonizzare la sua predicazione con il messaggio veterotestamentario, operazione che appare continuare sino ai nostri giorni. Il Gesù storico rivoluzionario non è attecchito probabilmente perché ci si è voluto nasconderci dietro la cornice ben strutturata e comoda dell’ Ebraismo. Si è faticato a trovare un’identità cristiana diversa e di profonda rottura con la precedente e non si è stati capaci di costruire veramente la novità. Nella chiesa cattolica, con l’attuale pontefice, si ha adesso un cambiamento di prospettiva e la predicazione di Papa Francesco è spesso incentrata sulla misericordia anziché sul legalismo e sulla durezza del Dio veterotestamentario. La Wolff ha avuto uguale orientamento e costituisce in questa direzione un valido punto di riferimento teologico.

Gaetano Celauro

http://www.sololibri.net/Tenerezza-Hanna-Wolff-Cavadi.html

1 commento:

armando caccamo ha detto...

tanto tempo fa mi sono allontanato dal modo in cui concepivo la Chiesa cattolica quando ho sentito e capito che il Gesù che mi 'propinavano' non era il Gesù storico che io agognavo. Ho rifiutato, allora, la divinità di Gesù, salvando l'uomo Gesù. Poi, lontano dai precetti e libero di pensare a "modo mio", ho ritrovato la "divinità" di Gesù come punto di arrivo di un percorso diverso, più evangelico se così si può dire. Questo libretto di Augusto mi ha confortato ulteriormente e per questo ringrazio lui e, ovviamente, Hanna Wolff!