“Repubblica – Palermo”
14.9.2014
GLI EVASORI DELLA PORTA ACCANTO NELLA CAPITALE DELL’ILLEGALITA’
Non
sono mai stato d’accordo su una concezione della giustizia a due velocità: dura
con i ricchi, tollerante con i poveri. Somiglia troppo alla fotocopia,
rovesciata, del modulo tradizionale: dura con i poveri, tollerante con i ricchi.
Quindi, in astratto, nessuna difficoltà a che la Guardia di Finanza si proponga
di stanare cuochi casalinghi o parrucchieri a domicilio che evadono totalmente
le imposte sui propri guadagni.
Ciò premesso, il buon senso insiste nel chiedere se - in pratica – non sia giusto procedere per gradi e secondo
gerarchie di gravità. In una città in cui – anche senza considerare i
riciclaggi mafiosi – ci sono professionisti, tecnici e artigiani che non rilasciano
fatture; ristoranti e pizzerie che tralasciano sistematicamente le ricevute
fiscali; interi quartieri che si allacciano abusivamente alla rete
elettrica; migliaia di
automobilisti che viaggiano senza assicurazione o con certificati di
assicurazione fasulli; bulli e pupe che scorazzano per pub e discoteche sino a
notte, su auto di lusso, ma risultano nullatenenti; proprietari di case
affittate a studenti e immigrati senza uno straccio di contratto registrato;
posteggiatori abusivi di ogni etnia che drenano centinaia di euro al giorno con
modalità non sempre estranee all’intimidazione implicita o esplicita…in una
città del genere, oscillante fra l’illegalità e l’a-legalità, è davvero la
signora che prepara e vende in casa la torta di compleanno l’obiettivo da
privilegiare?
Conosco dei ragazzi che vanno in giro per
sistemare i capelli delle signore della media borghesia, non così povere da
farne a meno né così ricche da potersi permettere abitualmente il parrucchiere.
In questi anni ho ascoltato molte storie di vita. Hanno iniziato tutti a
lavorare nei saloni, ma quasi mai – anche dopo il periodo di apprendimento –
sono stati assunti regolarmente. Dopo anni di attesa mortificante, senza
contratto né assicurazione previdenziale, si trovano di fronte a un bivio: o
mettersi in proprio o restare disoccupati. Ma chi si mette in proprio quasi mai
ha la possibilità di investire quel centinaio di migliaia di euro necessari a
trovare un locale idoneo e le relative attrezzature. Perciò prova a galleggiare
afferrandosi a spezzoni, precari, di lavoro in nero a domicilio.
La Guardia di Finanza si
occupi pure di questi evasori fiscali della porta accanto, ma non prima di
essersi dedicata a sradicare il malcostume diffusissimo di datori di lavoro
(dalle officine meccaniche alle scuole private, dai festival musicali agli
alberghi) schiavisti.
Augusto Cavadi
auguriamoci che la trategia della nuova responsabile dell Agenzia delle entrate privilegi le indagini sui grossi evasori. ciao. elio camilleri
RispondiEliminaSottoscrivo le tue riflessioni.
RispondiEliminaMaria D'Asaro