tag:blogger.com,1999:blog-4277148047794928010.post4127055265443752907..comments2024-03-28T07:16:14.732+01:00Comments on Augusto Cavadi, il blog: COME E' ANDATA LA SETTIMANA FILOSOFICA A CAVALESE (TRENTO) DAL 21 AL 27 AGOSTO?Augusto Cavadihttp://www.blogger.com/profile/10763381367623288378noreply@blogger.comBlogger11125tag:blogger.com,1999:blog-4277148047794928010.post-30608077088596877292015-09-06T22:10:23.684+02:002015-09-06T22:10:23.684+02:00Sono fortunata di poter riflettere, grazie a tutti...Sono fortunata di poter riflettere, grazie a tutti i vostri preziosi contributi, su temi così importanti per la convivenza umana.<br />Un saluto cordiale<br />Maria D'AsaroMaria D'Asarohttps://www.blogger.com/profile/05453881355611682154noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4277148047794928010.post-60987239886478491082015-09-05T10:31:19.813+02:002015-09-05T10:31:19.813+02:00Caro Augusto,
ringrazio il tuo amico Andrea (ho ap...Caro Augusto,<br />ringrazio il tuo amico Andrea (ho apprezzato quanto scrive sui 5 stelle, sul presidenzialismo e sulla democrazia partecipata), che conferma quanto ho scritto (ma forse non ho espresso con chiarezza). Di seguito, qualche passo del mio testo:<br /> <br />Nell’antica Grecia il termine democrazia non ha il significato oggi corrente di ‘governo del popolo’ nella sua interezza, grazie all’uguale diritto di tutti di partecipare alla vita politica (concetto allora espresso piuttosto dal termine isonomia). Indica, piuttosto, il predominio di una parte, lo strapotere del demos inteso come ceto popolare. ....... mentre oggi il termine ‘democrazia’ inteso come governo di tutto il popolo ha un valore positivo, al punto che anche i regimi dittatoriali si dichiarano ‘democratici’, esso è al contrario usato con valenza negativa dalla maggior parte dei pensatori politici greci (che, ovviamente, appartenevano ai ceti privilegiati), che vedono invece con favore il regime opposto, quello ‘oligarchico’, caratterizzato dal predominio delle élite, o almeno un sistema misto. ......... Tucidide rileva che Pericle godeva di grande autorevolezza “per l’eloquenza e per l’intelligenza politica e per la condotta incorruttibile”, e per questo motivo “guidava il popolo e non si lasciava guidare da esso”, e quindi conclude che il regime ateniese era “a parole una democrazia, ma di fatto il governo del primo cittadino”. In sostanza, ammira Pericle perché, sotto l’apparenza della democrazia, ha saputo instaurare una sorta di principato. ......... “Qualcuno la chiama democrazia, qualcun altro nel modo che gli piace, ma in realtà è un'aristocrazia con l’approvazione della massa” (Platone, Menesseno 238 c-d). .......... Aristotele giudica il sistema politico migliore quello che chiama ‘politia’, intesa come giusto equilibrio di potere tra i ricchi e la massa, e ritiene che tale modello sia stato realizzato a Sparta: “che poi siano state combinate bene democrazia e oligarchia [nella politia] si vede quando è possibile considerare lo stesso sistema politico sia democrazia che oligarchia. Evidentemente chi usa l’una o l’altra denominazione può farlo perché la combinazione è stata perfetta: e questo succede a un sistema politico che stia al centro, giacché allora ciascuna delle due forme estreme si riconosce in essa. Ed è proprio questo il caso del sistema politico dei Lacedemoni” (Aristotele, Politica IV, 9). ..... Oggi spesso la democrazia finisce col non essere altro che la maschera dell’oligarchia. E sempre più spesso, ormai, di un’oligarchia nazionale che opera come longa manus della ristrettissima oligarchia della finanza internazionale.<br /><br /> <br />Avevo letto la tua sintesi, ma evidentemente non con sufficiente attenzione, inducendo così i lettori a pensare che certe imprecisioni fossero mie: mi è sfuggito, tra l’altro, che scrivi polithia e non politia; usi il termine politia per designare l’Atene di Pericle; Zagrebelsky, poi, l’ho citato solo in riferimento alla crisi attuale e non all’antica Grecia. Aggiungo per la precisione, a proposito delle leggi elettorali, che in generale, condivido le battaglie per il sistema proporzionale dei partiti socialisti, che consideravano maggioritario e premi di maggioranza trucchi delle élite per conservare il potere nelle proprie mani. A riprova, citavo il caso dell’Inghilterra dove, a causa almeno in parte del sistema maggioritario, le distanze tra ricchi e poveri (per ragioni facilmente comprensibili questi ultimi hanno qui un minor peso elettorale rispetto ai Paesi che hanno il proporzionale) sono singolarmente accentuate. Ritengo, perciò, l’Inghilterra un Paese liberale (nel senso: il potere è nelle mani dei benestanti) e non democratico (nel senso: i meno abbienti hanno ancor meno potere che nei Paesi col proporzionale).<br />Passando, in particolare, all’Italia e alle sue leggi con premio di maggioranza, il porcellum è stato giudicato incostituzionale, e credo che abbiano ragione illustri giuristi che considerano l’accoppiata italicum-senato un attentato alla nostra costituzione.<br />Un abbraccio, ElioAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4277148047794928010.post-44646570234191532932015-09-03T22:08:11.989+02:002015-09-03T22:08:11.989+02:00Eccomi qui di nuovo per parlare della politia.Part...Eccomi qui di nuovo per parlare della politia.Parto però dalla frase in cui si dice che la parola "democrazia" «nel vocabolario ufficiale designava un regime patologico, degenerato: lo strapotere della classe popolare (demos) rispetto alle classi aristocratiche e plutocratiche» che mi pare anch'essa necessitare di un qualche aggiustamento. Infatti, la parola demokratia - letteralmente "dominio del popolo" (sottinteso: sui ricchi aristocratici), in quanto la radice krat- indica l'esercizio di una forza esercitata su qualcuno o qualcosa - NON designava ufficialmente un regime patologico, ma aveva una connotazione negativa soltanto per i ricchi che quella forza subivano (esattamente come aristokratia, aveva una connotazione negativa per il popolo). Bisogna quindi distinguere: 1) il significato delle parole –per cui in quel mondo la demokratia NON nascondeva semanticamente che al suo interno i poveri esercitavano la loro forza dominante, per così dire di sfruttamento (il loro "strapotere", come dici correttamente tu) sui ricchi (era giusto) , e l'aristokratia NON nascondeva semanticamente l'opposto; 2) la connotazione valoriale delle parole –per cui i poveri (il popolo) bollavano dispregiativamente l'aristokratia, e i ricchi (gli aristocratici) bollavano dispregiativamente la demokratia. Andiamo alla politeia. La parola significa grosso modo "forma di regime politico", ma in alcuni casi, ad es.da Aristotele, è usato per designare anche la forma di governo migliore: come dire "la forma di regime politico tout court, per eccellenza, quella perfetta (esattamente all'inverso di come per noi "il regime" tout court è quello negativo, fascista). La politeia è, sempre per Aristotele, una forma costituzionale mista di elementi democratici ed elementi oligarchici (dunque il "signore", unico, NON ha a che fare con essa), e, nella realtà si dà abbastanza raramente. E' una forma teorica, idealtipica, più che una pratica esistente, e può essere considerata come governo dell'"elemento medio' di coloro che sono provvisti di armatura (ecco perché la parola "polizia" in italiano e in altre lingue europee –ma non in neogreco!!!– designa un corpo di persone legittimamente armate): un governo che, mescolando i ricchi e i poveri, può essere riconosciuto da ciascuna di queste parti come il proprio governo, dunque come un'oligarchia o come una democrazia. Il che può avvenire in diversi modi: per es., disponendo l'elettività delle cariche (che è elemento oligarchico) e, al contempo, il loro svincolamento dal censo (svincolamento che è proprio della democrazia); oppure, prevedendo non il totale svincolamento dal censo (elemento, come ho appena detto, democratico) ma nemmeno un censo troppo alto (elemento oligarchico) bensì attestandosi su un censo "a metà tra il molto esiguo e il molto alto"; oppure, in rapporto alla regola che vuole che tutti quelli che hanno i diritti civici esercitino la carica di giudice nei tribunali, legiferando che si multino i ricchi che non si presentino a svolgere quell'ufficio (multa prevista nelle oligarchie) ma anche che si dia un'indennità economica ai poveri che vanno a svolgerlo (il che accade nelle democrazie). A proposito di Pericle, infine, non mi pare che da nessuna parte egli venga considerato avere a che fare con la politeia per come l'ho descritta, mentre è presentato come un individuo dotato di particolare autorevolezza (non autorità) appoggiato dal popolo (lo storico Tucidide dice che l'Atene periclea era "una democrazia di nome, ma di fatto il governo del primo cittadino", cioè, appunto Pericle): non si trattava comunque di una particolare forma costituzionale ma di una 'normale' democrazia in cui, per così dire, dominava una personalità forte.Andrea Cozzonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4277148047794928010.post-15934474051464272632015-09-02T11:22:16.767+02:002015-09-02T11:22:16.767+02:00Carissimo, grazie delle tue osservazioni. Puoi agg...Carissimo, grazie delle tue osservazioni. Puoi aggiungere qualche riga sul perché non ti convince la breve rappresentazione dell'idea di "polithia"?Augustohttp://www.augustocavadi.comnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4277148047794928010.post-65295264763569039292015-09-02T01:52:09.338+02:002015-09-02T01:52:09.338+02:00Carissimo Augusto, eccoti a caldo alcune mie consi...Carissimo Augusto, eccoti a caldo alcune mie considerazioni su quanto scrivi essere avvenuto nella vostra bellissima “settimana filosofica” a Cavalese. Vado un po’ di fretta, perdonami, ma lunedì devo tenere una relazione in Spagna e, ahimè, non l’ho ancora finita...<br />Sono chiaramente d’accordo sul fatto che la demokratia greca non era la democrazia odierna e che la democrazia odierna non è quello che diciamo essere bensì, come essa viene oggi spesso chiamata, una post-democrazia. Essa assomiglia piuttosto ad una plutocrazia, giustificata grazie al sistema elettivo: una ‘democrazia’ in cui tutti votano ma, tendenzialmente, solo alcuni – non in linea di principio ma de facto, per potere economico o ‘agganci’ politici- possono essere eletti (pressoché unica eccezione odierna, direi, la modalità attuata dal Movimento 5 Stelle, qualunque sia poi la valutazione che di esso voglia darsi). La tendenzialità si dà tanto più quanto si prospetta all’orizzonte il passaggio dalla democrazia parlamentare a quella presidenziale, dove lì davvero senza eccezioni, solo i ricchi potranno essere eletti (si guardi ai Presidenti degli Stati in cui vige tale forma di Governo, e si notino da noi le figure precorritrici di Berlusconi –ma anche Renzi), specialmente in assenza di rimborso (e parlo di rimborso, non di finanziamento ladresco) delle spese dei partiti. È in questo passaggio che, a mio parere, si realizza l’inveramento profondo della tua notazione secondo cui “il principio di rappresentanza è un principio liberale, non democratico”.<br /><br />Molto bello quanto riferisci a proposito del saggio di Searle il quale “ricorda che ogni istituzione vive nella misura in cui la collettività lo consente: persino i regimi tirannici ci sono se, e sino a quando, la maggioranza della popolazione lo vorrà (attivamente o passivamente)”. Parole sacrosante che mi ricordano molto la posizione di Gandhi che sottolineava la possibilità, di fronte al Dominio dei potenti, della non-collaborazione e della disobbedienza civile, già teorizzata a metà del ‘500 da Etienne de la Boétie nel suo “Sulla servitù volontaria” ma presentata in forma chiara già dal filosofo greco Epitteto nel I sec. d.C. (e, per la verità, esemplificata sulla scena teatrale già nel V sec. a.C. da Sofocle nell’Antigone).<br /><br /> Aggiungo solo che, per quel che mi riguarda, non è nemmeno in un ritorno alla vecchia democrazia (quella non plutocratica) che stanno le possibilità di un miglioramento dello stato di cose attuali: anche quella democrazia, con il suo principio della vittoria della maggioranza, era un gioco a somma zero, che prevedeva appunto dei vincitori e dei perdenti. La soluzione va cercata, io credo, in esperienze di democrazia partecipata, come quella di Porto Alegre, o dei COS (Centro di Orientamento Sociale) pensati (e perfino avviati in qualche città) da Aldo Capitini verso gli anni ’40-’50, in direzione di quella che egli chiamava omnicrazia, “il governo di tutti”.<br /><br />È tardi e sono stanchissimo, tanto da non avere neanche la forza di aggiustare meglio queste righe. Se ho sproloquiato, spero nella tua affettuosa comprensione e nel tuo amorevole perdono.<br />Ti abbraccio.<br />Andrea Andrea Cozzonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4277148047794928010.post-67939865070225693332015-09-02T01:51:27.443+02:002015-09-02T01:51:27.443+02:00Caro Andrea, potresti esplicitare meglio le tue pe...Caro Andrea, potresti esplicitare meglio le tue perplessità? Sarbbe un prezioso arricchimento per tutti noi.Augusto Cavadihttps://www.blogger.com/profile/10763381367623288378noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4277148047794928010.post-60644898667733919632015-09-01T23:59:18.519+02:002015-09-01T23:59:18.519+02:00Carissimo Augusto, deve essere stato proprio un be...Carissimo Augusto, deve essere stato proprio un bell'incontro. Anche se non sarei proprio sicuro che la politeia sia la forma costituzionale che risulta dal tuo resoconto, i temi trattati mi sembrano importantissimi e non dubito che avranno fatto riflettere i partecipanti (come sempre, del resto, fanno riflettere le cose che hanno te in mezzo...). Ti abbraccio e spero che ci possiamo vedere prestoAndrea Cozzonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4277148047794928010.post-19551411234374526942015-08-31T23:30:01.080+02:002015-08-31T23:30:01.080+02:00Articolo interessantissimo. Riesce a cogliere, con...Articolo interessantissimo. Riesce a cogliere, con un lessico sorprendente, i punti chiave di una visione politica fallimentare. Un'utopia irrealizzabile - per colpa di una cerchia di pochissimi ricchi - che fa soffrire i tantissimi poveri, o chi non può permettersi di entrare in certi "club", come il bilderberg. Farei un'altra considerazione: bisognerebbe mettere da parte i termini <> e <>, focalizzando l'attenzione su chi s'interessa del popolo sovrano e - purtroppo - di chi si non si interessa.<br />Alessandro Campagnanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4277148047794928010.post-22592252517032244572015-08-31T17:40:06.071+02:002015-08-31T17:40:06.071+02:00Mi piace mettere in discussione il principio ogni ...Mi piace mettere in discussione il principio ogni testa un voto...siamo esseri incompiuti, incapaci di consapevole autodeterminazione. Ma lo sono anche i nostri governanti, i detentori del potere, le caste e le elites dominanti che, in più, sono ossessionati da famelico e narcisistico arrivismo. Quantomeno, in un sistema democratico possiamo sperare che funzionino il controllo e la trasparenza dei poteri, la loro limitazione ed il contrasto degli abusi di potere. Pietrohttps://www.blogger.com/profile/13714050515346158108noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4277148047794928010.post-13716112845716508932015-08-31T13:17:27.329+02:002015-08-31T13:17:27.329+02:00Caro Augusto, grazie per il resoconto. Spero che, ...Caro Augusto, grazie per il resoconto. Spero che, come per la settimana di Vallombrosa, pubblicherete gli atti.<br />BrunoBruno Verganihttps://www.blogger.com/profile/00782044590929468212noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4277148047794928010.post-86231732693837942562015-08-31T10:56:58.263+02:002015-08-31T10:56:58.263+02:00Complimenti per la settimana e del buon ragguaglio...Complimenti per la settimana e del buon ragguaglio che presenti;<br />buona ripresa. Un abbraccio, <br />Cosimo<br />Don Cosimo Scordatonoreply@blogger.com