venerdì 16 settembre 2011

Una lettera ad alcuni giovani di Chieti


Su richiesta di un’associazione giovanile antimafia (”Chieti Resiste”) ho spedito per il loro blog (www.chietiresiste.org) una lettera di testimonianza:

Augusto Cavadi: giovani, non scoraggiatevi!
by admin on 15 settembre 2011
Posted In: Focus giovani, Opinioni

Quando ascoltate qualche adulto che brontola noiosamente (“Ai miei tempi non era tutto così degradato…!”), non credetegli. A ogni generazione di anziani capita di falsare i ricordi e di farsi un’immagine edulcorata dei tempi della propria giovinezza. Quando avevo la vostra età, care ragazze e cari ragazzi, era il 1968 e le cose non andavano per nulla meglio di adesso: tanto è vero che quasi tutto il pianeta fu scosso dalla contestazione studentesca ( e da tanti altri sommovimenti dalle conseguenze altrettanto rilevanti: le proteste operaie, il femminismo, la rivoluzione sessuale, la riforma della Chiesa cattolica…).
La situazione era brutta: per certi versi meno brutta di adesso, per altri peggiore, in media – tutto considerato – come questa che stiamo vivendo. Per cambiarla, alcuni di noi ci siamo buttati a capofitto nei campi più disparati, con i metodi più diversi: abbiamo fatto molti errori, sperimentato fallimenti ma anche realizzato belle idee. Noi giovani del Meridione italiano, soprattutto a Palermo e dintorni, abbiamo concentrato gli sforzi per combattere il sistema di dominio mafioso: dopo quarant’anni non possiamo dire di aver vinto, ma neppure di aver perduto. Abbiamo fatto molti passi avanti (soprattutto grazie a quanti di noi sono diventati magistrati, poliziotti, politici, sindacalisti, insegnanti, preti, giornalisti, attori proprio con l’intento di lottare per un’Italia meno ingiusta e più libera); ma molta strada resta ancora da percorrere.
Il nostro tempo di vita, ormai, non è molto lungo: dieci, venti anni al massimo. Perciò tocca a voi raccogliere la fiaccola e farla correre ancora un po’ avanti. In eredità vorremmo regalarvi più possibile, ma sarebbe già tanto se accettaste tre doni:
a) non abbiate paura di sbagliare, evitate piuttosto l’unico errore che non vi perdonerete: il qualunquismo. Chi prova a creare, può sbagliare; chi non prova, per paura di sbagliare, sbaglia già per questo di sicuro;
b) non fatevi scoraggiare dai numeri: pochi siete oggi a voler giocarvi la vita per lasciare il mondo un po’ più vivibile di come l’avete trovato, pochi eravamo noi alla nostra epoca. In ogni generazione, la maggior parte della gente pensa a riempirsi la pancia e – se è anche un po’ sveglia – a tenere i genitali in allenamento: di tutto il resto, che è poi l’essenziale, se ne frega. La grande maggioranza ‘silenziosa’ non vuole far nulla per crescere in intelligenza, per gustare la bellezza, per far felici gli altri (specie i poveri e gli sfruttati): nessuna meraviglia, perciò, che sia tanto annoiata e infelice;
c) se volete combattere le mafie, non sottovalutatele. Sono fenomeni complessi, poliedrici: e vanno affrontate con strategie complesse, poliedriche. Sono organizzazioni forti dal punto di vista militare, economico, politico, culturale e pedagogico: perciò o rinunziate a lottare o preparatevi a farlo, in una logica cooperativa, a vari livelli. Preparatevi a combatterle con le armi della legalità democratica (sostenendo magistratura e forze dell’ordine, possibilmente diventando voi stessi magistrati e poliziotti di un certo tipo); con le armi dell’economia pulita; con le armi della politica (che comincia con la partecipazione alle elezioni ma non può fermarsi a questo soltanto); con le armi dell’istruzione e della formazione e della quanto più corretta e ampia diffusione dell’informazione; con le armi dell’educazione delle nuove generazioni (specie quelle maggiormente condizionate da ambienti corrotti, corruttibili e corruttori).
Vi ho raccontato troppe cose da fare? Non scoraggiatevi: alla sera della vita, ognuno di noi dovrà giudicarsi non sulla quantità dei risultati raggiunti, bensì sulla serietà con cui avrà cercato di perseguirli.
Augusto Cavadi
L’associazione “Chieti Resiste” ringrazia il Prof. Cavadi per questo profondo e sincero contributo; offerto a tutti i giovani nella speranza che possano trarne stimolo a reagire sempre, dinanzi alla quotidiana mortificazione della vita e della sacralità dell’essere umano.

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