sabato 30 gennaio 2021

MAFIA E POLITICA.UNA CONVERSAZIONE SULLA PAGINA FACEBOOK DEL FORUM ANTIMAFIA DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO

 






Castellammare, forum antimafia su “Mafia e Politica”, ospiti Sandro Ruotolo e Augusto Cavadi

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Terzo tavolo tematico per il Forum Antimafia di Castellammare. Dopo i primi due su Ecomafie e “mafia imprenditrice”, il terzo tratterà il tema spinoso del rapporto tra “mafia e politica”. Tra gli ospiti Sandro Ruotolo, giornalista campano e attualmente Senatore della Repubblica (Gruppo Misto) e Augusto Cavadi, insegnante, scrittore e consulente filosofico. Dialogheranno con loro il Prof. Paolo Arena, Presidente dell’Associazione Circolo Metropolis di Castellammare e il giornalista, scrittore e insegnante Enzo Di Pasquale (moderatore).

L’incontro si svolgerà sulla piattaforma Zoom e sulla pagina Facebook del Forum https://www.facebook.com/events/2146316315504619

domenica 31 gennaio 2021 dalle ore 16:00 alle ore 18:00.

giovedì 28 gennaio 2021

FRANCESCHIELLO, ULTIMO DEI BORBONE, BEATO: FINALMENTE UNA NOTIZIA CONFORTANTE !




 “Adista”

11.1.2021

FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA: AVREMO SAN FRANCESCHIELLO, IL RE “LASAGNA”, DA PREGARE

 

Quanti siamo avviliti dalla pandemia perdurante e dai suoi effetti pervasivi possiamo, in compenso, tirare un sospiro di sollievo: infatti, come ha comunicato attraverso i suoi vari canali orali e scritti Radio Roma Libera, il 16 dicembre 2020 la Conferenza episcopale della Campania, riunita a Pompei, ha dato il nulla osta all’ avvio della causa di beatificazione per Francesco II di Borbone. Inizia così il cammino che, augurabilmente, lo porterà presto sugli altari. Ma chi era costui?

E’ stato l’ultimo Re delle Due Sicilie, incoronato tale a 23 anni e costretto all’esilio con la moglie Maria Sofia, appena un anno dopo (1860), per via del processo di unificazione italiana attuata sotto la dinastia dei Savoia grazie alla sinergia di Cavour, Mazzini e Garibaldi. La radio che ne dà notizia sottolinea con rammarico che il giovane sovrano fu vittima della formazione, “in maniera avventurosa e spregiudicata”, del Regno d’Italia. Confesso che ignoravo i suoi meriti religiosi, a quanto sembra in continuità con la madre, Maria Cristina Carlotta Giuseppa Gaetana Efisia di Savoia, già proclamata “beata” dalla Chiesa cattolica nel 2014.  Di lui ricordavo solo il soprannome affettuoso di “Re lasagna” (per il suo trasporto verso tale piatto) e la risposta di un ufficiale dell’esercito all’ordine di radunare “tutti gli uomini” per difendere dai Mille la reggia napoletana: “Maestà, gli uomini se ne sono scappati tutti. Sono rimasti i fessi”. Sono dunque curioso di apprendere le motivazioni della sua candidatura alla canonizzazione. L’ultimo esponente di un governo definito dal politico britannico Gladstone, ancora nel 1851, "negazione di Dio", ha compensato forse il dispotismo poco illuminato della dinastia recandosi spesso nella cittadina termale di Arco, nel Trentino, dove – fruendo della “mitezza del clima” e della “bellezza del paesaggio, tra i monti e il lago di Garda” -  conduceva “una vita ritirata di meditazione e di preghiera”? Si sta ancora una volta applicando il criterio di separare le virtù private dai vizi pubblici: devoto in casa, non proprio competente e impegnato in piazza ? Chi dà notizia del suo processo di beatificazione lo esclude. Francesco II di Borbone è stato non solo pio in cappella ma ammirevole anche in pubblico dal momento che “ci trasmette l’eco di una virtù sconosciuta agli uomini di oggi: il senso dell’onore cattolico” di cui si avverte estremo bisogno. Soprattutto oggi, epoca in cui – come spiega la medesima, autorevole, fonte – “la Rivoluzione perde la sua capacità progettuale, e la sua capacità di governarsi, si disgrega e regredisce, per così dire in una pluralità di rivolte, accomunate solo dal pathos della distruzione”:  “I rivoltosi, sono gli ecologisti, i pacifisti, gli antirazzisti, i militanti LGBT, gli Indignados, i Black Lives Matter e gli attivisti informatici, che nell’incapacità di realizzare i loro progetti hanno scelto la strada della guerra permanente”. 

Un po’ di pazienza, dunque: presto potremo invocare, non solo nel segreto delle nostre stanze ma anche nelle cattedrali e nelle più sontuose processioni, “San Francesco II prega per noi!”.

Augusto Cavadi

www.augustocavadi.com

martedì 26 gennaio 2021

COVID, CONDIZIONE DEI DETENUTI E VACCINI SELETTIVI

 “Repubblica – Palermo”

26.12021

 

"REPUBBLICA - PALERMO"

26. 1. 2021


COVID E CONDIZIONE DEI DETENUTI

Come in tutte le fasi di pandemia, emerge il meglio e il peggio dell’umanità. Anche in Sicilia si sono moltiplicate le iniziative istituzionali e, soprattutto, sociali in soccorso dei concittadini più colpiti; ma - come risvolto negativo – le situazioni di emarginazione hanno registrato ulteriori aggravamenti. E’ il caso dei carcerati nei vari istituti di reclusione dell’isola.  Già, in tempi ‘normali’, sono poche le associazioni di volontariato che si occupano di tenere aperti i canali fra il “dentro” e il “fuori”: e, per giunta, non senza sospetti e accuse ingiuste. Quando due anni fa, in una Sezione “a regime aperto” dell’Ucciardone di Palermo, furono ritrovati  100 grammi di hashish e un telefonino , il segretario regionale dell’ Osapp (un sindacato della polizia penitenziaria), senza uno straccio di prova, si affrettò a dichiarare, in polemica con la direttrice dell’epoca, che  «Nel carcere entrano troppi volontari». 

Da un anno, ormai, per motivi di salute pubblica, i volontari non possono entrare – giustamente – nelle strutture carcerarie. Ma ciò non implica il disinteresse nei confronti dei concittadini che vi sono rinchiusi. Bruno Di Stefano, presidente dell’ASVOPE (Associazione di volontariato penitenziario) di Palermo, ad esempio, sta moltiplicando i tentativi di accendere i riflettori su questa porzione ‘buia’ di società, nel timore che l’epidemia possa costituire un’ennesima ragione di ingiustizia e di sperequazione. In particolare è notizia di queste ore che nel carcere di Pagliarelli sono stati individuati decine di casi di positivi: se è doveroso includere gli agenti di custodia e il personale educativo e amministrativo nelle fasce da vaccinare prioritariamente, è equo e – prima ancora – logico non procedere contestualmente alla stessa misura precauzionale nei confronti dei detenuti? Sarebbe necessario equiparare gli ospiti di queste Case di reclusione agli ospiti delle RAS (le residenze per persone anziane e disabili), senza dover attendere (come sembrerebbe dalle note ufficiali) i mesi estivi.  E ciò per motivi strategici oltre che umanitari: le carceri, in quanto focolai tipici del virus, determinano  la sottrazione di energie sanitarie alle esigenze dei cittadini  liberi.

Inoltre – per limitarci solo a un altro esempio clamoroso – è stato opportuno vietare le visite dei parenti. Ma ci sono intere sezioni prive di possibilità di video-chiamate: sarebbe troppo installare dei modem che consentano di supplire all’assenza di colloqui in presenza?  

Non si tratta di filantropismo o di solidarietà evangelica, ma prima ancora del rispetto che lo  Stato deve alla propria Carta costituzionale: esso è responsabile dell’incolumità dei cittadini che assume in custodia e le pene che infligge “devono tendere alla rieducazione del condannato”, non al suo abbrutimento e alla sua esasperazione.

domenica 24 gennaio 2021

OLTRE LE RELIGIONI. UNA NUOVA EPOCA PER LA SPIRITUALITA' UMANA


 “Comunicazione filosofica”

n. 37 – Novembre 2016

      

AA. VV., Oltre le religioni. Una nuova epoca per la spiritualità umanaPrefazione di M. Barros, Gabrielli, San Pietro in Cariano (Verona) 2016, pp. 239, euro 16,50

 

Ci sono libri di teologia che possono interessare soltanto i teologi. Ma quando un libro di teologia non parte dal presupposto che esista un Dio trascendente e personale; che questo Dio si sia auto-rivelato a un solo popolo della terra; che poi si sia incarnato un’unica volta nella natura umana in Gesù di Nazareth, il quale avrebbe fondato una chiesa indefettibilmente assistita dallo Spirito Santo etc. etc.; bensì mette in discussione proprio le basi della teologia ortodossa tradizionale, interessa solo i teologi? O non anche i filosofi? O i filosofi molto più che i teologi? Forse interessa esclusivamente i filosofi e per nulla i teologi ‘ufficiali’: quei filosofi, almeno,  dalla cui prospettiva teoretica il pensiero sul divino non si sia definitivamente eclissato.

     Un esempio tipico di testo teologico per… non teologi (di professione) è questa esplosiva raccolta di saggi curata da C. Fanti e F. Sudati: un libro così netto nell’impostazione e così limpido nel linguaggio che solo chi crede di sapere tutto, o ha deciso di non sapere nulla, sulla crisi attuale delle religioni monoteistiche può esonerarsi dal leggerlo. Sin dalla Prefazione il monaco benedettino Marcelo Barros offre su un piatto d’argento la chiave ermeneutica dei cinque saggi (che, con la Presentazione analitica di Claudia Fanti e la Piccola introduzione a John Shelby Spong di don Ferdinando Sudati, diventano in realtà sette) : “Fino ad oggi, la sfida di de-occidentalizzare il cristianesimo, di liberare l’islam dai condizionamenti storici della cultura araba, di completare il lavoro di Gandhi in un’India ancora segnata dalla divisione religiosa delle caste si è posta in modi diversi, ma con la stessa urgenza. E purtroppo, a quanto pare, né le Chiese né altre religioni hanno ufficialmente preso sul serio e affrontato in profondità tali sfide. (…) E’ questo il quadro che ci obbliga a parlare di “crisi delle religioni” e, ora, di paradigma post-religionale, come pure di ricerca di una spiritualità umana laica e post-religiosa. (…) Il libro Oltre le religioni può essere un ottimo strumento in questo percorso” (pp. 10 – 13).

     Di che si tratta in dettaglio? I contenuti dei saggi che costituiscono il libro vengono anticipati brillantemente nella Presentazione della Fanti, in perfetta sintonia con l’ouverture di Barros: “Riuscirà il cristianesimo nell’impresa di trasformare se stesso, reinterpretando e riconvertendo tutto il suo patrimonio simbolico in vista del futuro che lo attende? Riuscirà a liberarsi di dogmi, riti, gerarchie e norme, di tutti quei rituali religiosi che (…) hanno finito per complicare – anziché favorire – la nostra relazione con Dio, ostacolando inoltre, e soprattutto, le nostre relazioni umane?  (…) E’ un compito, questo, cui hanno rivolto le proprie riflessioni teologi come il vescovo episcopaliano Juhn Shelby Spong, il gesuita belga Roger Lenaers, il clarettiano spagnolo, naturalizzato nicaraguense, José Marìa Vigil, esponenti di punta di questo nuovo paradigma post-religionale e autori della presente opera, ma cui guardano con interesse e con passione anche quanti, pur al di fuori della ricerca teologica propriamente detta, vogliono sentirsi vicini <<alla Vita che Gesù ha difeso e a cui ha dato dignità>>, come spiega nel suo modo impareggiabile, nel secondo capitolo di questo libro, la giornalista e scrittrice cubana-nicaraguense Marìa Lòpez Vigil” (p. 18).

   Procedendo in ordine, il primo teologo che incontriamo è il vescovo Spong: prima attraverso il profilo biografico-intellettuale di don Sudati (che vede in lui “lo specchio in cui il vecchio cristianesimo riflette le proprie contraddizioni e quello nuovo le sue potenzialità”, p. 66), poi grazie alle “Dodici tesi” da lui appese, nel 1998, “alla maniera di Lutero, all’ingresso principale della cappella del Mansfield College, all’Università di Oxford, nel Regno Unito” (p. 70). Esse esortano tutte le confessioni cristiane a ripensare, profondamente, la formulazione teologica dell’unica fede evangelica in considerazione della insostenibilità del “teismo” tradizionale; della dottrina cristologica della “incarnazione di una divinità teistica”; della mitologia pre-darwiniana del “peccato originale”; della “nascita verginale” di Gesù “intesa in senso biologico letterale”; delle “storie dei miracoli del Nuovo Testamento” interpretati come “avvenimenti soprannaturali”; della “interpretazione della croce come sacrificio per i peccati” (“basata su concezioni primitive di Dio”); della risurrezione di Gesù concepita come “un risuscitare fisico all’interno della storia umana”; del “racconto dell’ascensione di Gesù” inintelligibile in una visione post-copernicana del cosmo; della morale come insieme di princìpi etici rivelati in maniera definitiva da Dio; della preghiera intesa come “petizione” a un Dio esterno alla storia umana perché agisca in essa; della dottrina del rapporto fra morale terrena e condizione post-terrena; della legittimazione di ogni discriminazione sulla base delle opinioni teologico-religiose di ciascuno. La conclusione dell’autore è icastica: “Le dodici tesi stanno ora davanti alla chiesa. Il futuro del cristianesimo dipenderà da come questa sarà capace di rispondere” (p. 120).

   Segue un articolato e argomentato intervento – provocatorio,  e insieme incoraggiante, sin dal titolo -  di Maria Lòpez Vigil: Beati gli atei perché incontreranno Dio. Sulla base della propria esperienza biografica, l’autrice racconta perché non riesce più a “credere a questo incomprensibile linguaggio dogmatico, amalgamato a una filosofia superata” (p. 122) , di cui si servono tutte le chiese cristiane; ma anche perché Gesù di Nazareth resti il suo “riferimento religioso e spirituale”, il suo “riferimento etico”, quello “più familiare per provare a percorrere il cammino che (la) apre al mistero del mondo” (p. 123).

    Sul tema dell’incompatibilità con la modernità non del cristianesimo, ma della teologia cristiana bimillenaria, insiste Lenaers; a giudizio del quale, infatti, la fede cristiana (spogliata dagli involucri culturali con cui si è storicamente impastata) e la modernità “si completano e si arricchiscono vicendevolmente. La fede cristiana arricchisce la modernità liberandola dalla sua cecità di fronte a una Realtà che ci trascende totalmente e al tempo stesso ci abbraccia. Senza questa intuizione, l’affermazione umanistica del valore assoluto della persona e dei diritti umani perde il suo indispensabile fondamento. (…) D’altro lato, la modernità arricchisce la nostra fede e la completa, liberandola dall’immagine antropomorfica di un Theos nell’alto dei cieli che è stata ricevuta in eredità dalle generazioni preistoriche e che ancora non si osa abbandonare, per quanto non sia stato altro che il frutto di pura ignoranza. Questa immagine, in realtà, è stata uno schermo fra noi e l’Amore assoluto” (p. 157).

 Il penultimo contributo al volume, di J. M. Vigil, si concentra sulla pars costruens del paradigma “post-religionale” (p. 159) : una volta che le funzioni “accidentali” (p. 171) delle religioni tradizionali  risulteranno superflue – o addirittura dannose – ad esse non resterà che tramontare o riscoprire il loro “servizio essenziale, centrale”: alimentare “la spiritualità dell’essere umano”. Con questo termine l’autore non rimanda a nessuna dimensione “a- mondana, incorporea, extracosmica” (p. 172) bensì a quanto “vi è di più profondo in noi stessi, quello che ci fa essere ciò che siamo, quello che ci rende umani, la stessa specificità umana” (p. 173). Chiaramente si tratta di “una spiritualità non religiosa, semplicemente umana, propria dell’essere umano in quanto tale, prima di qualunque adesione religiosa confessionale” (p. 188) se è vero – come è vero – che non si può essere religiosi se non si è spirituali, ma si può essere spirituali anche senza essere religiosi. 

  L’ultimo saggio, del medesimo J. M. Vigil, in qualche modo esplicita il presupposto scientifico di tutti i discorsi precedenti. Esso infatti informa sul “nuovo paradigma archeologico-biblico” (p. 201) ossia sulla vera e propria rivoluzione interdisciplinare che ha ormai indotto la stragrande maggioranza degli studiosi di storia a negare che la Bibbia racconti avvenimenti e personaggi realmente esistiti: “il nuovo paradigma archeologico c’invita a decostruire tanta sicurezza e dogmatismo edificati su basi d’argilla, mitiche, oggi messe a nudo, per rivalutare la validità del nostro patrimonio simbolico e procedere con molta più umiltà, chiedendo inoltre perdono a tutti coloro che lungo il cammino abbiamo umiliato perché la pensavano in maniera diversa” (p. 233). 

      Già: atei e agnostici, seguaci di religioni pagane o panteistiche, persino monoteisti di confessione diversa dalla propria sono stati – e in talune frange fondamentaliste continuano a essere – oggetto di vere e proprie persecuzioni morali (e, là dove possibile, materiali). Sorte non migliore è riservata a quanti, pur dichiarandosi della nostra stessa confessione monoteistica, osano contestare questa o quella interpretazione autoproclamatasi l’unica ortodossa. Per questo tutti gli autori di questi saggi, e non pochi tra i lettori che hanno vissuto e vivono fasi di transizione intellettuale e spirituale analoghe, non avranno difficoltà a condividere quanto scrive – non senza allusione agli attacchi teorici e agli attentati fisici effettivamente subiti – il vescovo Spong: “Viviamo in un momento critico della storia cristiana. Il nostro tempo esige guide eroiche che probabilmente andranno incontro al rifiuto di coloro che si considerano ‘i fedeli’. La salvezza del cristianesimo merita lo sforzo e il costo? Credo di sì. L’appello a una riforma radicale è la sfida cui la nuova generazione deve rispondere” (p. 92). 

giovedì 21 gennaio 2021

ANCHE NOI, A MAGGIOR RAGIONE QUEST'ANNO, RIPRENDIAMO A MEDITARE INSIEME SULLA "DIVINA COMMEDIA"

Sintesi per chi ha fretta e, di solito,  legge a metà e comprende un quarto:

da oggi si può meditare sul video e, se si vuole, mercoledì 27 alle 18,30 si possono condividere le proprie riflessioni esistenziali con le altre persone collegate (tra cui gli autori del video).

                                                        ***


 CASA DELL’ EQUITÀ E DELLA BELLEZZA

VIA NICOLÒ GARZILLI 43/A - PALERMO


I SETTE VIZI CAPITALI TRA DANTE, ARTE E MUSICA

Maurizio Muraglia e Laura Mollica*

 

Nell’anno in cui ricorrono in tutta Italia le celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, il nostro contributo vuole fissare la sua attenzione sui sette vizi capitali che Dante esplora sia nell’Inferno che nel Purgatorio. Sostenuti dall’arte e dalla musica, proprio come nella cantica, anche noi scaleremo la montagna del Purgatorio col poeta fiorentino cercando di leggere e meditare in forme moderne e laiche queste attitudini radicali dell’animo umano.  

 

Alla luce delle riflessioni pubblicate su 

questo link

 

meditiamo insieme sulla

SUPERBIA

 

27 GENNAIO ORE 18,30-20 

                                          su piattaforma ZOOM   clicca qui per collegarti

 

Se fosse necessario ecco ID riunione: 940 494 6881 e  Passcode: A&A

 

 

 

 

*Maurizio Muraglia e Laura Mollica sono insegnanti rispettivamente di Letteratura Italiana e Storia dell’Arte nei Licei a Palermo. Lo scorso anno per la Casa hanno già tenuto un ciclo di incontri sulla Divina Commedia.

lunedì 18 gennaio 2021

DONNE DIMENTICATE (O QUASI) DALLA STORIOGRAFIA (MASCHILE)


 

LE STORIE DI DONNE DIMENTICATE

18.1.2021

 

Anche nel ‘civilissimo’ Occidente (quale amiamo rappresentarcelo) le donne sono state, e per molti versi restano, in una condizione sistemicamente sfavorita rispetto agli uomini. A causa di ciò, il loro contributo alla costruzione della nostra ‘civiltà’ è stato minore rispetto ai maschi: ma è davvero così esiguo come sembrerebbe a una valutazione superficiale? Forse risulta tale a causa del silenzio censorio sul loro ruolo perpetrato dagli storiografi (quasi sempre maschi!). A partire da questa convinzione, Carla Poncina Dalla Palma nel suo Lo sguardo femminile sul mondo. Da Diotima al #ME-Too (Diogene Multimedia, Bologna 2019, pp. 209, euro 16) ha provato a strappare dall’oblio alcune figure di donne o del tutto dimenticate o molto sottovalutate: non solo per senso di giustizia riparatrice ma anche per contribuire a quel “modello educativo radicalmente nuovo” di cui abbiamo bisogno, ancora oggi, per combattere la violenza sulle donne, “l’unico modo rimasto agli uomini per affermare la propria superiorità sul corpo delle donne, avendo perso il controllo delle loro anime”. Come sa ogni lettore – e soprattutto ogni lettrice – di media istruzione, ormai la letteratura su questa tematica è ingente. Perciò mi limiterò, un po’ arbitrariamente, a riprendere quelle informazioni che a me sono risultate nuove, distribuendole per così dire su due colonne.

Nella prima inserirei i riferimenti al maschilismo più sorprendente perché manifestato da autori per molti altri versi considerati – meritatamente – saggi: dal libro biblico del Siracide del II sec. A. C (“preferibile la cattiveria di un uomo alla bontà di una donna”) ad autori di testi attribuiti a san Paolo come la I Lettera ai Corinti (“le donne nelle assemblee tacciano, perché non è permesso loro parlare”); da Kierkegaard (“la donna non conosce il terrore del dubbio o le pene della disperazione, essa non sta al di fuori delle idee, ma le riceve di seconda mano. Ecco perché odio quelle orribili chiacchiere sull’emancipazione della donna”) a Nietzsche (“L’uomo deve essere addestrato alla guerra, la donna al riposo del Guerriero. Tutto il resto è stupidità”). Indubbiamente – come ha notato Virginia Woolf – “per secoli le donne sono state gli specchi magici e deliziosi in cui si rifletteva la figura dell’uomo, raddoppiata”, ma – aggiunge Dalla Palma – “questa postura mentale, per cui ci si riflette in chi viene considerato inferiore per sentirsi forti, è alla base di ogni forma di razzismo che spinge anche i più deboli, i meno dotati, a infilarsi in qualsivoglia partito o gruppo che si autodefinisca superiore perché bianco, ariano, cristiano, induista o altro ancora. Accolto al suo interno ogni poveraccio può sentirsi più in alto di chi sta fuori del magico cerchio”.

In una seconda colonna ideale elencherei  i riferimenti a donne rilevanti ma abitualmente trascurate nelle ricostruzioni storiche:...


PER COMPLETARE LA LETTURA, BASTA UN CLICK:

https://www.zerozeronews.it/la-storia-taciuta-delle-donne-ignorate-dagli-storiografi/

sabato 16 gennaio 2021

PER CHI NON C'ERA, MA AVREBBE VOLUTO ESSERCI: IL VIDEO DELLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO SULLA MAFIA SPIEGATA AI RAGAZZINI

 

Alla presentazione on line del libro di Adriana Saieva (Cos'è la mafia? Tre giovani in cerca di risposte, Buk Buk, Trapani 2020), organizzata dalla "Scuola di formazione etico-politica Giovanni Falcone" di Palermo, hanno partecipato più di un centinaio di persone (alcune delle quali collegate in coppia). Purtroppo la piattaforma "zoom" prevede l'accesso gratuito solo sino a 100 richieste e, francamente, non speravamo di raggiungere un numero così alto: per questo molte persone ci hanno comunicato il disappunto per non essere riuscite a entrare durante la diretta. 

Per ottemperare al desiderio di queste amiche e di questi amici, nonché per conservare memoria di questo bell'incontro che ha coinvolto persone da Parigi ad Atene, da Lugano a Licata, da Pinerolo a Lercara Friddi, abbiamo aperto un canale YouTube (Casa dell'equità e della bellezza) dove abbiamo inserito la registrazione filmata:

https://casadellaequitaebellezza.blogspot.com/2021/01/video-presentazione-cose-la-mafia-tre.html

Chi desidera tenersi informato sulle iniziative, a distanza o in presenza, organizzate nell'ambito della Casa dell'equità e della bellezza può inscriversi agli aggiornamenti automatici degli avvisi via e-mail mediante l'apposito tasto "Iscriviti" (in alto a destra, accanto al titolo della pagine):

www.casadellaequitaebellezza.blogspot.it

Il libro è disponibile su tutte le principali librerie fisiche e on line. 

Se la vostra libreria non ne fosse attualmente fornito, prenotateglielo (Buk Buk è distribuito in tutto il territorio nazionale dalla San Paolo di Milano).

Se volete acquistare via internet, basta un click qua:

https://www.amazon.it/gp/aws/cart/add.html?ASIN.1=8898065515&Quantity.1=1&AWSAccessKeyId=AKIAJMTKQY4X7XIQD36A&AssociateTag=sicilybybooks-21


venerdì 15 gennaio 2021

LA DIMENSIONE FEMMINILE DEL MASCHIO INTEGRALE


 "La via libera" è il bimestrale (on line e cartaceo) del Gruppo Abele di Torino che è subentrato a "Narcomafie". Per il numero settembre - ottobre 2020 mi è stato chiesto un intervento che restituisse alcune idee esposte in L'arte di essere maschi libera/mente:





mercoledì 13 gennaio 2021

LA MAFIA SPIEGATA AI RAGAZZINI (10 - 15 ANNI): PARLIAMONE SU "ZOOM" ALLE 17,00 DI VENERDì 15 GENNAIO 2021


 La più recente recensione di questo fortunato libretto illustrato è firmata da Maurizio Muraglia:

Del tema, all'interno della più ampia problematica dell'educazione alla cittadinanza, discuteremo on line con chi vorrà (non c'è bisogno di iscriversi preventivamente):


   L’associazione di volontariato culturale  “Scuola di formazione etico-politica Giovanni Falcone” di Palermo invita quanti hanno responsabilità educative nei confronti di adolescenti fra i 10 e i 15 anni a un

 

                                        SEMINARIO DI RIFLESSIONE CRITICA

                                                                           (ON LINE)

        SU EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA E ALLA LEGALITA’ DEMOCRATICA

 

a partire dal volume di 

 

Adriana SaievaCos’è la mafia? Tre giovani in cerca di risposte,

 illustrazioni di Roberta Santi,

 Buk Buk, Trapani 2020, pp.  109, euro 12,90.

 

Il seminario si svolgerà 

                                                             VENERDI’ 15 GENNAIO 2021 

                                                                      dalle ore 17 alle ore 19

 

 

Parteciperà, insieme all’autrice del libro, Maria D’Asaro

Introduce Rosalba Leone.

Modera Augusto Cavadi.

 

Chi volesse partecipare al seminario più attivamente (con considerazioni critiche sullo strumento didattico proposto, con racconti di esperienze effettuate, con suggerimenti di progetti futuri etc.) potrebbe procurarsi il volume in tutte le principali librerie on line e fisiche  d'Italia

(preferibilmente attraverso il sito di e-commerce www.sicilybybooks.com).


Il collegamento avverrà tramite il link (su Join Zoom Meeting): 

https://us02web.zoom.us/j/9404946881?pwd=WENLdnJqOXBEZVppTXh5U2JleG4xdz09


Dovrebbe essere sufficiente cliccare sul link, ma se il sistema vi chiedesse altre credenziali: 

Meeting ID: 940 494 6881

Passcode: 4FSaieva


lunedì 11 gennaio 2021

UN SITO PER ACQUISTARE LIBRI SULLA SICILIA, LA SUA STORIA, LE SUE PROBLEMATICHE. E MOLTO ALTRO IN UN SOLO ORDINE!


 Care e cari,

   in queste ultime settimane è in rete un sito di promozione commerciale di libri sulla Sicilia e i siciliani (scritti non necessariamente da autori siciliani).

Con Valerio Droga, giornalista esperto in comunicazione via web,  abbiamo pensato di mettere in esposizione/vendita testi sulla storia dell'isola, su problemi contemporanei che la riguardano, sulla mafia e l'antimafia, su personaggi significativi di ieri e di oggi etc. 

 

Ovviamente ci sono tutti i libri in commercio, pubblicati da autori e da editori del nostro giro, che - nel caso di difficoltà con le librerie fisiche vicino casa - possono essere recapitati per corriere direttamente al vostro indirizzo (o all'indirizzo di persone cui volete farne dono). 

 

E' possibile iscriversi per ricevere mensilmente una e-mail di aggiornamento sui libri e gli annessi documenti che saranno via via inseriti. 

 

 

E’ il nostro piccolissimo contributo per ripartire  in questo difficile  2021.

 

ATTENZIONE: potete aiutarci, senza costi aggiuntivi da parte vostra, se – quando volete fare acquisti da Amazon – decidete di passare attraverso il nostro sito:


                            www.sicilybybooks.com 


Basta cliccare su uno qualsiasi dei prodotti nella nostra vetrina, entrare così sulla piattaforma Amazon e comprare qualsiasi altro prodotto (anche NON presente nel nostro sito). Se doveste decidere di non acquistare il prodotto ‘nostro’ con cui siete entrati nella piattaforma Amazon, ci verrà comunque riconosciuta una piccola percentuale

sui vostri acquisti. 

 

Augusto  Cavadi

 

P.S.: Autori, editori, librai interessati potranno rivolgersi a Valerio Droga (valeriodroga@gmail.com)  per chiedere chiarimenti, dare consigli, proporre correzioni o integrazioni del  materiale via via pubblicato. Esamineremo con attenzione tutte le proposte che , gentilmente, ci sottoporrete: ogni proposta va corredata, obbligatoriamente, da un profilo bio-bibliografico dell’autore e da una recensione (o un’intervista cartacea o audio o video) che abbia a che fare con il libro in questione.

* Grazie a Giro Randazzo per aver messo a disposizione su internet questa foto.

sabato 9 gennaio 2021

"I QUATTRO MAESTRI" DI VITO MANCUSO. ANZI, CINQUE.


 L’ultimo libro di Vito Mancuso (I quattro maestri, Garzanti, Milano 2020, pp. 518, euro 19,00) è un volumone che, a prima vista, può scoraggiare il lettore ‘medio’. Ma è un po’ come fare il bagno in primavera: se trovi il coraggio di tuffarti,  poi è tutta una nuotata. Almeno è ciò che è capitato a me: sono stato acciuffato dallo stile quasi colloquiale e ho potuto mollare il tomo solo quando sono arrivato all’indice finale. E’ stato come ascoltare un amico che ti parla di amici comuni, i “quattro maestri” appunto: Socrate, Buddha, Confucio e Gesù (quest’ultimo considerato esclusivamente dal punto di vista ‘laico’ di ciò che la storia ci ha tramandato di lui). 

Ma perché proprio questi quattro e non altri? Per un mix di valutazione storica oggettiva (hanno avuto una rilevanza millenaria e planetaria) e di preferenze soggettive. Comunque direi che qualcuno potrebbe aggiungere dei nomi, certamente non toglierne. Ignorare il profilo biografico e il messaggio di questi quattro grandi uomini renderebbe, infatti, impossibile raccogliere una delle sfide più ardite della globalizzazione: aprirsi all’altro, alla sua cultura, alle sue tradizioni, senza né senso di inferiorità né ancor meno di superiorità. La cronaca politica e sociale quotidiana ci documenta ad abundantiam quanto poco numerose siano le persone in grado di sostenere questa sfida, abbattendo i muri della propria prigione mentale.


SE TI INTERESSA COMPLETARE LA LETTURA, BASTA UN CLICK QUI:

https://www.zerozeronews.it/i-cardini-del-pensiero-socrate-buddha-confucio-gesu/

giovedì 7 gennaio 2021

NOI UMANI E I ROBOT: DALLA FANTASCIENZA ALLA SERIETA' DEL QUOTIDIANO


 

I ROBOT NON SOLO PER NOI, MA FRA NOI E CON NOI: QUALCUNO SE NE STA PREOCCUPANDO?

 

Fabbrichiamo macchine sempre più intelligenti: sino a dove potremo spingerci? Ci sarà un punto di non ritorno in cui si attuerà il timore ancestrale di un robot in grado di padroneggiare il suo padrone? Simili interrogativi sono ormai transitati dalla letteratura fantascientifica alla saggistica scientifica e filosofica; anzi, la stessa ricerca teologica è per così dire costretta a uscire dai recinti protetti delle tematiche tradizionali (dove la certezza delle risposte è direttamente proporzionale all’irrilevanza per l’umanità) e a misurarsi con l’inedito. Nel maggio del 2019 l’Università degli Studi di Catania e lo Studio Teologico San Paolo della medesima città hanno organizzato un interessante convegno intitolato “Dio, macchine, libertà” e adesso ogni lettore può informarsi sui risultati principali di quell’incontro interdisciplinare esposti nella raccolta di saggi, a cura di Christian Barone, L’algoritmo pensante. Dalla libertà dell’uomo all’autonomia delle scienze artificiali (Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2020, pp. 136, euro 12,00). 


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martedì 5 gennaio 2021

MAURIZIO PORTALURI SU "L'ARTE DI ESSERE MASCHI LIBERA/MENTE" DI AUGUSTO CAVADI

 


L’ARTE DI ESSERE MASCHI E 

LA LIBERAZIONE DELL’UMANITA’ 

DA OGNI VIOLENZA E OPPRESSIONE


Augusto Cavadi in collaborazione con il gruppo “Noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne” ha pubblicato nell’anno appena trascorso un libro molto interessante e pensiamo molto utile per chi voglia rendersi conto dell’urgenza di cambiare il modello maschile in voga nelle nostre società occidentali, molto più diffusamente e capillarmente di quanto si sia orientati a credere. Si tratta di “L’arte di essere machi libera/mente. La gabbia del patriarcato” (Di Girolamo ed. 2020, pp 155). Il libro premette che la violenza maschile contro le donne non è una emergenza ma “appartiene alla ‘normalità’ degli usi e dei costumi dominanti”. La violenza da sommersa emerge quando “i maschi avvertono traballare la loro posizione di secolare predominio e reagiscono a quegli atteggiamenti femminili che, finalmente, si oppongono allo status quo secolare”. Con un parallelo con la violenza mafiosa, che l’autore ed il gruppo conoscono da vicino, “del sistema mafioso, come del sistema patriarcale, si può dunque asserire che ogni soggetto ne è partecipe, ma al tempo stesso vittima”. Gli uomini maltrattanti non sono un corpo estraneo, vivono in mezzo a noi, “sono il bubbone che rivela il malessere dell’intero organismo”, bollarli come “squilibrati” e “malati” è “un modo inconscio di auto-difesa psicologica e culturale; di segnare un fossato inesistente tra ‘loro’ e ‘noi’; di negare che essi sono il sintomo visibile di un sistema strutturale, persistente, invisibile di cui tutti noi maschi (e moltissime donne) siamo parte e di cui siamo corresponsabili”. E’ necessario mettere in atto non misure “eccezionali” ma “è l’intera popolazione, o per lo meno la maggioranza della popolazione, che deve assumersi le sue responsabilità ed iniziare ad agire con l’intento di coinvolgere gli indifferenti e i refrattari

Il libro si compone di IX capitoli e di 5 allegati. Il primo, che abbiamo visto, chiarisce come la violenza sulle donne non sia una emergenza ma qualcosa di strutturale alla società. Il secondo espone alcune novità presenti nella società (Uno sguardo nuovo): i meriti del movimento femminista e i Gruppi di Uomini in Cammino e di Maschile Plurale, esperienze di auto-educazione “e solo in seconda battuta etero-educativa”. A Palermo un tamponamento può tramutarsi in rissa con insulti del tipo “sbirro”, “pentito” e non “mafioso” ad indicare che “la costruzione dell’identità e dignità di maschio si basa sulla prevaricazione di un altro maschio, sulla sua espulsione dal campo della maschilità, sulla negazione della dignità dell’altro rigettato nel campo infamante del soggetto femminile e omosessuale”. Il III capitolo “Un vocabolario aggiornato” è una sorta di glossario su cosa significhi “uomo” o “donna” con l’esplicitazione di quattro angolazioni: la struttura fisica, anatomica, biologica; l’identità sessuale (o di genere) che non coincide talora con quella organica; l’orientamento sessuale che riguarda l’attrazione. Infine, una quarta angolazione è l’identità di genere che riguarda il modo di interpretare la propria maschilità o femminilità in rapporto alle attese della società. “Le radici biologiche” della sperequazione tra i sessi sono il contenuto del IV capitolo dove si affronta il mito del sesso debole e la sua inconsistenza, l’eguaglianza tra virilità e violenza, l’asimmetria nel processo riproduttivo non riconosciuta dal maschio o vissuta come frustrazione. Il capitolo V analizza “Le radici socio-economiche” della supremazia maschile sia attraverso un interessante excursus sulle norme che regolano il rapporto di lavoro delle donne, sempre considerato di minor valore, sia il significato più o meno implicito contenuto nell’industria del sesso, pornografia e prostituzione. “Le radici giuridico-culturali” sono affrontate nel VI capitolo che richiama le norme italiane, ma non solo, che discriminano la donna e la subordinano al marito. Tra queste quelle del “matrimonio forzato”. Interessante poi il paragrafo dedicato alla solitudine dei padri separati che vengono visti come “un autogol del modello patriarcale”. Il VII capitolo analizza “Le radici simbolico-religiose” della discriminazione delle donne. Chiaramente il primo simbolismo efficiente è “Dove Dio è maschio, il maschio si crede dio”. Si richiamano poi gli elementi di conoscenza storica circa la declinazione al femminile della divinità e il tentativo di Gesù, “incompreso” secondo l’autore, dove la linea egualitaria delle prime comunità fu poi sconfitta dalla successiva strutturazione ecclesiastica. “La tradizione culturale ‘laica’ non scherza neppure” né nell’antichità pagana ma neanche nel secolo dei lumi.

Dopo aver esplorato le radici socio-economiche, giuridiche e religiose della discriminazione femminile, l’autore cerca di delineare “Un possibile itinerario”. Un primo passo proposto è assumere la consapevolezza di quale identità di genere si intende adottare: “dobbiamo impegnarci a riflettere, a conoscere, a confrontarci con altri (uomini e donne) per poter scegliere quali sono i comportamenti che ci sembrano più convincenti e più corretti” rompendo il conformismo del “vero uomo” con i suoi molteplici significati tutti però tendenti a espungere ogni evocazione di “femminilità”. Un altro passo sarà quello dell’integrazione tra la dimensione antropologica della razionalità e quella della corporeità ed affettività, cessando di proiettare quest’ultima “all’esterno nelle figure di donne con cui intratterrà relazioni sociali, ne avvertirà più o meno consciamente timore, se ne difenderà aggredendola preventivamente”. L’accettazione dei “suoi lati femminili” darà un senso di “integrazione interiore e di libertà dal timore del diverso”. E’ necessario quindi “saper riconoscere, nominare ed esprimere senza falsi pudori i propri sentimenti e le proprie emozioni”, a gestire l’aggressività “quando assume i connotati della ‘rabbia’: “la rabbia che non sa trovare più le sue radici, cioè le cause profonde che l’hanno generata, è quella che avvelena le relazioni nell’età adulta e che troppo spesso si trasforma in violenza”. C’è quindi “una espressione sana e puntuale (non a scoppio ritardato) della rabbia che andrebbe insegnata ai ragazzi, invitandoli a farne un uso creativo” evitando che si giunga ad una escalation di violenza o ad un far finta di niente. Si deve anche riconoscere che è necessaria l’integrazione con altri maschi per rompere il “silenzio maschile” sui propri sentimenti. In questo soccorre l’esperienza pluridecennale dei gruppi-uomini con le loro “regole d’oro”: parlare partendo sa sé, in prima persona, dalla propria esperienza; ascoltare senza reagire, aspettando il proprio turno; prendere la parola senza timore di essere giudicato né per il contenuto né per la correttezza espressiva; la riservatezza su quanto detto nell’incontro. Uno scambio autobiografico in modo che “la storia dell’altro diventa qualcosa su cui riflettere ma anche qualcosa che agisce dentro di me come una possibilità che non mi appartiene ma che aiuta a ripensare il vivere da uomini in maniera più ampia”. Quando ci si sente “marginali” rispetto alle idee forti ed egemoni può soccorrere “una pratica riflessiva e problematizzante”. Queste pratiche dovranno riverberarsi sul “proprio modo di atteggiarsi” a cominciare dall’atteggiarsi fisico per giungere al registro verbale. Sarà necessario “ricalibrare la divisione della fatica domestica e dell’educazione della prole” superando il fatto “che mariti sindacalisti o psicoterapeuti, sociologi o pubblicisti, siano troppo impegnati nel teorizzare in pubblico la parità dei diritti fra i generi per trovare il tempo di dare una mano alle congiunte nelle faccende domestiche”. Infine “promuovere programmaticamente una visione diversa della maschilità” facendosi “promotori di un’azione pedagogica e politica a più ampio raggio possibile” in vista di due obiettivi: “riconoscimento e decostruzione degli stereotipi di genere, con lettura dell’immaginario circa le identità di genere e le relazioni tra i generi”; “indagine sui luoghi comuni e rappresentazioni circa la violenza di genere, riconoscimento delle dinamiche della violenza per poter mettere in atto strategie di coping (=risposta) più efficaci”. “Occorre offrire ai ragazzi strumenti per riconoscere la complessità, aiutarli a far luce sul fatto che ciò che è maschile e ciò che è femminile si rivela molto meno univoco di quanto i modelli dominanti vogliono far credere; soprattutto offrire uno spazio di libertà dove i ragazzi e le ragazze possano esprimere i loro dubbi, le paure e le contraddizioni, possano scoprire e valorizzare i molteplici desideri, le possibilità e le dimensioni che li contraddistinguono”, raccontando anche storie di maschi che hanno vissuto in modo alternativo rispetto al modello unico e dominante come Capitini, Desmond Tutu, Gandhi o Milk. Il IX capitolo è dedicato a tentare di rispondere ad alcune obiezioniLa violenza non ha sesso? Questa affermazione è vera ma dedicarsi alla violenza maschile sulle donne oltre a rispondere ad una esigenza di pragmatismo risponde ad una convinzione e che cioè “non è una opzione equivalente alle altre, ma una decisione strategica lungimirante” perché “il maschilismo – come dice Peppe Sini – è la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza, di ogni oppressione”. “Il maschilismo patriarcale è ormai superato?”: sono molti i segnali anche nel mondo giovanile che dicono di no, la condizione della donna è “comunque sufficientemente migliorata rispetto al passato. L’esperienza diretta di molti e molte di noi attesta che, specialmente ma non esclusivamente nelle fasce sociali meno istruite, permane una visione delle cose assai meno progredite”. “Femminismo e nuovo pensiero maschile vogliono perpetuare la lotta fra i sessi?” La lotta tra i sessi è una constatazione e i movimenti femministi e degli uomini consapevoli vogliono superarla e quando lo sarà saranno pronti a scomparire. “La liberazione delle donne è un problema delle donne?” Indubbiamente per l’autore “la mentalità patriarcale è una grande gabbia da cui le donne devono liberarsi non meno deli uomini per poter a loro volta agire sulle nuove generazioni di uomini e donne”. SI deve mettere in agenda il dialogo e la cooperazione fra gruppi femministi e gruppi di maschilità alternativa. Il gruppo uomini non sarà un gruppo di maschi “allarmati”, “pentiti”, “ingenui”: “emerge al contrario la scelta di non subire una strada già tracciata, di ascoltare i nostri desideri e di riconoscere quanto il nostro stesso immaginario sia colonizzato da un sistema oppressivo”.

Chiudono il libro cinque allegati dove troviamo L’Appello di Maschile Plurale per il 25 novembre 2009 (aggiornato nel 2016), l’autopresentazione del Gruppo “Noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne”, Statuto della stesso gruppo; un articolo di Paola Di Nicola “I pregiudizi nelle frasi di noi giudici” e un opera poetica di Umberto Santino e Andrea Cozzo “Ricordati di ricordarle”.


MAURIZIO PORTALURI

domenica 3 gennaio 2021

TRA LA BIBBIA E L'INSEGNAMENTO DELLE CHIESE CRISTIANE C'E' CONTINUITA' O FRATTURA ?


 Dall'1 gennaio 2021 è on line, scaricabile gratuitamente, il numero 47 del bimestrale "Dialoghi mediterranei" dell'Istituto Euro-arabo di Mazara del Vallo (Trapani). Tra i molti contributi interessanti desidero segnalarvi un confronto su come l'opinione pubblica sta reagendo alla pandemia (sulla base di un articolo di Neri Pollastri sul numero precedente, si è svolto un dialogo fra lo stesso Pollastri e Maria D'Asaro sulla più ampia tematica del rapporto fra ragione ed emozioni nelle nostre scelte etiche); inoltre ho invitato Alberto G. Biuso a esporre alcune sue idee a proposito della pandemia in atto che so distanti, talora opposte, a quelle di Neri Pollastri che tendenzialmente condivido (nella convinzione che, fra filosofi, la dialettica è più fertile dell'unanimità).

Personalmente ho preferito utilizzare lo spazio che il Direttore editoriale della rivista, Antonino Cusumano, mi mette, gentilmente, a disposizione per far conoscere un libro-dinamite (ormai fuori commercio da tempo) pubblicato più di venti anni fa dal mio compianto amico fra Ortensio da Spinetoli: Bibbia e catechismo. Il credo, i sacramenti, i comandamenti (Paideia, Brescia 1999):


venerdì 1 gennaio 2021

TRE GIOVANI S'INTERROGANO SULLA MAFIA: UN LIBRO (ADRIANA), UNA RECENSIONE (NINO) E UN SEMINARIO (ON LINE)



E' in vendita, in tutte le librerie fisiche e on line, il libro di Adriana Saieva particolarmente adatto ai giovani lettori fra i 10 e i 15 anni (in qualche catalogo esce con un titolo provvisorio, poi modificato:Palermo@Torino) edito da Crispino Di Girolamo con una delle sue 4 sigle editoriali: BukBuk.

Di cosa tratti questo documento-racconto è ben illustrato dalla recente recensione che vi ha dedicato Antonino Cangemi: 

https://www.zerozeronews.it/la-scuola-sdradica-la-mafia-e-impedisce-che-si-riproduca/


Chi lo desideri potrà partecipare attivamente ad un seminario sul libro e sul tema, più ampio, dell'educazione alla cittadinanza consapevole, responsabile e attiva, organizzato dalla Scuola di formazione etico-politica "G. Falcone" di Palermo:

                  SEMINARIO DI RIFLESSIONE CRITICA

                                            (ON LINE)


                                                          SU


 EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA E ALLA LEGALITA’ DEMOCRATICA

 

a partire dal volume di 

 

Adriana SaievaCos’è la mafia? Tre giovani in cerca di risposte,

 illustrazioni di Roberta Santi,

 Buk Buk, Trapani 2020, pp.  109, euro 12,90.

 

Il seminario si svolgerà 

                                         VENERDI’ 15 GENNAIO 2021 

                                          dalle ore 17 alle ore 19

 

su una piattaforma che sarà indicata dal giorno precedente

sul sito www.scuoladiformazionegiovannifalcone.it

(al quale, chi vuole, può iscriversi per avere sulla propria casella postale tutti gli aggiornamenti).

 

Parteciperà, insieme all’autrice del libro, Maria D’Asaro

Introduce Rosalba Leone.

Modera Augusto Cavadi.

 

Chi volesse partecipare al seminario più attivamente (con considerazioni critiche sullo strumento didattico proposto, con racconti di esperienze effettuate, con suggerimenti di progetti futuri etc.) potrebbe procurarsi il volume in tutte le principali librerie on line e fisiche d’Italia.

A richiesta - SOLO SE SI HANNO DIFFICOLTA' CON IL PROPRIO LIBRAIO DI FIDUCIA O CON QUALCHE LIBRERIA ON LINE - viene anche consegnato a casa senza ulteriori spese di spedizione: 

chiedere copia e specificare indirizzo postale scrivendo a: a.cavadi@libero.it