venerdì 29 giugno 2018

SILVIA DI LUZIO A PALERMO ! 3 APPUNTAMENTI

                                           Silvia di Luzio a Palermo 

Silvia Di Luzio è una cardiologa di Pescara, laureata a Bologna,  che ha perfezionato i suoi studi di medicina negli Stati Uniti.
  Si occupa in particolare dell’importanza dell’equilibrio autonomico nello stato di salute: le ricerche di neuro-cardiologia dimostrano, infatti,  l’impatto dello stress e degli stili di vita nello sviluppo delle patologie. Tuttavia è altresì dimostrato scientificamente che alcune  tecniche di gestione dello stresspossono fare la differenza, migliorare le condizioni di vita e ripristinare la salute.
La dottoressa Di Luzio, negli incontri palermitani, relazionerà – anche con dimostrazioni pratiche – sulle sue ricerche (in ambito sanitario e aziendale) riguardanti  l’utilizzo di macchinari in grado di misurare parametri psicofisiologici che possono essere volontariamente messi in equilibrio da persone che abbiano acquisito conoscenza dei propri processi fisiologici.

   Gli appuntamenti cui si può partecipare sono tre:

Domenica 1 luglio ore 11,00 – 13,30: Casa dell’equità e della bellezza 
                                                             (vedi più sotto programma n. 1)
Lunedì 2 luglio ore 9,30 – 14,30: Sede Ordine dei Medici di Palermo
                                                               (vedi più sotto programma n. 2)
Martedì 3 luglio ore 9,00 – 14,00: Casa dell’equità e della bellezza
                                                                (vedi più sotto programma n. 3)



Programma n. 1

·      Domenica 1 luglio dalle 11,00 alle 13,30 presso la Casa dell’equità e della bellezza di v. N. Garzilli 43/a a Palermo: Conversazione con la cardiologa pescarese Silvia Di Luzio sul tema: “Il cuore è intelligente?”. La dottoressa Di Luzio è, tra l’altro, autrice del volume  Il cuore è una porta (oggetto di studio nel corso di uno dei nostri cicli di cenette filosofiche per non-filosofi).
Quota di partecipazione:euro 10,00.
Si potrà restare nella Casa per condividere a pranzo ciò che ognuno vorrà portare        sulla tavola e proseguire la chiacchierata anche per qualche tempo pomeridiano. 






Programma n. 2


*****************************************

PROGRAMMA N. 3
SEMINARIO DI STUDIO 
PALERMO 3 LUGLIO 2018 ORE 9.00-14.00 
CASA DELL’EQUITA’ E DELLA BELLEZZA
VIA N. GARZILLI N. 43/a 
La gestione dello stress: 
importanza delle emozioni e dei pensieri
per una epigenetica della salute 

Didatta: Dott.ssa Silvia Di Luzio 
Medico specialista in cardiologia e cardiologia pediatrica, master in medicina biointegrata, master in tecniche di gestione dello stress attraverso biofeedback, già Senior Research Associate c/o Northwestern University di Chicago. 
Discussants:Raffaele Cascone Psicologo, psicoterapeuta, cultore della materia presso il Dipartimento Biomedicina sperimentale e neuroscienze cliniche Università di Palermo, Iarfs PalermoCarla Garofalo Avvocato penalista, Presidente Associazione Flavio Beninati, Palermo 
Programma: 
Epigenetica, resilienza e stili di vita
Stress e correlati neurobiologici
Sistema simpatico e parasimpatico: disequilibrio bilanciamento o stato di flusso?
Le emozioni: vivo di azioni o di reazioni?
Studi scientifici e casi clinici: lo stress come fattore di rischio
Valutazione fisiologica dello stato di equilibrio/disequilibrio attraverso l’analisi della varianza del battito cardiaco ( hrv)
Esercizi pratici e tecniche di gestione dello stress per entrare in coerenza cardiaca e stato di flusso
I tre cervelli in equilibrio: la Via dell’armonia
La partecipazione è a numero chiuso per n. 20 partecipanti. 
Quota di partecipazione:euro 20,00.



giovedì 28 giugno 2018

COME STA LA CHIESA CATTOLICA? CHIEDI AI TEOLOGI LIBERI





28.6.2018

 COME STA LA CHIESA CATTOLICA ? CHIEDI AI TEOLOGI LIBERI

    Appartengo alla generazione che negli anni del Concilio ecumenico Vaticano II (1962 – 65) viveva l’adolescenza. Ovvio, perciò, che i decenni successivi – della giovinezza e della maturità – siano stati segnati dalla speranza di vederne i frutti. Si sono visti davvero? Dipende da cosa ci si aspettava. Chi attendeva un “aggiornamento” del linguaggio, di alcune norme liturgiche, di alcuni costumi del clero e dei laici può ritenersi soddisfatto: fenomenologicamente un abisso separa la Chiesa di Pio XII dalla Chiesa di Giovanni XXIII, di Paolo VI, di  Giovanni Paolo I, di Giovanni Paolo II e dello stesso Benedetto XVI.
  La stessa soddisfazione non possono avvertire quanti si aspettavano che la Chiesa andasse oltre un pur necessario intervento di maquillage, che avesse il coraggio (non solo intellettuale) di tornare a riesaminare criticamente la propria storia alla luce del  fondamento evangelico per sfrondarsi di tutto ciò che – sul piano dogmatico e morale – aveva finito con il soffocare il messaggio originario del Maestro di Nazareth. Per quanti, insomma, il Concilio ecumenico Vaticano II doveva segnare un cambio di “paradigma” nel modo di intendere e di vivere il cristianesimo, la delusione è stata notevole.
   Le conseguenze di questa delusione sono sotto gli occhi di tutti: nell’ultimo mezzo secolo i cittadini che si dichiarano cattolici sono diminuiti di molto e quanti frequentano effettivamente le chiese sono ancora meno. Ma cosa davvero non va nell’insegnamento ecclesiastico? Come dovrebbe riformarsi per essere, a un tempo, più fedele al vangelo e più convincente per le persone sveglie e mediamente istruite?
    La risposta non può  provenire né da teologi ‘ufficiali’ (che di solito sanno, ma non possono parlare se vogliono conservare le cattedre) né dagli intellettuali ‘laici’ (che possono parlare liberamente, ma di solito non hanno una preparazione specifica nell’ambito degli studi teologici). Per fortuna, in questi ultimi anni, si vanno affacciando sulla scena pubblica teologi di salda formazione cattolica che, sfidando i fulmini del Vaticano, dicono e scrivono con chiarezza ciò che pensano. E’ il caso – per limitarci al nostro Paese - di Carlo Molari, Ortensio da Spinetoli, Franco Barbero, Alberto Maggi, Ferdinando Sudati, Vito Mancuso…
    In questa scia troviamo gli scritti di Elio Rindone il cui ultimo volume (dal titolo eloquente: Un magistero anacronistico ?,www.ilmiolibro.it, Roma 2017) sarà presentato a Palermo giovedì 28 giugno alle ore 18,00 presso la Casa dell’equità e della bellezza di via N. Garzilli 43/a. In questa raccolta di articoli l’autore esamina, in dettaglio, le contraddizioni e i limiti dell’insegnamento di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.   Qualche cattolico praticante potrebbe, per eccesso di ingenuità, chiedersi: perché occuparsi di rileggere criticamente dottrina e prassi ecclesiali se il buon Dio ci ha donato il rivoluzionario papa Francesco? Elio Rindone, quasi a prevenire questa considerazione, sin nella Prefazioneesprime delle riserve radicali sulla possibilità che l’attuale “vescovo di Roma” voglia e possa farsi promotore dei mutamenti ormai indilazionabili. A suo parere nessun organismo sociale  - meno che mai un organismo plurimillenario e planetario come la Chiesa cattolica – può rigenerarsi per merito (o, secondo altri, per colpa!) di un solo soggetto, fosse pure investito di enormi poteri. Tra quanti vogliono che la Chiesa non si riduca a una riserva indiana, con personaggi pittoreschi che pensano e vivono da medievali, ma diventi la comunità plurale di quanti riconoscono (senza esclusivismi presuntuosi) nel vangelo di Gesù un faro decisivo per orientarsi nell’oscurità della storia, ognuno deve apportare il proprio contributo: in capite et in membris, dalla testa sino a tutte le membra.  In quest’azione sinergica ognuno spenderà i propri carismi, le proprie esperienze, le proprie competenze: ma a tutti devono essere chiare le méte e le ragioni per cui valga la pena di procedere, con saggezza e decisione, verso di esse. E tra questi obiettivi c’è da metterne a fuoco uno: non basta che cambino i pontefici se resta immutato il pontificato. Sino a quando resterà una struttura monarchica, fortemente gerarchizzata, sul modello dell’Impero Romano, la Chiesa cattolica non potrà convertirsi all’essenza del messaggio evangelico che annunzia la fraternità e la sororità degli esseri umani, tutti e tutte figliuoli del medesimo Dio, Padre e Madre comune. 
   



Augusto Cavadi

www.augustocavadi.com

martedì 26 giugno 2018

IL ROSARIO DI SALVINI, I FIORI ALLA MADONNA DI DE LUCA : NULLA DA ECCEPIRE?



26.6.2018

SALVINI, DE LUCA, LA TELEFONATA DI PAPA FRANCESCO

       Salvini che a Milano sventola vangelo e rosario, De Luca che a Messina porta fiori alla Madonna per ringraziarla dell’elezione a sindaco: ci sarebbe da sorridere se non ci fosse, molto prima e più, da riflettere. Dopo la Rivoluzione americana e la Rivoluzione francese nel XVIII secolo, dopo il “libera Chiesa in libero Stato” di Cavour nel XIX secolo, era lecito illudersi di essere usciti dalla dialettica medievale tra Trono e Altare. Ma non è così. Il potere politico (incarnato da personaggi che, individualmente, possono benissimo essere atei o agnostici) ritiene che il potere religioso (incarnato anch’esso da personaggi sinceri o solo assetati di carriera) possa servire ancora – nonostante la secolarizzazione sociologica – come  instrumentum regni . E a sua volta la Chiesa, in evidente difficoltà di consensi presso  fasce sempre più ampie di popolazione, può illudersi di recuperare – grazie all’alleanza con lo Stato – l’influenza che va perdendo nella società. Ma è davvero così? Questa logica dell’io-sostengo-te-affinché-tu-possa-sostenere-me funziona?
       Basta dare uno sguardo alla storia per rispondere negativamente.
       Dall’inizio dell’era costantiniana (IV secolo d. C.) in poi la relazione fra autorità politiche e autorità religiose ha dato luogo a tensioni e controversie più che a pacifiche  sinergie. Gli storici hanno dovuto elaborare due categorie apposite per descrivere l’alternarsi di egemonia dell’una o dell’altra istituzione: il “cesaropapismo” (quando Cesare ha voluto fare anche da Papa, governando anche vescovi e preti) e la “teocrazia” o meglio “ierocrazia”  (quando il Papa ha voluto fare anche da Cesare, condizionando la legislazione e l’amministrazione degli organismi civili).
      Da questa conflittualità a cicli alterni, nonostante alcuni vantaggi immediati, sul lungo periodo a perdere di credibilità sono stati sia il potere politico sia il potere religioso. Gli Stati più legati alla Chiesa cattolica, infatti, sono stati e sono più refrattari ad accogliere le istanze democratiche: hanno fatto muro contro le richieste di maggiori diritti politici e civili da parte dei cittadini, provocando divisioni e malcontenti. Campagne referendarie a proposito di divorzio, interruzione volontaria della gravidanza, riconoscimento delle coppie di fatto, eutanasia si sono trasformate – da legittime occasioni di confronto ideologico – in crociate dove l’ostensione dei simboli e l’urlo degli slogan soverchiavano gli argomenti ragionevoli dall’una e dall’altra parte. 
Ma, almeno, la Chiesa cattolica ha guadagnato dalle sue incursioni nel dibattito pubblico e dalla pressione sui partiti conservatori? La storia del Fascismo e del Nazismo ci insegna che, dopo fasi di convergenza, la Chiesa è stata come soffocata dall’abbraccio con questi governi dittatoriali. E quando ha provato a liberarsene, si è accorta che fosse ormai troppo tardi. Inoltre – e peggio –  ha dato del messaggio originario di Gesù di Nazaret una versione stravolta, trasformando l’invito alla libertà e alla solidarietà in legittimazione della repressione e del disordine costituito. Molti cittadini, conoscendo soltanto questa interpretazione ‘moderata’ e soporifera del vangelo, si sono ritenuti in obbligo morale di rifiutarlo nello stesso momento, e per le stesse ragioni, per cui rifiutavano ideologie autoritarie e reazionarie. 
        Ecco perché i vescovi italiani, a mio sommesso avviso, farebbero bene a chiarire (con molta maggiore nettezza di quanto è avvenuto sinora) che politici come Salvini e De Luca   hanno il diritto di portare avanti i loro progetti, ma laicamente. A vescovi e credenti, poi,  il diritto, e prima ancora il dovere, di esprimere i propri giudizi: ma sull’operato effettivo, sul merito delle scelte, non sulle dichiarazioni programmatiche di  appartenenza confessionale. Se la telefonata di papa Francesco al neo-sindaco di Messina è vera, bisogna ammettere francamente che è tra le più precipitose, e le meno meditate, del simpatico vescovo di Roma. Egli sa molto meglio di noi tutti che, nel vangelo secondo Matteo, al versetto 21 del capitolo 7, si legge: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”.

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com


http://livesicilia.it/2018/06/26/salvini-il-papa-e-de-luca-comizi-tra-preghiere-e-rosari_974435/

sabato 23 giugno 2018

CINQUE LUOGHI DELLA MIA PALERMO DA NON PERDERE





E' in libreria, in questi giorni, Palermo. Una guida (Odòs, Udine 2018, pp. 269, euro 14,50) di Felicia Manasseri: un testo elegante, accurato, documentato.  E - particolare non trascurabile - corredata da cartine topografiche e belle fotografie. Davvero utile, insomma,  per chi voglia esplorare la nostra complessa città. Ospita anche alcune testimonianze di persone legate, a vario titolo, alla città siciliana; tra cui la mia (alle pp. 75-78) che riporto qui di seguito.
                                                              ***
Palermo sembra una città, in realtà è un arcipelago di città (con pochissimi ponti, talora nessuno, fra un’isola e l’altra). Nonè possibile conoscerla tutta se hai meno di venti anni di tempo a disposizione (io ne ho avuto quasi settanta e ancora non sono riuscito a esplorarla per intero). Se sei un visitatore che già conosce i luoghi-cartolina (giustamente celebrati nelle guide in ogni lingua del mondo), ma vuole mettere il naso in posti insoliti che valga la pena vedere una volta nella vita, ti suggerirei:
1.            Non lontano dalla stazione ferroviaria centrale cerca il complesso dello Spasimo. Troverai una chiesa mozzata che, a sua volta, mozza il fiato: non ha cupola e nessuno ha stabilito con certezza se non l’ha più perché è crollata o se non l’ha avuta mai. Ma dentro e intorno s’inerpicano arrampicanti e si slanciano fusti d’albero; e di notte puoi parlare con le stelle. Me la fece scoprire, una sera di maggio,  una ragazza di cui ero innamorato: purtroppo, oltre questa dritta, non ebbi null’altro di lei da conservare in memoria.
2.            Dallo Spasimo, rigorosamente a piedi (e facendo moderata attenzione a zainetti, macchine fotografiche e accessori vari), puoi curiosare per il centro storico – uno dei più grandi e meno valorizzati d’Europa – in cerca di uno degli oratori impreziositi dagli stucchi di Giacomo Serpotta. Come questo diavolo l’artista, a cavallo fra il Seicento e il Settecento, abbia impastato le figure di donne e di bambini è un segreto che ha portato con sé nella tomba. Tu entra e stupisciti (se non sai quale scegliere, comincia dall’Oratorio di san Lorenzo in via Immacolatella), ma a patto di non essere in preda a strani appetiti: qualche volta vi ho accompagnato ospiti poco raccomandabili, ma sinceri, che mi hanno confessato che quei puttini danzanti, con i sederini nudi in aria, stimolavano in loro la voglia di addentarli e in qualcuno perfino di peggio.
3.  A meno di un chilometro dall’Oratorio serpottiano puoi immergerti nel clima orientale di un suq (o, come scriviamo di solito in italiano, suk) inoltrandoti lungo il mercato plurietnico di Ballarò. E’ uno dei pochi posti in Europa a resistere (parzialmente almeno) alla globalizzazione: molta frutta, molti colori, molti odori, molta immondizia e soprattutto molte grida che puoi incontrare qua li trovi in poche altre città occidentali.  La donna della mia vita insegnava nelle scuole elementari incistata in questa Bailamme quando l’ho conosciuta e, da allora, ho imparato a perdonare molte cose a chi vi abita, vi fatica onestamente o vi delinque abitualmente. Se poi vuoi vedere come dovrebbe essere, e solitamente non è,  una celebrazione eucaristica cattolica – specialmente se i tuoi ricordi in proposito sono tanto vaghi quanto lontani – alle 11 e trenta della domenica puoi curiosare dentro la Chiesa di San Francesco Saverio e accertarti che, come al solito, tenga l’omelia don Cosimo Scordato (che prima o poi si decideranno a proclamare patrimonio vivente dell’umanità…).
4.  A piedi o con un bus di linea urbana (evitare i taxi che, soprattutto per questa meta, chiedono cifre fantasiose) raggiungi il santuario di santa Rosalia su Monte Pellegrino. Ma, mentre tutti saliranno i numerosi scalini per visitare la grotta con la statua della santa in orizzontale  (niente di imperdibile, ma una volta che sei là perché non visitarla?), tu procedi a piedi per circa un chilometro verso la piazzuola in cui campeggia una santa Rosalia in verticale (ancor meno imperdibile della precedente), ma da cui si ammira un panorama davvero incantevole: da una parte il golfo di Mondello, dall’altra il porticciolo di Vergine Maria (a pochi passi dal quale ho il privilegio di vivere e meditare), il cimitero dei Rotoli e in prospettiva l’intero golfo di Palermo.  Quando volevo far colpo a una ragazza, specie se ospite della città, la conducevo su questa terrazza e – immancabilmente – le citavo le righe di Goethe su quel promontorio, a suo dire “il più bello del mondo”. Per ragioni anagrafiche le mie incursioni a quell’altezza si sono fatte sempre più rare…
5.      A proposito di panorami: da dove osservare la città di Palermo in tutta la sua estensione? Già chi sale verso la sommità del Monte Pellegrino potrà rubare scorci notevoli. Ma ci sono almeno due altre postazioni che offrono prospettive alternative. La prima è la villa pubblica di Monreale, alla destra della porta principale (solitamente serrata) del Duomo (insomma accanto all’ingresso del Chiostro): la vista è ampia ma intravedere, fra una costruzione abusiva e l’altra, gli agrumi della devastata Conca d’Oro, fa male al cuore (la mafia non ha ucciso solo persone integerrime, ma anche territori benedetti da Dio o dal Caso). Una seconda postazione è un luogo privato ma, appartenendo a una struttura alberghiera con annesso ristorante, è aperto al pubblico: la terrazza dell’ex-convento dei Francescani di Baida cui si accede costeggiando la leziosa chiesetta nella piccola piazza del borgo (anch’essa raggiungibile con una bella passeggiata a piedi o con bus di linea). Da lì si capisce ciò che camminando per le vie di Palermo, tra palazzi antichi e contemporanei,  non si sospetta neppure: che la città deve l’origine del nome – “Tutto porto” -  al mare. Tornare a Baida mi intenerisce: quando era ancora un convento di frati, mi ha accolto tante volte – da solo e più spesso in gruppi – nel suo silenzio e nella sua quiete. E non smetto di sperare che qualcosa di quella pace possa infiltrarsi negli interstizi delle chiassose comitive scolastiche in gita d’istruzione che vi vengono ospitate.

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

venerdì 22 giugno 2018

NINO CANGEMI SUL "PEPPINO IMPASTATO" DI AUGUSTO CAVADI



www.siciliainformazioni.it
24.5.2018


Tra i tanti caduti per mafia, Peppino Impastato occupa un posto particolare e di rilievo. La testimonianza della sua vita – colma di fervori, progettualità, estro, ma anche di acute sofferenze e lacerazioni interiori – assume un significato esemplare, soprattutto per le nuove generazioni. L’instancabile Augusto Cavadi (instancabile nel suo impegno di saggista poliedrico rivolto su tre versanti: quello civile, filosofico, teologico), ha voluto dedicare al protagonista dei “Cento passi” (quanto può incidere un bel film sulla memoria di un uomo?) il suo ultimo libro “Peppino Impastato martire civile”, edito da di Girolamo. Ponendo l’accento proprio sull’esemplarità del suo messaggio e rivolgendosi, innanzitutto, a un pubblico di lettori delle ultime generazioni.Con la metodicità analitica consueta, nel libro Cavadi illustra e spiega le ragioni dell’importanza della storia di Peppino Impastato.
La prima si coglie nel fatto che Impastato non si occupò di mafia per ragioni professionali, non la contrastò in quanto magistrato o poliziotto: il suo impegno contro la criminalità organizzata scaturì da motivazioni così sentite al punto di rompere con il padre e alcuni suoi parenti saldamente legati alla mafia. Per Impastato la mafia non era qualcosa di astratto, appreso sui libri o sui giornali: la mafia gli viveva accanto, infettava il sangue dei suoi famigliari. Il giovane ribelle di Cinisi conosceva direttamente i mafiosi, li incontrava ogni giorno, ne sentiva il respiro: da qui il sottotitolo emblematico “Contro la mafia e contro i mafiosi”.
A parte questo, che già di per sé rende vivissimo e intenso l’esempio di Impastato, vi sono altri motivi che accentuano gli aspetti edificanti della sua esistenza. Cavadi si sofferma, con partecipe attenzione, su come Impastato ha inteso la lotta alla mafia. Per Peppino, l’azione di contrasto alla mafia s’innestava nel suo impegno politico rivoluzionario comunista, era un tutt’uno con i suoi ideali di palingenesi sociale.
Cavadi ci ricorda come le tante iniziative promosse da Impastato nei luoghi in cui viveva –luoghi contaminati dalla mafia – erano sorrette da un progetto lucido e intelligente, oltre che lungimirante: ricomprendevano la sfera sociale e quella comunicativa (si pensi alle denunce mosse coraggiosamente da una radio libera, alle manifestazioni artistiche nel campo del teatro, della musica e del cinema). I suoi metodi si avvalevano anche della forza dirompente della satira e dello sberleffo.
Il saggista palermitano dedica un capitolo del libro alla “spiritualità laica” di Impastato, rivelata dalla sua purezza interiore, dal suo essere un uomo libero, distaccato da ogni interesse materiale.
Uno dei pregi del volumetto è l’avere messo in luce le fragilità dell’uomo Impastato, per sottolineare che chi ha dedicato e sacrificato l’esistenza all’antimafia non è un “eroe”, ma una persona come le altre. Il che ha un valore pedagogico non trascurabile: l’impegno per la legalità è prerogativa di tutti, non va delegata a superuomini.
Ciascun capitolo dell’interessante saggio è aperto da passi di scritti di Impastato, tra i quali risaltano alcune sue toccanti poesie e, a conclusione, ci sono lettere a Impastato e brevi messaggi lasciati nella casa di Peppino da gente comune. Quella gente comune a cui spetta raccogliere la sua eredità di resistenza civile, anche attraverso piccoli gesti quotidiani.
Did you find apk for android? You can find new Free Android Games and apps.
Nino Cangemi

lunedì 18 giugno 2018

VACANZE FILOSOFICHE SUL LAGO D'ISEO: 30 GIUGNO SCADE LO SCONTO!

Come comunicato a suo tempo, lo sconto sulla quota di partecipazione ai seminari di filosofia per non...filosofi (in programmazione a LOVERE, sul Lago d'Iseo, dalla sera del 21 agosto al pranzo del 27 agosto 2018) scadrà il 30 giugno c.m.
Per comodità di tutti ripubblico il programma-invito delle prossime Vacanze filosofiche:


INVITO
 
Il gruppo editoriale “Il pozzo di Giacobbe”-“Di Girolamo” di Trapani
e la fattoria sociale “Martina e Sara” di Bruca (Trapani)

organizzano la

XXI

SETTIMANA FILOSOFICA

PER… NON FILOSOFI



Per chi:

Destinatari della proposta non sono professionisti della filosofia ma tutti coloro che desiderano coniugare i propri interessi intellettuali con una rilassante permanenza in uno dei luoghi tra i più gradevoli del Bel Paese, cogliendo l’occasione di riflettere criticamente su alcuni temi di grande rilevanza teorica ed esistenziale.

Dove e quando:

Lovere (Bergamo)a 200 metri, dal 21 al 27 agosto 2018

Su che tema:


LO SPAZIO DELLA SPERANZA NELL’EPOCA DELLA DISPERAZIONE


Le "vacanze filosofiche per...non filosofi", avviate sperimentalmente sin dal 1983, si sono svolte regolarmente dal 1998. Per saperne di più si possono leggere: Autori vari, Filosofia praticata. Su consulenza filosofica e dintorni(Di Girolamo, Trapani 2008) oppure, A. Cavadi, Filosofia di strada. La filosofia-in-pratica e le sue pratiche(Di Girolamo, Trapani 2010) oppure A. Cavadi, Mosaici di saggezze(Diogene Multimedia, Bologna 2015).
È attivo anche il sito http://vacanze.domandefilosofiche.itcurato da Salvatore Fricano (Bagheria).


Programma orientativo


Arrivo nel pomeriggio (possibilmente entro le 19) di martedì 21 agosto e primo incontro alle ore 21. La partecipazione alle riunioni è ovviamente libera, ma le stesse non subiranno spostamenti per far posto a iniziative private.

Sono previsti due seminari giornalieri, dalle 9.00 alle 10.30 e dalle 18.15 alle 19.45, sui seguenti temi:


* Ragionevolezza o illusorietà della speranza? La lezione degli antichi
* In cosa possiamo, ragionevolmente, sperare?
* Si può sperare in Nulla?
* La nuova speranza di Nietzsche: l’avvento del superuomo
* Esercizi di speranza


I seminari saranno introdotti a turno da Augusto Cavadi (Palermo), Francesco Dipalo (Bracciano), Orlando Franceschelli (Roma), Salvatore Fricano (Bagheria), Elio Rindone (Roma)


È possibile chiedere di anticipare e/o posticipare di qualche giorno il soggiorno in albergo.

Partenza dopo il pranzo di lunedì 27 agosto.
  

Costo


L'iscrizione al corso (comprensiva dei materiali didattici) è di euro 180 a persona. Chi si iscrive entro il 30 giugno ha diritto a uno sconto di 30 euro. Le coppie che si iscrivono entro tale data avranno un ulteriore sconto di 15 euro a persona.

Eccezionalmente si può partecipare a uno dei 12 incontri (euro 15).

Ognuno è libero di trovare il genere di sistemazione (albergo, camping o altro) che preferisce.

Chi vuole, può usufruire di una speciale convenzione che il comitato organizzatore (che come sempre non può escludere eventuali sorprese positive o negative) ha stipulato con:

Hotel Continental, Viale Dante 3 - 25065 Lovere, Tel. 035 983585, Mail: prenotazioni@continentallovere.it- (cui cisi può rivolgere per la prenotazione delle camere e il versamento del relativo acconto).

Si consiglia di chiedere l’iscrizione per tempo, poiché il numero delle camere è limitato, facendo riferimento alla convenzione particolare col gruppo di filosofia.

La pensione completa, comprensiva di bevande, costa:

* in camera singola (con bagno) € 75 al giorno.
* in camera doppia (con bagno) € 65 al giorno.
* in camera doppia (con bagno) uso singola euro 95 al giorno.


Avvertenze tecniche


·     Per l'iscrizione ai seminari, dopo aver risolto la questione logistica, inviare l’acclusa scheda d’iscrizione e la copia (anche mediantescanner) del versamento di € 50,00 a persona, a titolo di anticipo sulla quota complessiva, a: prof. Elio Rindone (tel 0699928326 - fax 0623313760 - email: eliorindone@tiscali.itoppure a.cavadi@libero.it). In caso di mancata partecipazione alla vacanza-studio, detta somma non verrà restituita. La prenotazione al seminario non è valida finché non è stato effettuato il versamento e la data del bonifico fa fede per lo sconto!

·     Il saldo della quota di partecipazione sarà versato all'arrivo in albergo.



Scheda di iscrizione

Nome_______________________

Cognome____________________

Via o piazza_________________

N. civico____________________

c.a.p. e Città_________________

Prov._______________________

tf.__________________________

e-mail______________________

fax_________________________

Ho spedito € 50 a persona
mediante bonifico bancario*
intestato a:
Elio Rindone
conto cor. n° 1071306
presso Monte dei Paschi,
agenzia 96, Roma

Codice IBAN del conto corrente:

IT43L0103003278000001071306

Anticipo per Lovere


Firma______________________

* I versamenti possono essere
unificati per due o più iscrizioni

Scheda di iscrizione


Nome_______________________


Cognome____________________

Via o piazza_________________

N. civico____________________

c.a.p. e Città_________________

Prov._______________________

tf.__________________________

e-mail______________________

fax_________________________

Ho spedito € 50 a persona
mediante bonifico bancario*
intestato a:
Elio Rindone
conto cor. n° 1071306
presso Monte dei Paschi,
agenzia 96, Roma

Codice IBAN del conto corrente:

IT43L0103003278000001071306

Anticipo per Lovere


Firma_______________________

* I versamenti possono essere
unificati per due o più iscrizioni