sabato 16 ottobre 2021

100 FILOSOFI ITALIANI ESPRIMONO DISSENSO DALLE TESI DI AGAMBEN E CACCIARI


 Quando un piccolo filosofo come me spara una sciocchezza, di solito è una piccola sciocchezza. Se sono grandi filosofi (o ritenuti tali da altri che capiscono, o fanno finta di capire, i loro scritti), di solito sono grandi sciocchezze.

Nella mia modesta posizione di "filosofo di strada" - come Giordano Bruno diceva di sé, "accademico di nulla accademia"; o, per citare Gerd Achenbach, "specialista del generico" - ho cercato mesi fa di dare la mia testimonianza pubblica di dissenso dalle tesi di Agamben e Cacciari (purtroppo condivise da altri colleghi che stimo): https://www.augustocavadi.com/2021/07/vaccino-anti-covid-una-testimonianza-da.html

Non posso dunque che registrare con gratitudine il documento con cui altri cento filosofi e intellettuali italiani prendono posizione pubblicamente affinché ogni lettore/rice, ogni cittadino/a, possa ascoltare almeno due campane e tirare una propria conclusione critica. 

Da quasi due anni, accetto nonviolentemente le accuse di conformismo etico, sudditanza intellettuale, gregarismo politico...che alcuni colleghi-filosofi lanciano pesantemente su quanti crediamo nei meccanismi democratici (non so quanto consapevoli, nonostante i loro titoli di studio, di diffondere teorie nazifasciste e leniniste-staliniane: il peggio dell'eredità novecentesca): ma non per questo cambierò di una virgola la mia resilienza ferma quanto mite. Chi sa di essere più vicino alla verità che alla falsità, non ha bisogno di offendere quanti opinano differentemente: che, se mai, andrebbero amichevolmente aiutati a uscire dall'inganno.

Qui il testo pubblicato meritoriamente sulla pagina internet de "Il Fatto quotidiano":

Come filosofi e intellettuali italiani, manifestiamo il nostro senso di disorientamento di fronte al fatto che nella discussione pubblica su temi come la vaccinazione anti-Covid19 e l’istituzione del Green Pass, il contributo della filosofia venga esaurito da pensatori come Giorgio Agamben, ed eventualmente alcuni colleghi, i quali rappresentano invece soltanto il loro punto di vista su questi temi. Riteniamo che sia importante dissociarsi dalle opinioni di Agamben (e colleghi) almeno sui seguenti punti.

1) Il contributo della filosofia nei confronti della scienza. Sebbene la filosofia debba certamente assumere un ruolo critico in relazione alla scienza, questo ruolo critico non può mancare di rispettare i risultati scientifici riportandoli non correttamente. Per esempio è falso sostenere, come ha fatto Agamben nell’audizione di qualche giorno fa al Senato, che i vaccini anti-Covid19 siano in una fase sperimentale: sono stati testati.

2) La relazione dello Stato nei confronti dei cittadini. È improprio sostenere che ci troviamo in un’epoca in cui l’eccezionalità è diventata la regola, e che l’obbiettivo sia il controllo dello Stato sulla cittadinanza, sul modello di quanto fatto da forme di dispotismo come quello sovietico. Siamo di fronte a un’emergenza sanitaria. che non ha nulla a che fare con altre forme di emergenza (come la lotta al terrorismo). Tale emergenza richiede procedure che sempre sono state adottate in questi casi a tutela degli interessi della comunità: si pensi alla vaccinazione di massa svolta ai tempi del colera – 1973! – a Napoli.

3) La pretesa discriminazione tra cittadini. Contro quanto sostenuto negli stessi contesti da Agamben, che ha impropriamente, e offensivamente, paragonato l’adozione del Green Pass all’istituzione delle leggi razziali contro la popolazione di origine ebraica nel 1938, tale adozione non induce nessuna discriminazione tra classi di cittadini, avendo come suo scopo semplicemente la protezione della società nel suo complesso, riducendo la possibilità di contagio nell’incentivare le vaccinazioni. Sostenere il contrario sarebbe come sostenere che l’istituzione della patente di guida, fatta per limitare il più possibile il numero e l’entità degli incidenti stradali, determini una distinzione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B.

4) La pretesa repressione della libertà individuale. L’istituzione del Green Pass non comporta nessuna repressione della libertà individuale, essendo una condizione arcinota nelle comunità sociali che la libertà di una persona finisce quando lede la libertà di un’altra o le reca danno. Sostenere il contrario sarebbe ancora una volta equivalente a sostenere che l’adozione di regole di circolazione sia lesiva della libertà individuale di movimento.

Firmato:

Fabrizia Abbate (Università del Molise)

Ines Adornetti (Università di Roma Tre)

Mario Alai (Università di Urbino)

Cristina Amoretti (Università di Genova)

Tiziana Andina (Università di Torino)

Fabio Bacchini (Università di Sassari)

Carla Bagnoli (Università di Modena e Reggio Emilia / All Souls College, Oxford)

Carola Barbero (Università di Torino)

Francesco Bellucci (Università di Bologna)

Matteo Bianchin (Università di Roma Tor Vergata)

Francesco Bianchini (Università di Bologna)

Stefano Biancu (LUMSA Roma)

Francesca Boccuni (Università Vita-Salute S. Raffaele)

Sofia Bonicalzi (Università di Roma Tre)

Domenica Bruni (Università di Messina)

Barbara Bruschi (Università di Torino)

Clotilde Calabi (Università di Milano)

Angelo Campodonico (Università di Genova)

Marco Carapezza (Università di Palermo)

Roberto Casati (CNRS Parigi)

Massimiliano Carrara (Università di Padova)

Roberto Celada Ballanti (Università di Genova)

Emanuela Ceva (Università di Ginevra)

Riccardo Chiaradonna (Università di Roma Tre)

Carlo Chiurco (Università di Verona)

Carmelo Colangelo (Università di Salerno)

Giovanna Cosenza (Università di Bologna)

Ines Crispini (Università della Calabria)

Antonio Da Re (Università di Padova)

Richard Davies (Università di Bergamo)

Mario De Caro (Università di Roma Tre)

Ciro De Florio (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)

Marina De Palo (Università di Roma La Sapienza)

Massimo Dell’Utri (Università di Sassari)

Roberta De Monticelli (Università Vita-Salute S. Raffaele)

Fabrizio Desideri (Università di Firenze)

Anna Donise (Università di Napoli Federico II)

Mauro Dorato (Università di Roma Tre)

Francesca Ervas (Università di Cagliari)

Adriano Fabris (Università di Pisa)

Mariannina Failla (Università di Roma Tre)

Vincenzo Fano (Università di Urbino)

Riccardo Fedriga (Università di Bologna)

Francesco Ferretti (Università di Roma Tre)

Luca Forgione (Università della Basilicata)

Pasquale Frascolla (Università di Napoli Federico II)

Aldo Frigerio (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)

Matteo Galletti (Università di Firenze)

Gabriele Gava (Università di Torino)

Elisabetta Galeotti (Università del Piemonte Orientale)

Stefano Gensini (Università di Roma La Sapienza)

Cristiano Giorda (Università di Torino)

Giuseppe Giordano (Università di Messina)

Benedetta Giovanola (Università di Macerata)

Fabrizia Giuliani (Università di Roma La Sapienza)

Elisabetta Gola (Università di Cagliari)

Simone Gozzano (Università dell’Aquila)

Mario Graziano (Università di Messina)

Andrea Iacona (Università di Torino)

Elisabetta Lalumera (Università di Bologna)

Giorgio Lando (Università dell’Aquila)

Giovanni Leghissa (Università di Torino)

Paolo Leonardi (Università di Bologna)

Federica Liveriero (Università di Pavia)

Christoph Lumer (Università di Siena)

Patrizia Magli (IUAV Venezia)
Sergio Filippo Magni (Università di Pavia)

Sarin Marchetti (Università di Roma La Sapienza)

Costantino Marmo (Università di Bologna)

Antonio Marturano ((Università di Roma Tor Vergata)

Cristina Meini (Università del Piemonte Orientale)

Simona Morini (IUAV Venezia)

Vittorio Morato (Università di Padova)

Roberto Mordacci (Università Vita-Salute S. Raffaele)

Maurizio Mori (Università di Torino)

Sebastiano Moruzzi (Università di Bologna)

Sandro Nannini (Università di Siena)

Gloria Origgi (CNRS Parigi)

Elisa Paganini (Università di Milano)

Alfredo Paternoster (Università di Bergamo)

Antonio Pennisi (Università di Messina)

Pietro Perconti (Università di Messina)

Francesca Piazza (Università di Palermo)

Tommaso Piazza (Università di Pavia)

Matteo Plebani (Università di Torino)

Simone Pollo (Università di Roma La Sapienza)

Francesca Pongiglione (Università Vita-Salute S. Raffaele)

Paolo Ponzio (Università di Bari)

Pier Paolo Portinaro (Università di Torino)

Maria Antonietta Pranteda (Università di Torino)

Massimo Reichlin (Università Vita-Salute S. Raffaele)

Gino Roncaglia (Università di Roma Tre)

Maria Russo (Università Vita-Salute S. Raffaele)

Paola Rumore (Università di Torino)

Antonio Dante Santangelo (Università di Torino)

Elisabetta Sacchi (Università Vita-Salute S. Raffaele)

Roberta Sala (Università Vita-Salute S. Raffaele)

Aldo Schiavello (Università di Palermo)

Marco Segala (Università dell’Aquila)

Sarah Songhorian (Università Vita-Salute S. Raffaele)

Lucio Spaziante (Università di Bologna)

Giuseppe Spolaore (Università di Padova)

Ilaria Tani (Università di Roma La Sapienza)

Gino Tarozzi (Università di Urbino)

Giuliano Torrengo (Università di Milano)

Guido Traversa (Università Europea)

Vera Tripodi (Università di Milano)

Giovanni Tuzet (Università Bocconi)

Maria Silvia Vaccarezza (Università di Genova)

Ugo Volli (Università di Torino)

Alberto Voltolini (Università di Torino)


7 commenti:

CC ha detto...

Caro Augusto, c'è però anche chi dissente dai dissenzienti:
"Bullismo filosofico" https://www.aldousblog.it/single.php?id=89
Carla

Augusto Cavadi ha detto...

Cara Carla, avevo già letto anch'io il pezzo su Aldous. Sarei insincero se dicessi di aver apprezzato il registro linguistico offensivo, anziché argomentativo, sin dal titolo ("Il bulilsmo filosofico"). Senza considerare che ritenere soggetto 'debole' (e perciò bersaglio facile) Agamben, di cui il documento stesso dice trattarsi del filosofo italiano più celebre nel mondo, mi sa di paradossale. La questione dei vaccini, e più ancora del Green pass, è complessa: sarebbe bene che se ne discutesse nel merito, opponendo argomento ad argomento, non ingiuria ad argomento. Vale !

Unknown ha detto...

Consento molto con Cavadi.

gabriella ha detto...

Condivido ciò che scrivi Augusto tranne il punto 1, dal momento che i tests effettuati su volontari per i vaccini anti covid sono stati carenti rispetto ad altri vaccini realizzati negli anni pregressi. Adesso lo sono sicuramente ma ancora sino al 2023 saremo in sperimentazione globale....

Anonimo ha detto...

Nutro molti dubbi sulla buona fede di questo parte di scienza medica che si e' imposta con il vaccino visto che molte altre terapie sono state accantonate ,svilite e boicottate.Parlo per esperienza personale. poi il green pass ha fatto il resto . forse il danno peggiore e' la grande divisione che si e' creata tra le persone . Frutto della prepotenza e pensiero unico che si e' voluto instaurare. C'è una grossa campagna di informazione sui giornali e televisioni nazionali che non da degno spazio ad altre tesi e quando lo da' è presentato come rabbioso e violento . Si poteva dare liberta' di scelta nel curarsi e poter scegliere tra diverse terapie. Trovo legittimo il dubbio di molti ed anche il mio. Alberto Forrer

Gianni Comoretto ha detto...

@gabriella: Un farmaco è definito "sperimentale" quando è nella fase 3 della sperimentazione. Fase che per questi vaccini è conclusa. L'iter è stato accelerato non omettendo dei test ma svolgendoli in modalità accelerata, in "rolling review". Questo comporta una particolare attenzione alla fase 4, che però esiste per qualsiasi farmaco, anche in commercio da anni. Quindi questo NON è un "farmaco sperimentale", ma un farmaco che ha superato tutti i test richiesti, esattamente come gli altri.
Queste cose non le dico io, ma le trova sul sito EMA.

@anonimo. La scienza è una. Se uno ha tesi differenti (che so, ha scoperto una cura miracolosa di terapia domiciliare) si raccoglie la casistica, per bene, e scrive un articolo scientifico. Se non lo fa, non solo non può pretendere di essere ascoltato e riportato, ma se per caso avesse ragione sarebbe un criminale, perché sta impedendo ai colleghi di valutare (ed usare) la bontà di quel che ha trovato.

Luciana Di Nunzio ha detto...

Grazie, Prof. Cavadi e grazie ai suoi Colleghi che hanno condiviso un ragionamento logico importantissimo che condivido pienamente.

Luciana Di Nunzio