lunedì 11 maggio 2020

LA CONVERSIONE DI SILVIA ROMANO: UNO SCANDALO SUPERFLUO

LA CONVERSIONE DI SILVIA ROMANO: UNO SCANDALO SUPERFLUO

 Silvia Romano, ragazza generosa e coraggiosa che ha deciso di investire gli anni migliori della sua vita in progetti di promozione sociale in Africa (insomma, che ha fatto qualcosa per “aiutarli a casa loro” invece di limitarsi a suggerirlo su Facebook fra un mojito e l’altro al Papeete Beach), è tornata libera in Italia dopo un anno e mezzo di prigionia. Alle polemiche di rito previste in casi del genere (contro la cooperazione internazionale, contro il volontariato, contro ogni tentativo di rendere meno straziante il divario internazionale fra ricchi e impoveriti) questa volta si è aggiunto un elemento pepato: la Romano è tornata convertita all’islamismo. Nell’attesa di saperne un po’ di più dalla sua viva voce, o da pagine del suo diario, potrebbe essere istruttiva qualche informazione in più rispetto al bagaglio culturale della media degli italiani.
A)  Un primo dato di fatto è che la conversione all’islamismo da parte di persone nate in Occidente non è un fatto frequente, ma accade da tempo di continuo. Ci sono non centinaia, ma migliaia di cittadini europei che – per le ragioni più varie, qualche volta anche per vicende sentimentali private  – incontrano dei musulmani coerenti con lo spirito autentico del Corano (dunque musulmani esposti come vittime al terrorismo dei correligionari fondamentalisti, esattamente come i meridionali onesti sono le prime vittime dei meridionali mafiosi) e si convertono all’islamismo.
B)  Questa conversione può attuarsi partendo da posizioni o di agnosticismo e di indifferentismo religioso o di appartenenza a una delle decine di chiese cristiane (la più numerosa delle quali è la chiesa cattolica).  

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3 commenti:

germano federici ha detto...

Duro da accettare da parte di chi è cresciuto nella presunzione inossidabile di essere, grazie all'appartenenza cristiana e indipendentemente dalla propria prassi, comunque nella verità! Per queste sensibilità la parola 'ecumenismo' o è una bestemmia o è intesa nel senso che tutti i popoli devono convertirsi all'unica vera religione. Ho letto da qualche parte che quando Papa Giovanni ha ricevuto per la prima volta gli esponenti delle altre confessioni cristiane, ha voluto che le seggiole dei partecipanti, anche quella del papa, fossero messe tutte in cerchio, affermando che tutti i convenuti dovevano convergere i loro sguardi (premessa di un'autentica conversione!) al centro del cerchio dove c'è Cristo. Spero che l'episodio sia vero, perchè testimonierebbe una volta di più la grandezza di un papa che i più si ostinano a definire 'Papa buono', non avendone compreso l'intelligenza evangelica. Le chiese in cerchio davanti al mistero del Cristo è solo il primo passo, ancora incompiuto, sulla strada che porta all'allargamento del cerchio a tutta l'umanità che, rivolta verso il centro dove spera esista il Mistero, impari a guardarne i volti multiformi che lo esprimono e di cui Silvia è un esempio.

Don Piergiorgi Menotti ha detto...

Sono coinvolto, Augusto, da questa tua ricca puntualizzazione socio-teologica dell’evento Silvia Romano.
Grazie, è un prezioso contributo per il confronto dialogico oggi purtroppo mortificato dall’arroganza “salviniana” e dintorni! Con il ricordo affettuoso un abbraccio a te e ad Adriana, Piergiorgio

Anonimo ha detto...

Disamina, semplice e chiara. In una buona parte del mondo che elogia, esalta e pretende "Libertà"e specialmente nel nostro piccolo mondo italiano ancora non si conosce o non si accetta il significato e il vero valore di "Libertà". Da noi vige ancora,purtoppo, inconsciamente e tante volte cosciamente il principio "cuius regio eius religio". Con Affetto nino