giovedì 4 gennaio 2024

LA LEGGENDA DEI RE MAGI, IMMIGRATI CHE PORTANO IN DONO PIU' DI QUANTO VENGONO A CHIEDERCI

"Adista/Notizie"

OMELIE FUORI DAL TEMPIO

Epifania (6 gennaio) 2024    

Testo evangelico: Matteo 2, 1 – 12

 

Non c’è presepio in cui, a un certo momento, non si materializzino i re magi. Non è scritto in nessuna parte del Secondo Testamento che fossero tre (lo si suppone perché avrebbero donato oro, incenso e mirra) né, tanto meno, che si chiamassero Gaspare, Melchiorre e Baldassare. Come l’intero vangelo dell’infanzia matteano (i capitoli 1 e 2), in cui è incastonata,  questa pericope rivela istruttive dipendenze non solo da brani canonici del Primo Testamento, ma anche da tradizioni midrashiche apocrife. Bastano queste eredità per ritenere che queste narrazioni siano mere costruzioni letterarie ed escludere qualsiasi base storica? Sempre più numerosi esegeti lo pensano. Ma la questione non compromette il significato che il redattore, o i redattori, intendevano annunziare. Come scrive tra altri Ortensio da Spinetoli, l’autore – a circa settant’anni dalla nascita dl Salvatore – “davanti a un avvenimento così inatteso, le prime conversioni dal paganesimo, fa appello a tutti i suoi talenti e a tutte le sue reminiscenze storico-letterarie per dare a esso un rilievo adeguato. L’attuale composizione, dove la fede di illustri personaggi pagani è in pieno contrasto con la miscredenza delle autorità gerosolimitane e dove la tensione è tenuta sospesa fino al momento in cui gli ospiti cadono in ginocchio davanti al bambino, risponde a un intento apologetico e pastorale, più che storico” (Introduzione ai vangeli dell’infanzia, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2021, p. 60). La convinzione che si vuole proclamare è che con Gesù è nato un nuovo Israele al quale si appartiene non per codici genetici né per rituali arcaici, bensì per la sincerità con cui si cerca il Messia e – trovatolo – lo si segue fedelmente.

Viviamo in un’epoca oscura in cui leader politici dalla vita privata discutibile, e soprattutto dalle battaglie pubbliche anti-evangeliche, invece di rinnegare con onestà il messaggio cristiano (stigmatizzandolo come ingenuo, irrealistico, utopistico) se ne appropriano sfacciatamente e lo brandiscono come clava per difendere il cortile di casa. Il loro Cristo è un’eredità etnica da preservare, non un dono universale da esporre – epifanicamente – a chiunque sul pianeta voglia condividerne la tensione verso la giustizia, la solidarietà, la pace, l’autodonazione gratuita. Così ci si illude di conservare per sé dei privilegi e non si sospetta neppure quanto grandi e gravi siano le rinunce a cui ci si condanna. Se i primi cristiani avessero blindato le porte dei loro incontri, delle loro eucarestie, sarebbero rimasti un caso circoscritto di eresia ebraica: è stato aprendole ad oriente e a occidente, a settentrione e a meridione, che sono diventati una delle confessioni religiose più diffuse nel mondo.

I flussi migratori in nazioni di tradizione secolare cristiana pongono questioni serie alle quali non siamo preparati. Ma, nei momenti di sfida epocale, si può almeno adottare il metodo più opportuno: che è di saggio contemperamento di rigore e di elasticità. Il rigore nel tener fermi alcuni principi di civiltà (ad esempio riguardo la pari dignità fra maschi e femmine) che chiunque varchi i confini di nazioni a regime (almeno formalmente e approssimativamente) democratico deve dimostrare con i fatti di rispettare.  L’elasticità nell’accogliere usi e costumi, religioni e sapienze, che non hanno nulla di innaturale né di immorale né di incostituzionale, ma sono solo diversi. Potremo scoprire così che l’immigrato, lungi dall’essere un “invasore” da respingere (o, se non si riesce a “difendere le frontiere”, un “clandestino” da perseguitare), può rivelarsi un re magio: un portatore di narrazioni, danze, pietanze, terapie, abilità artigiane e artistiche, valori, simboli tanto più preziosi quanto meno noti. Insomma: può rivelarsi molto più una risorsa che una minaccia.

Augusto Cavadi

www.augustocavadi.com

1 commento:

Piergiorgio Menotti ha detto...

Speriamo, Augusto, che la “Casa dell’equità e della bellezza” non rimanga iniziativa eccellente per Palermo, ma si estenda con l’apporto dei magi di oggi. Con il ricordo affettuoso abbracciamo te e Adriana,
Renza e Piergiorgio