domenica 3 novembre 2013

Le stragi nel mare di Lampedusa, al di là delle emozioni


“Centonove” 1.11.13

MIGRANTI VERSO L’ITALIA: AL DI LA’ DELL’EMOZIONE


Quando i teleschermi ci restituiscono le immagini dei cadaveri di Lampedusa  - come, prima, di decine di altre spiagge dove il sole splende su scene di morte – è facile commuoversi, persino indignarsi. Ma poi? La ruota della cronaca gira e, sino al prossimo naufragio, c’è tanto altro di cui commuoversi e di cui indignarsi. Convinta che l’emozione non basti, l’associazione di volontariato culturale SCUOLA DI FORMAZIONE ETICO-POLITICA “G. FALCONE” di Palermo intende perciò offrire uno spazio di riflessione critica e di approfondimento documentato sui flussi migratori mondiali in un seminario che si terrà a Valderice (Trapani) da venerdì 1 a domenica 3 novembre.
   Le tematiche che esigono d’essere affrontate  - con  animus equidistante dal buonismo political correct sono diverse. La prima di carattere antropologico, se non addirittura etologico: perché noi umani, in quanto animali, difendiamo i nostri spazi vitali con aggressività? Perché abbiamo paura dello straniero e rizziamo le antenne quando qualcuno varca i confini della nostra casa? E – nel caso che questi comportamenti fossero ‘naturali’ – come favorire un mutamento ‘culturale’ nel segno dell’accoglienza e della condivisione? Ma i comportamenti sono incoraggati o scoraggiati dalle leggi in vigore: ecco perché un secondo punto di vista sulla situazione attuale non può prescindere dall’analisi della normativa europea e italiana. Clelia Bartoli ha scritto in proposito l’essenziale nel suo intenso Razzisti per legge. L’Italia che discrimina (Laterza, Roma – Bari 2012), la cui tesi centrale è facilmente sintetizzabile: con le leggi Bossi-Fini e poi Maroni, “In Italia si è avviata la costruzione di un sistema razzista, reso efficace e duratiro dalla legge, che rischia di portare a una frattura della popolazione dai perniciosi effetti di lunga durata”.
      Il diritto è frutto di scelte etico-politiche: quale filosofia sta alle spalle delle normative che incoraggiano la circolazione delle merci e scoraggiano la circolazione delle persone (persino quando sono attanagliate dalla persecuzione politica, dalla guerra, dalla fame, dalla malattia e dalla povertà)? Nell’epoca in cui si ribadisce, con malcelata soddisfazione, il tramonto delle ideologie, l’opzione di fondo resta proprio ideologica: che caratteri deve avere la globalizzazione in atto? Una vera planetarizzazione delle culture e dei diritti o piuttosto l’occidentalizzazione (mascherata) del pianeta?
       Questi interrogativi possono sembrare lontani dalla quotidianità. Ma è davvero così certo che noi cittadini ‘comuni’ non possiamo fare nulla per spostare la storia mondiale in una direzione piuttosto che in un’altra? Forse le nostre armi, limitate, possono acquistare consistenza ed efficacia se aggregate in un “fascio” unitario (noi siciliani dovremmo ricordare ogni tanto che, trent’anni prima dei fasci di Mussolini, abbiamo realizzato i “fasci siciliani” di ben altra tempra e di ben altro colore). Forse possiamo scoprire che l’associazionismo laico e religioso sta facendo molto per sensibilizzare la mentalità della gente e per approntare forme di assistenza, legale e sanitaria, a favore dei migranti; che in quanto elettori potremmo pesare anche sulla politica estera dei governi; che in quanto consumatori possiamo esercitare notevoli pressioni sulle logiche capitalistiche e sulle modalità alternative di commercio equo e solidale….
Augusto Cavadi

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