domenica 19 aprile 2009

I GAS (Gruppi di acquisto solidale) in Sicilia


“Centonove”
17 aprile 2009

“E’ meglio accendere una candela che maledire l’oscurità” sostiene un proverbio orientale. In tempi di oscurità accendere una candela può significare attivare nella propria cerchia familiare un cambio di rotta culturale e pratica: diminuire gli sprechi, moltiplicare le occasioni di riposo, di gioia, di convivialità . Ridurre i consumi superflui per incrementare la fruizione della bellezza. Spostare l’occupazione da settori inutili o dannosi verso ambiti che migliorano la qualità della vita (anche se non accrescono il Prodotto interno lordo). In Italia un movimento avviato da Maurizio Pallante, originariamente ispiratosi al francese Serge Latouche, ha dato anche un nome a questo orientamento: “la decrescita felice”. Il termine “decrescita” intende essere costruttivamente provocatorio: presuppone, infatti, che la “crescita” della produzione industriale, dei trasporti nella lunga distanza, dell’inquinamento ecologico non sia un valore da perseguire ciecamente. Presuppone che la merce non è sempre un bene: perché ci sono beni che non si lasciano mercificare e merci che non accrescono il benessere di chi le acquista.

Ma cosa può fare il cittadino comune per provare a realizzare, in concreto, una “decrescita felice”? Un centinaio di produttori e di acquirenti, dopo aver ascoltato sabato 4, nel castello della suggestiva cittadina di Giuliana, le tesi principali dalla viva voce del promotore del movimento, hanno dedicato la giornata successiva a fare il punto su un fenomeno che ormai coinvolge migliaia di siciliani: la diffusione progressiva dei GAS (Gruppi di acquisto solidale). L’idea, come tutte le idee davvero rivoluzionarie, è semplice: un gruppo di famiglie si consorzia, senza nessuna formalità, e si mette in rapporto diretto con uno o più produttori locali per assicurarsi la fornitura settimanale di frutta, verdura, uova, formaggi, olive, olio, cannoli di manna persino… Con una pioggia di conseguenze positive: sul piano economico (si riduce la filiera produttiva e commerciale, tagliando l’intermediazione parassitaria di grossisti e venditori al minuto), sanitario (si può controllare la ‘biologicità‘ dei cibi che si acquistano) ed ecologico (si riduce la massa di autorimorchi che trasportano in Sicilia le arance dell’Andalusia o le mozzarelle del Lazio o l’acqua minerale dal Trentino).
A Palermo e provincia sono già decine i “gruppi di acquisto solidale” che si sono attivati, soprattutto grazie alla sensibilità di produttori delle Madonie: un seme piccolo - rispetto a quanto avviene in altre province come Catania, Caltanissetta e Ragusa - ma promettente. E’ l’avvio di un processo etico e politico. ‘Etico’ perché fondato sulla convinzione che - per riprendere il vecchio Epicuro - “i piaceri veri della vita sono a portata di mano; difficili da raggiungere sono i piaceri falsi”. ‘Politico’ perché valorizza il potere di contrattazione del cittadino non solo in quanto elettore, ma anche in quanto acquirente: “consumo critico” significa, infatti, risparmiare un po’ di soldi nell’immediato; più ancora chiedersi quanto di ciò che si paga una merce serve a pagare il lavoro di chi la produce e quanto, invece, la pubblicità e lo spostamento da un punto all’altro del globo. Molti sono i modi per sognare un futuro diverso, ma uno solo per sperimentarlo: iniziare a costruirlo nel qui e nell’ora.

Augusto Cavadi

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