venerdì 3 aprile 2009

Sprechi pubblici e private ruberie


“Repubblica-Palermo”
3.4.2009

SPRECHI PUBBLICI E PRIVATE RUBERIE

Ve lo sarete chiesto, almeno qualche volta, anche voi: perché - in tempo di recessione - si continuano a sperperare risorse economiche pubbliche? Nelle sedi delle istituzioni regionali come negli uffici delle amministrazioni provinciali; nei locali delle quattro università siciliane come nelle scuole di periferia; negli ospedali come nelle caserme, luci accese di giorno e di notte, caloriferi a primavera in stanze con finestre spalancate, computer perennemente in funzione…Uno dei miei sport preferiti, quando in locali pubblici (a cominciare dagli ambienti in cui lavoro) mi capita di passare davanti a stanze deserte o di usare i servizi igienici, è di spegnere gli interruttori elettrici. Ma perché in questa mini-crociata donchisciottesca mi trovo solo, o quasi? Vinto dalla curiosità, mi sono deciso ad avviare un piccolo sondaggio artigianale. L’usciere della circoscrizione comunale, il bidello del liceo e l’infermiere dell’ospedale civico hanno usato - ovviamente senza saperlo - quasi le stesse parole: “Perché dovremmo preoccuparci di risparmiare energia elettrica? Tanto quelli lì più soldi hanno più se ne mangiano”.

Sul momento la risposta mi è sembrata logica: perché uno che guadagna mille euro al mese dovrebbe preoccuparsi di risparmiare denaro pubblico sapendo di favorire così gli stipendi legali e gli introiti illegali di chi ne guadagna cinquemila o anche più? Ma, riflettendoci un po’ più attentamente, ho trovato nel mio ragionamento qualche falla. La più evidente: come posso condannare come ladro un concittadino che attinge dal patrimonio collettivo in maniera o esagerata (gli emolumenti dei consiglieri regionali, ad esempio) o immorale (i compensi ai consulenti-fantasma di vari enti locali, ad esempio) se, nel mio piccolo, anch’io contribuisco al depauperamento dello stesso patrimonio? La mia indignazione è, come sembra, civica o non piuttosto dettata dal risentimento di chi non è in condizione di rubare altrettanto? Anzi, a essere spietatamente sinceri, la differenza - fra chi sottrae denaro alla cassa pubblica per sé e chi contribuisce a sprecarlo senza intascare nulla - c’è: ma non depone a favore della seconda categoria. I primi, infatti, danneggiano gli altri e ci guadagnano; i secondi danneggiano gli altri, non ci guadagnano nulla e anzi danneggiano anche se stessi e i propri figli (per esempio contribuendo all’inquinamento atmosferico e all’incremento del riscaldamento globale). Non sono un tecnico, ma ho l’impressione che centinaia di migliaia di lampadine, condizionatori d’aria invernali ed estivi, computer… accesi anche senza ragione nella nostra isola incidano in maniera significativa nei bilanci finanziari ed ecologici: chiunque, dirigente amministrativo o addetto alle pulizie, non faccia nulla per attenuare questo spreco di risorse, si priva del diritto morale di denunziare le sperequazioni palesi fra chi sta soffrendo davvero in questa fase recessiva e chi sta solo ritoccando alcuni dettagli secondari del proprio stile di vita. E offre, ai responsabili della spesa pubblica, un alibi in più per giustificare i tagli ai servizi sociali e l’incremento delle tasse.
Forse i cittadini di buon senso si meritano un po’ più che la scelta di convivere o con ladri furbi o con sciuponi idioti.

Augusto Cavadi

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