domenica 5 febbraio 2017

LA "TENEREZZA" SECONDO NINO CANGEMI

"www.siciliainformazioni.it"
9.1.2017

 
 Augusto Cavadi,”Tenerezza”, ci fa scoprire Hanna Wolff, teologa e psicoterapeuta tedesca


di ANTONINO CANGEMI

Pochi, anzi pochissimi, conoscono Hanna Wolff, teologa e psicoterapeuta tedesca del XX° secolo. Augusto Cavadi in “Tenerezza”, edito da Diogene Multimedia, ce ne illustra il pensiero. Sconvolgente e sovversivo per chi è ancorato alla dottrina cristiana tradizionale, come lascia intendere il sottotitolo del libriccino (94 pag, 5 euro) “Hanna Wolf e la rivoluzione (incompresa) di Gesù”.

Il breve saggio di Cavadi ha il merito di divulgare, con la chiarezza del giornalista e l’acume del filosofo, le teorie, per nulla convenzionali, della Wolff su Gesù di Nazareth, quale emerge in virtù di una ricostruzione storica basata sui Vangeli, compresi quelli apocrifi.

Il primo punto che rileva negli studi della Wolff è la contrapposizione dell’Antico e del Nuovo Testamento, tema già presente in altre opere di Cavadi (si pensi a “Il Vangelo e la lupara”, “Il Dio dei mafiosi”, “Il Dio dei leghisti”) tese a spiegare come criminali efferati e razzisti possano e con quali limiti accostarsi al sacro. Secondo la Wolff, il Dio dell’Antico Testamento è un giudice inflessibile, onnisciente e onnipotente, è un patriarca più che un padre, lontano e inaccessibile dai suoi figli; e, come ogni giudice, è titolare del potere di grazia, che concede a chi ne è meritevole. Il Dio che annuncia Gesù nei Vangeli è, invece, l’essenza della misericordia, del perdono, dell’amore; non si erge a giudice e, di conseguenza, non è dispensatore di grazia. Non solo, ma mentre dal Dio del Primo Testamento promana tutto, sia il bene che il male, il Dio predicato da Gesù è solo fonte del bene, sofferenze, sventure, malattie sono cagionate da forze demoniache.

La figura di Gesù, ad avviso della Wolff, è rivoluzionaria anche per l’atteggiamento assunto nei confronti dell’universo femminile, che all’epoca in cui visse il Nazareno era del tutto bistrattato e pesantemente sottomesso a quello maschile. Per la Wolff, Gesù è “il primo uomo che ha distrutto l’androcentrismo del mondo antico” e in lui, richiamandosi gli archetipi junghiani dell’ “anima” e dell’ “animus”, si compenetrano in perfetto equilibrio le componenti psicologiche maschili e femminili. La Wolff, come ricordato psicologa oltre che teologa, vede in Gesù un precursore della psicoterapia, capace di trasmettere energia vitale, potenza psichica costruttiva e risanatrice, attraverso le parole e le azioni.

Una simile raffigurazione di Gesù conduce, naturalmente, a riflessioni teologiche ed ecclesiali radicali. Su di esse si sofferma Cavadi nella parte conclusiva di “Tenerezza”, con la consueta sagacia accompagnata da rigore argomentativo.




                                                                               ANTONINO CANGEMI

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