lunedì 28 settembre 2020

IL VATICANO CONDANNA L'EUTANASIA: TEOLOGICAMENTE HA RAGIONE ?

 


DUE OBIEZIONI RADICALI AL NO VATICANO ALL’EUTANASIA

La ‘lettera’ Samaritanus bonus (Buon Samaritano) , presentata alla stampa il 22 settembre 2020, è un documento “sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita” della  Congregazione per la Dottrina della Fede (nel linguaggio laico sarebbe una sorta di Ministero della Cultura in un regime autoritario in cui lo Stato avesse il diritto di stabilire ciò che è vero oltre che ciò che è legale: sino a metà del Novecento si chiamava Sant’Uffizio). In essa la gerarchia cattolica ribadisce la dottrina tradizionale: condanna, in quanto azioni di per sé immorali, di eutanasia, suicidio assistito e aborto.

Il documento vaticano si è prestato a osservazioni da vari punti di vista, ma raramente a considerazioni critiche dal punto di vista teologico: dunque, per così dire, all’interno della stessa prospettiva dell’organo magisteriale che l’ha emanato.

Dico subito che accolgo sempre con molta attenzione gli inviti a non banalizzare le questioni bio-etiche con l’affrontarle in termini puramente storicistici: “prima si vietava, oggi non è più possibile”, come se il passato fosse errato in quanto tale e il presente accettabile in quanto tale. Ogni volta che qualcuno – o come in questo caso qualche Organismo – ha il coraggio di andare contro le tendenze di “moda”, sfidando il dissenso dell’opinione pubblica, attira già per questo la mia simpatia. Tuttavia, proprio per serietà intellettuale, non ci si può fermare al piano psicologico-emotivo: che ne è, razionalmente o almeno ragionevolmente, del merito delle questioni?

Mi limiterei a due o tre osservazioni.

La prima: non mi pare corretto, logicamente, mettere nello stesso mazzo aborto, eutanasia e suicidio assistito. Si tratta di tre fenomeni distinti che non possono essere unificati sotto l’etichetta di oltraggio al “valore inviolabile della vita”.

Sulla base di questa prima osservazione ritengo possibile, anzi consigliabile, concentrarsi su una sola delle tre questioni: l’eutanasia (ovviamente richiesta, esplicitamente o mediante testamento biologico, dal soggetto in questione). La Samaritanus bonus la esclude nettamente considerandola nel novero degli “atti intrinsecamente malvagi in qualsiasi occasione o circostanza”: “Sopprimere un malato che chiede l’eutanasia non significa affatto riconoscere la sua autonomia e valorizzarla, ma al contrario significa disconoscere il valore della sua libertà, fortemente condizionata dalla malattia e dal dolore, e il valore della sua vita, negandogli ogni ulteriore possibilità di relazione umana, di senso dell’esistenza e di crescita nella vita teologale. Di più, si decide al posto di Dio il momento della morte”. Significa considerare la vita biologica “degna solo se ha un livello accettabile di qualità”, dimenticando che essa  “ha un valore in se stessa”. 

Questa argomentazione non mi convince per almeno due ragioni radicali. 

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https://www.zerozeronews.it/la-chiesa-e-la-doppia-tragedia-delleutanasia/

1 commento:

Pietro ha detto...

Purtroppo alla base del giudizio del Papa c'è una concezione di un Dio non solo burattinaio ma anche sadico e prepotente (la cosa curiosa è che , nel contempo, questo Dio viene identificato con l' Amore)