giovedì 3 novembre 2022

MARIO MULE': QUALCHE CONSIDERAZIONE SU "SVEGLIAMOCI !" DI EDGAR MORIN

 



ANCORA SU EDGAR MORIN: CONSIDERAZIONI DAL PUNTO DI VISTA DELLE NEUROSCIENZE

(di Mario Mulé)


E’ ancora utile, dopo altri autorevoli commenti all’opuscolo di Edgard Morin Svegliamoci 1 proporre ulteriori considerazioni? Un dialogo su questioni tanto importanti ritengo sia comunque utile, perciò mi sono autorizzato a scrivere e a diffondere qualche altro pensiero.

Comincio con una sensazione: mi è sembrato che l’Autore, in questa breve opera, abbia voluto assumere una funzione ed una responsabilità profetiche 2Ma chi erano i profeti del mondo vetero-testamentario? Essi non “predicevano”, ma “dicevano”. I loro ammonimenti andavano oltre gli aspetti religiosi o morali, proponendosi piuttosto come “realpolitici”. Si proponevano la liberazione del popolo ebraico dalle illusioni, indicando un'alternativa da scegliere, tra una società pienamente umanizzata e una barbarie3. Anche Morin, con il suo invito a svegliarci, ci indica che l’umanità si trova oggi davanti ad un bivio: possiamo proseguire continuando un percorso umanistico ( attualmente in regressione) oppure correre inconsapevoli verso un possibile abisso.

L’invito ad aprire gli occhi per riconoscere la realtà e svegliarci certo non è nuovo.

Einstein aveva già segnalato che viviamo dentro una sorta di “ illusione ottica della coscienza. E’ una specie di prigione, che ci limita nei confini dei nostri desideri personali e dell’affetto per le poche persone a noi più vicine. Il nostro compito dovrebbe essere liberarci da questa prigione…”.

Possiamo richiamare tanti altri pensieri simili: “ E’ un fatto che, mentre crede di essere sveglia, la maggior parte di noi è come assopita…Ciò che intendo dire può essere simboleggiato dal nome di Buddha, che significa colui che si è ridestato, l’essere umano davvero cosciente di sé”. Chi ha scritto queste parole non è un devoto buddhista, ma (ancora) Fromm 4.

Dunque l’invito è a svegliarci, a liberarci per guardare a noi stessi e al mondo, o addirittura all’Universo di cui facciamo parte: è questo l’invito perentorio che ci arriva da Morin e da tanti altri “saggi”.

Come dobbiamo intendere questi ammonimenti? Certo non è un invito a fare sempre più cose, ad inseguire sempre nuovi desideri (indotti) da soddisfare, ad acquistare e consumare. “La tecnica (secondo Morin) ha imposto, in settori sempre più estesi della vita umana, la logica della macchina artificiale, che è meccanica, determinista, specializzata, cronometrata” ( lavora, mangia, dormi). Detto in altre parole, essere indaffarati non è una soluzione: lo siamo già fin troppo.

Da più parti ci arriva l’invito a conoscere ed a prenderci cura della nostra mente: “La mente è come un oceano. Nel profondo, sotto la superficie, esso è calmo e limpido. Non importa se in superficie ci sia una tempesta, in profondità l’oceano è tranquillo e sereno. Dalla profondità della tua mente, puoi osservare tutta la tua attività mentale ( pensieri, sentimenti, sensazioni, ricordi ) senza legarti ad essi, imparando a lasciarli andare”5. La metafora di Siegel è molto rassicurante. Come scienziato e clinico che utilizza la neurobiologia interpersonale egli ritiene che la neuroplasticità ci consenta di plasmare il nostro cervello; ritiene anche che possiamo dirigere la nostra mente, sviluppando attitudini molto preziose (come altruismo, cooperazione, compassione) potenzialmente presenti nella natura umana. Sulla stessa linea di pensiero si collocano altri autori: ad esempio Gilbert e Stephen W. Porges con la sua innovativa teoria polivagale 6.

Ma non tutti coloro che si occupano della mente umana ( siano essi clinici o neuroscienziati) condividono questa linea. Intanto i cambiamenti resi possibili dalla neuroplasticità richiedono grande autodisciplina ed anni di pratica. Altri inoltre segnalano che “la vita interpersonale dell’uomo deriva da articolazioni, combinazioni e sviluppi di questi sistemi ( interpersonali) già universalmente presenti nei primati, e continua a poggiare su di essi dalla culla alla tomba”7.

Quanto sono distanti o conciliabili queste due posizioni? Per Morin questa, semplicemente, è la realtà: l’uomo è sapiens-demens. Né può fare a meno della sua parte demens ( che è anche poetica) perché altrimenti la vita sarebbe arida8. Dobbiamo però essere attenti e capaci di dominare ( o almeno attenuare ) quelle componenti che altrimenti ci dirigono, come sta avvenendo oggi per l’istanza prometeica: “una dismisura insensata si è impossessata dei possidenti” (E. Morin).

Non so se l’umanità sarà capace di un pensiero complesso, che colga le interconnessioni e gli aspetti paradossali presenti nella vita; se sarà capace di evitare che l’antropocene evolva verso il thanatocene.

Ciò che oggi non possiamo negare è che la nostra casa, il nostro pianeta, sta bruciando. Che non c’è tempo da perdere, che è insensato restare indifferenti mentre la casa brucia. Tutto il resto viene dopo. Forse ciò che può servire è una grande alleanza, una cooperazione ove lavorino insieme scienza e religione, movimenti e forze politiche, istanze etiche e pensiero razionale.

Se non ora, quando?

Mario Mulé

Neuropsichiatra e pisoterapeuta

(Palermo)

1Cfr. in questo stesso blog la breve recensione di Augusto Cavadi: 

https://www.augustocavadi.com/2022/10/ancora-su-svegliamoci-di-edgar-morin.html

2 Lo stesso autore, nella sezione “ Ringraziamenti” posta alla fine del saggio, definisce quest’opera “un appello per un risveglio delle coscienze”.

3 Sono riflessioni di cui siamo debitori ad E. Fromm, tratte dal suo Attualità degli scritti profetici.

4 E. Fromm, L’arte di ascoltare, p.162.

5 D. Siegel, Mindsight. La nuova scienza della trasformazione personale, Raffaello Cortina, p.104. 

6 P.Gilbert, La terapia focalizzata sulla compassione, Franco Angeli; S. W.Porges, Le applicazioni cliniche della teoria polivagale, Giovanni Fioriti Editore.

7 Nella prospettiva evoluzionista i sistemi motivazionali ( da intendere come tendenze molto potenti e spesso ineludibili, ma diverse dagli istinti) sono disposizioni innate ed universali già presenti nelle specie animali evoluzionisticamente più vicini a homo sapiens - selezionate dalla evoluzione. Vedi G. Liotti – F. Monticelli (a cura di), I sistemi motivazionali nel dialogo clinico. Il manuale AIMT, Raffaello Cortina. Su una linea simile si colloca l’importante opera di J. Panksepp , fondatore della neuroscienza affettiva, di cui vedere il volume (scritto con L. Biven),  Archeologia della mente. Origini neoevolutive delle emozioni umane, Raffaello Cortina.

8 Cfr. E. Morin, Amore, poesia, saggezza, Armando Editore.

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