mercoledì 4 ottobre 2023

SI PUO' ESSERE CRISTIANI E MARXISTI? MEMORIA CRITICA DI UNA STAGIONE TROPPO PRESTO ARCHIVIATA

 


CRISTIANESIMO E SOCIALISMO: BREVE STORIA DI UN IDILLIO

Se per “cristianesimo” intendiamo l’ideologia della rassegnazione alle ingiustizie di questa vita, in attesa dei risarcimenti divini nell’altra, e per “socialismo” la lunga fase di “dittatura del proletariato” che, sinora, non è mai sfociata in regime di reale uguaglianza di opportunità per tutti, è intuitiva la radicale incompatibilità fra “cristianesimo” e “socialismo”.  Ma c’è stata (o c’è ancora ?) un’epoca in cui alcuni hanno capito che il cristianesimo, più che una religione (“cristianità”), è una fede (“vangelo del regno imminente”); e che il “socialismo”, più che un assetto istituzionale coercitivo, è un progetto utopico di giustizia e libertà intrecciate.  Così intesi, cristianesimo e socialismo non sono inconciliabili. Anzi, pur appartenendo a ordini di discorso distinti, possono completarsi reciprocamente: il socialismo può fornire analisi sociologiche e ipotesi di intervento politico a chi abbia abbracciato la proposta evangelica, la quale a sua volta può offrire un “supplemento d’anima” a chi abbia deciso di dedicare la vita al riscatto delle fasce più impoverite dell’umanità.

Agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso la teoria della sinergia possibile fra fede cristiana e impegno politico per il socialismo si è fatta carne nel Cile di Salvador Allende, prima, in altre aree dell’America latina e in Spagna, poi: nacque così il movimento “Cristiani per il socialismo” (Cps) che, esattamente cinque decenni fa, fu varato anche in Italia. La vicenda, non lunga ma intensa, è stata ricostruita storiograficamente, con un accurato lavoro d’archivio sulle fonti documentali, da Luca Kocci nel recentissimo Cristiani per il socialismo 1973 – 1984. Un movimento fra fede e politica (Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2023, pp. 250, euro 23,00) che racconta, senza né toni trionfalistici né risentimento, gli avvenimenti dal Congresso fondativo di Bologna del 1973 allo sfarinamento che l’autore considera concluso nel 1984. Dalla narrazione emergono con chiarezza sia gli aspetti profetici, anticipatori, del movimento (che auspicava la fine dell’unità partitica dei cattolici nell’ovile democristiano, proprio come è avvenuto dal 1992 – 93 a oggi) che le sue contraddizioni interne (per esempio l’oscillazione fra l’intento di essere un laboratorio culturale e il progetto di diventare un vero e proprio partito). Quale che siano le convinzioni odierne di un lettore, difficilmente potrà sottrarsi all’ammirazione per quei personaggi del mondo intellettuale e associativo che accettarono di essere visti con diffidenza dalle Chiese (cattolica e riformate) perché socialisti e dalle organizzazioni partitiche di Sinistra (PCI e costellazione alla sinistra del PCI) perché cristiani.

PER COMPLETARE LA LETTURA DELLA RECENSIONE, CLICCARE QUI:

https://www.zerozeronews.it/il-breve-idillio-fra-cristianesimo-e-socialismo/



Nessun commento: