domenica 9 novembre 2014

INTERROGATIVI FILOSOFICI: NE DISCUTIAMO VIA E-MAIL ?

Care e cari,
 un settimanale cartaeco di Trapani (www.monitortp.it) mi ha gentilmente messo a disposizione una rubrica ("Spazio aperto") per dialogare con chi lo desideri su tematiche di "filosofia-in-pratica". Da oggi metterò sul mio blog le 'puntate' sinora pubblicate nella viva speranza che alcuni/e di voi vorranno porre questioni e proporre considerazioni critiche  dalle quali possa trarre materiali interessanti per il mio 'pezzo' settimanale.
Con affetto,
Augusto



“Monitor” 10.10.14.

   Quando un mio amico trapanese ha avuto in mano il depliant in cui si annunziavano 8 aperitivi filosofici mensili presso il bar Bandini di via Beatrice gli è scappato da ridere: “E tu pensi che, per otto sabati, alle 20 e trenta, troverai nella mia città persone disposte a incontrarsi per parlare di filosofia? Se ne venrranno più di quattro o cinque potrai gridare al miracolo: vuol dire che Trapani ha subito una modificazione genetica”.
    Immaginate dunque la mia sorpresa quando, all’ora e al posto stabiliti dall’associazione culturale “La calendula” (che mi aveva formulato la proposta), ho trovato una trentina di persone, disciplinatamente sedute a cerchio intorno a due tavolinetti. E tutte disposte ad ascoltare, a riflettere, a dire la propria. In non più di dieci minuti ho offerto lo spunto di discussione della serata: che cosa sia davvero l’amore platonico. Nell’opinione comune si tratta di una relazione puramente mentale, disincarnata, asessuata, fra due tipi che vorrebbero ma non se la sentono…In realtà, se andiamo a leggere le pagine bellissime del Simposio (o Convito) in cui Platone fa raccontare da Socrate ciò che una donna – Diotima – aveva un giorno insegnato sull’amore, scopriamo che la concezione platonica è ben diversa dai luoghi comuni che gli si attribuiscono. Egli infatti sostiene con chiarezza che l’eros scatta solo in presenza di un singolo corpo bello: vediamo un altro (o un’altra: Platone non andava troppo per il sottile sulle preferenze sessuali) e ne restiamo attratti. Vogliamo unirci fisicamente con lui (o con lei). La maggior parte della gente si ferma a questo primo gradino e, tramontata la passione sessuale, resta con il vuoto in mano. Platone ritiene che il filosofo non si accontenta del primo stadio dell’amore ma sa elevarsi a un secondo livello: l’amore verso la bellezza corporea in generale. Dunque il senso estetico che sa apprezzare anche la bellezza di una donna che non è la nostra o di una figura scolpita nel marmo. Ma è questo il top della bellezza? Platone pensa di no. Egli ritiene infatti che, al di sopra della bellezza estetica, ci sia la bellezza morale: esiste un fascino in figure come Falcone e Borsellino che danno volontariamente la vita per la giustizia e la libertà dei concittadini. Anzi, aggiunge il filosofo ateniese, ancora più affascinante della bellezza etica, c’è la bellezza delle istituzioni: una città in cui l’amministrazione funziona, le strade sono pulite, la gente rispetta gli altri, è una città bella. Essa esercita un fascino che, purtroppo, molti di noi meridionali stentiamo a percepire…Ma, sfidando il paradosso, Platone va ancora più a fondo (o, se si preferisce, ancora più in alto): e indica il gradino successivo dell’amore per le verità scientifiche. Solo chi di noi ha faticato dietro un telescopio o dietro un microscopio per anni, prima di fare una nuova scoperta astronomica o chimica, può capire a quale passione si stia riferendo Platone. A questo punto il racconto accenna a un vertice sommo: l’amore non per cose belle, non per azioni belle, non per verità scientifiche belle, ma per la Bellezza assoluta (che coincide con il Bene supremo). Ma qui siamo oltre la ragione, oltre la possibilità di parlare: solo i mistici sanno che cosa significa amare la Sorgente eterna di tutte le bellezze passeggere.
    Forse vorreste sapere che cosa hanno detto i partecipanti all’aperitivo filosofico del 4 ottobre 2014 (dai trentenni agli ultrasettantenni): ma il mio spazio a disposizione è finito. Se volete, fatevi vivi sabato 15 novembre: stessa ora, stesso posto.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

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