sabato 12 febbraio 2022

IL FEMMINISMO OGGI : DALLA CARICATURA ALL' ORIGINALE


 FEMMINISMO OGGI: DALLA CARICATURA ALL’ORIGINALE

Per sessismo intendiamo la convinzione che un sesso sia migliore di un altro ed abbia dunque diritto di predominare. Se questo sesso è il sesso maschile, il sessismo si declina come maschilismo. Nell’immaginario collettivo, il femminismo sarebbe la versione opposta: il sessismo al femminile. Se così fosse, maschilismo e femminismo starebbero – sia pur in opposizione reciproca – sullo stesso piano. Ma è davvero così? Per alcune donne è stato, o forse continua ad essere, così. Per altre, invece, il femminismo, lungi dal voler affermare il dominio di un sesso sull’altro, vuole sradicare ogni forma di dominio: è il movimento che mira a liberare la società (dunque tutte e tutti) da ogni forma di sessismo.  Così inteso, esso “non è anti-uomini”: poiché “tutti noi, femmine e maschi, siamo stati addestrati fin dalla nascita ad accettare pensieri e azioni sessiste” (quasi sempre si tratta di sessismo maschilista o patriarcale), “le donne possono essere sessiste tanto quanto gli uomini”. E gli uomini possono avere l’interesse, il desiderio, di liberare la società dal patriarcato esattamente come le donne. Questa l’idea centrale (che ne spiega anche titolo e sottotitolo) dell’agile volumetto Il femminismo è per tutti. Una politica appassionata (Tamu Edizioni, Napoli 2021) scritto, nel 2000, dalla pensatrice afro-americana bell hooks (la scelta di evitare le iniziali maiuscole dello pseudonimo è della stessa autrice). 

Nell’impossibilità di restituire la ricchezza di spunti contenuta in queste duecento paginette, mi limito a qualche sottolineatura arbitraria.

La prima: la causa del femminismo non esaurisce lo spettro di cause per cui vale la pena impegnare l’esistenza. Per vivere “in un mondo dove non esiste dominio, in cui donne e uomini non sono simili o neppure sempre uguali, ma dove l’idea della reciprocità è l’ethos che modella la nostra interazione”, “la rivoluzione femminista” è necessaria e, tuttavia, insufficiente: va coniugata con il superamento del “razzismo”, del “classismo” e dell’ “imperialismo”. Di fatto ogni soggetto potrà concentrare su un fronte di battaglia soltanto le proprie energie, ma nella consapevolezza che la guerra verso le ingiustizie è molto più ampia e articolata. Da qui il rispetto, anzi la solidarietà attiva, verso ogni altra persona che si impegna per altre cause sociali (anche non citate dall’autrice, come ad esempio la questione ecologica). 

Una seconda sottolineatura: il femminismo è una pratica politica, ma non priva di radici spirituali. Attenzione, però! Spiritualità non è sinonimo di religiosità né ancor meno di appartenenza ad una chiesa.  In tutte le religioni storiche il maschio ha avuto la preminenza sulla femmina. Il femminismo si è dunque impegnato in due tempi: innanzitutto a criticare l’impianto maschilista e patriarcale delle religioni di appartenenza (anche, ma non solo, la religione ebraico-cristiana) delle donne credenti; poi – e qui sono state coinvolte anche le donne estranee alle grandi tradizioni religiose storiche – a esplorare quei campi ‘spirituali’ che si trovano al di là dei recinti delle istituzioni confessionali (dal momento che vi sono molte maniere di vivere una propria spiritualità autentica). Per le donne e gli uomini che vogliono informarsi e aggiornarsi è ormai evidente che “la liberazione da ogni forma di dominio e di oppressione è in sostanza una ricerca spirituale”: sia perché non c’è lotta politica efficace senza una qualche forma di spiritualità sia perché, all’inverso, non c’è spiritualità autentica che non si traduca operativamente in liberazione da ogni forma di oppressione.

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https://www.zerozeronews.it/femminismo-dalla-caricatura-alloriginale/


2 commenti:

Antonio Possanza ha detto...

Ai miei tempi,tardi anni '70, quello femminista era un movimento di rivendicazione dei diritti del genere femminile. Come tutti i movimenti di questo tipo era portato a eccessi provocatori nel rivendicare i propri diritti di genere, ad esempio per analogia possiamo pensare al Black Power o al movimento per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Ora da osservatore esterno al mondo politico mi sembra di poter affermare che il movimento femminista non esista più, le pari opportunità tra generi sono ora demandate a branche specifiche dei partiti politici o ad associazioni. In ogni caso visto che per garantire pari opportunità tra generi il legislatore è stato costretto a ideare le quote rosa, dette pari opportunità sono ancora una chimera

Maria D'Asaro ha detto...

Mi pare un ottimo testo presentato da un'ottima recensione. Grazie.