giovedì 24 febbraio 2022

ADDIO A DON CARLO MOLARI, UN TEOLOGO ONESTO CON GLI ESSERI UMANI E CON DIO

 

 


 

"A 90 anni posso vedere la mia vita

come l'aquila vede la valle dal suo volo,

e accorgermi che furono proprio 

le curve del sentiero della mia vita a condurmi qui.

Oggi, con Endō Shūsaku,

riconosco che Dio mi parla indirettamente, e non direttamente..."

 

 

Nella rivista Rocca” (n. 22 del 15 novembre 2019) Carlo Molari, nell'ambito di una riflessione sull'agire di Dio, fa riferimento ad alcuni passaggi del libro Passi. Diario di un pellegrino. Vangelo e Zen, Edizioni Paoline, 2018, scritto da Padre Luciano Mazzocchi per oltre quarant'anni missionario saveriano in Giappone. Il libro racconta, tra l'altro, l'esperienza religiosa e la conversione al cristianesimo dello scrittore giapponese Endō Shūsaku, autore di Chinmoku, il romanzo storico da cui è tratta la trama del film Silence. Di seguito alcuni passaggi della riflessione di Carlo Molari:

"Ecco come lo scrittore giapponese (Endō Shūsaku), oggi defunto, esprime la sua esperienza religiosa: «Dio non è un ente che esiste a sé, ma è energia all’opera dentro di noi. Io ho raggiunto questa comprensione a una certa età quando fui in grado di osservare la traccia della mia vita come un uccello dall’alto vede la distensione della valle. Ho compreso che Dio non agisce in me direttamente, ma indirettamente. Il suo sguardo mi coglie attraverso gli occhi di un amico, di una persona che incontro, oppure da cui mi separo, persino attraverso gli occhi bagnati di un cane o quelli di un uccello che muore» Ancora: «L’uomo nel percorso della vita immancabilmente s’imbatte in situazioni che con la sola volontà umana non può né affrontare né superare. Ma proprio in questi frangenti in cui tutto gli appare fallimentare l’uomo sperimenta che alle spalle qualcosa persiste nel trattenerlo in piedi, nel dargli la spinta a superare e andare avanti. Qualcosa di invisibile ai suoi occhi, un’energia nascosta». 

Certamente, commenta Carlo Molari, si può esprimere questa esperienza anche in modo non corretto. Ciò avviene quando si considera la propria esperienza come assoluta e si giunge a negare altre modalità di tradurre la realtà di Dio.

È vero che resta il rischio di interpretare il termine energia o forza in senso imperfetto e non trascendente e di assumere un atteggiamento non corretto nei confronti dell’azione divina. Più volte ho ricordato in questa rubrica che non possiamo parlare di Dio e della sua azione come parliamo delle creature. Queste operano manipolando le realtà materiali. Dio non opera in tale modo ma offre alle creature la possibilità di agire e la alimenta lungo la loro storia.

L’azione creatrice non è propria delle creature per cui non possiamo illuderci di comprenderla ed esprimerla bene, ma solo in modo analogico, attribuendo a Dio le diverse modalità delle azioni create (materiale, formale, efficiente e finale) ma unificandole in una modalità trascendente che è la presenza creatrice continua di Dio".

(Carlo Molari, Carattere personale di Dio, in “Rocca” n. 22 del 15 novembre 2019).

 

Telefonata di Carlo Molari a padre Luciano

Carlo Molari, molto colpito dalle riflessioni di Endō Shūsaku telefona a padre Luciano per ringraziarlo. E padre Luciano così racconta la telefonata:

"La telefonata arrivava da uno dei teologi italiani più stimati da me e da tanti. "Sono don Carlo Molari e sto leggendo "Passi" a pagina 139, dove tu citi una frase di Endō Shūsaku. Quella frase mi ha molto colpito. Io vi ho impiegato 90 anni di ricerca teologica per arrivare a capire che Dio non ci viene incontro da davanti, ma ci spinge da dietro. A 90 anni posso vedere la mia vita come l'aquila vede la valle dal suo volo, e accorgermi che furono proprio le curve del sentiero della mia vita a condurmi qui. Oggi, con Endō Shūsaku, riconosco che Dio mi parla indirettamente, e non direttamente...".

 

La presenza di una Forza che alimenta il processo è uno dei temi centrali nella riflessione di Carlo Molari: "Se l’uomo è giunto all’esercizio della libertà e della consapevolezza e nel suo processo di crescita sviluppa la sua identità personale, a maggiore ragione si deve attribuire tale perfezione al principio che alimenta il processo creato".

"Quella di don Carlo, scrive il monaco Ivan Nicoletto, è stata davvero una espansione dell'energia creatrice nella sua vita: che egli possa godere in pienezza l'unione con quella sorgente che lo ha sostenuto e nutrito e noi possiamo continuare ad essere trasmettitori di quella Fiamma".

3 commenti:

Maria D'Asaro ha detto...

Grazie.

Unknown ha detto...

Grazie Augusto; personalmente sono debitore a don Carlo della svolta nella mia formazione dalla impostazione scolastica, allora prevalente nelle scuole di seminario, alla ricerca teologica, che sa partire da qualsiasi punto di vista per lasciarsi andare al superamento di tutti i punti di vista, solo parziali luoghi di osservazione prospettici. Tutto questo avveniva fin dagli anni 1972/73, anni nei quali, in periodo estivo, ero stato invitato dal card. Pappalardo a seguire i corsi di aggiornamento di catechesi; scoprivo anche le scienze umane, l'attenzione al linguaggio (sul quale tema don Carlo ha impegnato sapientemente la sua riflessione)... Grazie don Carlo da parte di Cosimo Scordato

Unknown ha detto...

Bellissima ed illuminante questa riflessione. Grazie infinite