martedì 7 agosto 2007

IL SINDACO RISPONDERA’?


“Repubblica – Palermo” 7.8.07
QUATTRO DOMANDE SUL TRAFFICO SENZA REGOLE

Augusto Cavadi

Più volte, negli ultimi anni, ci è capitato di rivolgere da queste colonne ai dirigenti dei vigili urbani di Palermo delle domande precise. Sarà che non è facile seguire proteste e proposte sui numerosi quotidiani cittadini, sarà che dalle nostre parti non appartiene alla cultura civica che le istituzioni si sentano ‘responsabili’ (alla lettera: in dovere di rispondere) nei confronti dell’opinione pubblica, ma insomma non ci è mai pervenuto alcun cenno di riscontro.
Proviamo adesso a cambiare interlocutore per verificare se, rivolgendoci al sindaco, avremo fortuna migliore (facendo attenzione a che il tono degli interrogativi risulti abbastanza rispettoso da evitare di incorrere nella denunzia, da parte degli avvocati dell’amministrazione comunale, per attentato all’immagine della città).

Prima (e più radicale) questione: è vero che l’organico dei vigili urbani prevederebbe 2.000 unità e che solo 1.200 posti sono al momento coperti? Se così fosse, sarebbe molto strano che in un territorio dove si inventano i compiti più fantasiosi per remunerare la gente (dal computo dei tombini alla vigilanza - in difesa da chi ? - nei giardini pubblici), non si riesca a far lavorare i giovani nei ruoli dove ci sarebbe davvero necessità. Senza contare che investire risorse finanziarie per completare il corpo di vigili urbani avrebbe almeno due ritorni immediati: una città meno selvaggia (e dunque più ospitale per i turisti) e maggiori introiti per le casse cittadine (a carico dei trasgressori più incalliti).
Seconda (e meno radicale) questione: è vero che dei 1.200 vigili attualmente in organico, 1.000 sono adibiti a compiti burocratici e solo 200 (o perchè non ’sponsorizzati’ o perché ’sponsorizzati’ di serie B) vengono quotidianamente adibiti a servizi in strada? Spero sinceramente che i dati ufficiosi in mio possesso siano marcatamente imprecisi. Perché, se non lo fossero, la situazione sarebbe davvero incredibile: i duecento vigili (o poco meno: ogni giorno un dieci per cento, come in tutte le categorie, non è al lavoro perché in ferie o ammalato) che, per scelta o per forza, non si imboscano in uffici o in anticamere di palazzo dovrebbero distribuirsi sull’intero territorio metropolitano (e per ventiquattro ore al giorno: dunque in pattuglie ulteriormente assottigliate dalla turnazione) per regolare il traffico, intervenire in caso di incidenti stradali, combattere l’abusivismo edilizio, contrastare le affissioni arbitrarie, controllare l’igiene nei mercati, nei bar e nelle rivendite di alimentari etc. etc…Insomma: dovrebbero - col sole o con la pioggia - dare prova di superpoteri alla Nembo Kid, fra cui una stupefacente ubiquità.
Terza questione (quasi irrilevante rispetto alle precedenti): le corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici (autoambulanze, bus, taxi, forze dell’ordine, auto blue e simili) sono anche a disposizione dei cittadini che mostrano sul parabrezza il cartellino di invalidità? E, in subordine, da quanti anni non si verifica la sussistenza dei motivi originari del rilascio di tale cartellino? Il sospetto che il vecchio zio paralitico o la nonnina col femore fratturato possano esser passati a miglior vita, lasciando in eredità a pimpanti parenti il prezioso pass, mi sorge ogni volta che capita di vedere giovani coppie di fidanzati, allegri e sorridenti, ripescare da qualche angolo dell’auto il cartoncino con la H non appena avvistano – proprio quando stanno entrando in zone chiuse al traffico o stanno posteggiando in zone di divieto - una pattuglia di poliziotti o di carabinieri.
Quarta (ed ultima) questione, anzi questioncella: corrisponde al vero che alcuni dei pochi vigili urbani in servizio effettivo sulla strada hanno il compito di vigilare non solo sull’incolumità del sindaco, ma anche dei suoi familiari (e devono tornare ogni due ore a perlustrare le strade intorno ai due diversi condomini in cui essi sono ospitati)? Se anche questa notizia fosse, per caso, veritiera, non chiederemmo certo di sapere nel merito quali siano i motivi della (eventuale) decisione: ci basterebbe sapere, fidandoci della parola del primo cittadino di Palermo, che dei motivi ‘oggettivi’ (per quanto comprensibilmente riservati) ci siano.

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