lunedì 17 dicembre 2018

LA FAMIGLIA E' UNA CAMERA A GAS ? CON ROBERTO PUGLISI




GLI OMICIDI IN FAMIGLIA

Natale di sangue, spari, coltellate 
"Ecco cosa distrugge una famiglia"

Roberto Puglisi

E poi ti trovi davanti all'inciampo della normalità. Lo rintracci 
nelle strade e nei volti, ai crocevia. Facce scavate, un grigiore che 
sotterra i colori e li rende inerti. Discorsi smozzicati imperniati sui 
soldi che mancano, sulla sussistenza dell'indomani, sulle ali che
non appaiono più giovani. Alcuni inghiottiti da qualcosa. Altri che
trascinano i passi come se avessero catene al posto delle scarpe.
E poi ti trovi davanti alla rottura improvvisa. E provi
 a raccontare
 ciò che, in fondo, non è raccontabile, con le ricostruzioni della
 cronaca 
fin qui disponibili. La mamma che uccide il suo bimbo a Catania.
 Il papà 
della famiglia felice che stermina i suoi cari e si toglie la vita.
 Gli 
antidepressivi. Intorno, le prime stelle rosse dal fioraio, le ultime
 foto 
della felicità, coriandoli di sorrisi, le faccine sui social. Segnali
 luminosi
 in un crepaccio.

E adesso l'orrore di Falsomiele, a Palermo, con un uomo

 macellato
come un agnello. E il capo della Squadra mobile, uno che non 
si smarrisce 
mai perché ne ha viste tante: "Il nostro compito non è soltanto 
quello di 
arrestare gli autori dell'omicidio, ma stabilire cosa abbia 
provocato questo 
gesto di follia". Nella difformità di vicende, moventi e circostanze;
 è come
 se ci fosse una deflagrazione alle porte di uno stanco Natale.

E allora ti chiedi se non lampeggi una spia tra il dolore

 di certi 
giorni e il confine estremo di certe cronache che accennano 
a un male 
oscuro, forse, in rilievo. Qui si intersecano riflessioni, qualche
 tentativo 
di risposta. Le domande si sommano. La voglia di capire ciò 
che appare incomprensibile rammenta le molliche di pane che
 Hansel e Gretel 
cercarono invano, sulla via del ritorno. A che punto è la notte?

“Non mi riferisco direttamente a quello che è accaduto perché

 non si
 possono unificare gli eventi e perché ne sappiamo ancora poco.
 Vorrei 
partire da un dato generale che mi risulta – dice Marco Barone, 
psicologo, psicoterapeuta – : il male oscuro, se diamo al termine 
il 
significato di un disagio profondo, talvolta dagli effetti imprevedibili, 
non è semplice da definire. E l'accesso alle cure risulta più complicato, 
visto che il servizio sanitario nazionale ha dei limiti di copertura, 
mentre
 il problema si rivela vasto".

Il dottore Barone offre la descrizione di un attimo 

che è già 
storia: “Tanto è cambiato. Abbiamo strumenti che ci collegano
 ovunque, mentre si deteriora la qualità delle relazioni e della 
comunicazione interpersonali. Non lavoriamo più per produrre 
cose. 
Sforniamo denaro e consumo. Abbiamo perso molto, soprattutto
 i
 valori. Abbiamo spezzato il legame che ci univa alla famiglia
 che spesso 
è la prima vittima del clima generale. Le feste, specialmente
 quelle natalizie, 
rappresentano un momento emotivamente forte, un'occasione
 di bilancio. 
Si sente il maggiore bisogno di un contatto affettivo che, magari,
 proprio 
in famiglia, non c'è. E in certi contesti al limite può accadere
 l'irreparabile”.

Roberto Alajmo affronta la questione da scrittore, con 

suggestioni
 e incubi. Non a caso è suo 'Il repertorio dei pazzi della città
 di Palermo'. 
“Non sono sicuro che ci sia un aumento del livello della follia.
 Mi pare che 
sia impazzito il contesto che ti mette nelle condizioni, a tua volta, 
di 
impazzire. Se non rispondi a determinati modelli di successo, può 
scattare 
una molla che non c'era. Tuttavia, le cose tragiche che stiamo 
purtroppo leggendo non sono originali, hanno radici antiche e 
nei miti. E chiunque sia genitore, per esempio, se non si vuole 
perseguire il moralismo, sa che arriva un momento in cui
 l'impazzimento
 può sfiorarti. Dietro le mura di qualunque appartamento,
 gli ingredienti cuociono in una pentola a pressione. Non sai 
cosa c'è dentro, avverti appena il sibilo”.

Augusto Cavadi, professore, filosofo, ha una posizione

 che lo 
mette in controluce: "Oggi abbiamo un'amplificazione 
cognitiva 
perché le cose sono comunicate in tempo reale. Da che 
ne ho 
memoria, fatti atroci, purtroppo, sono sempre accaduti.
 E, per dirla 
tutta, non ho troppa nostalgia della famiglia del passato. 
Non la esalto. Quest'epoca coltiva la propria alienazione,
 come le altre. E' necessario distinguere le dinamiche singole senza banalizzare, per comprendere. 
Scriveva Tolstoj: 'Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia 
infelice è invece disgraziata a modo suo'".

Marina Cassarà, avvocato che segue percorsi 

dolorosissimi, con umanissima sensibilità, da donna inserisce
 un orizzonte un po' più rosa.
 “Il male oscuro lo vedo, lo sento, lo percepisco, in certi fatti 
di cui mi 
occupo, in certe persone... Ma poi guardo i ragazzi che 
mi sembrano 
ottimisti e bellissimi e privilegio la speranza. E' terapeutico
 piangere 
quando qualcuno cura il pianto e lo trasforma in pace, quando
 sei accudito nella tana familiare che è il simbolo della protezione. 
Se questo manca...”.

I puntini di sospensione alludono alla cappa grigiastra

 dei giorni e ai mostri acquattati dietro l'angolo. Ci sono indicazioni
 plausibili? Chi lavora con le sofferenze degli uomini ci ha provato 
a orientarsi, in un fumo denso, ognuno nel suo campo alle prese 
con il singolo riflesso di uno specchio. Restano,
 intere, le domande e le differenze tra storia e storia. Resta la notte, 
con 
la paura di un'alba incerta. Ma ha ragione Marina, l'avvocato. 
Le luci 
esistono. Le speranze sono a portata di mano. Natale è 
l'immagine di 
 una salvezza nelle peggiori condizioni possibili. Tutto può 
nascere e 
sempre rinascere nel cuore di chi non si arrende.

1 commento:

Emanuele ha detto...

Esiste o non esiste una campagna di colpevolizzazione del maschio?