venerdì 11 giugno 2021

LA LEZIONE DEL GIUDICE LIVATINO A CREDENTI E 'LAICI'


 “Il Gattopardo”

Maggio 2021

 

LA LEZIONE DI ROSARIO LIVATINO AI CREDENTI E AI ‘LAICI’

 

Il prossimo 9 maggio Rosario Livatino -  un magistrato siciliano ucciso dalla mafia nel 1990 quando aveva appena 38 anni - sarà proclamato “martire” e “beato” dalla Chiesa cattolica. L’evento potrebbe dire qualcosa sia ai fedeli sia, più ampiamente, ai cittadini. 

Ai fedeli potrebbe ricordare che secondo la logica cristiana nessuna comunione con il divino è autentica se non passa dall’impegno per i diritti degli umani: l’adesione al vangelo implica tanto una dimensione interiore quanto una cura, fattiva e costante, per le sofferenze di tutti i viventi. Come ha affermato una volta Giovanni Paolo II proprio a proposito di questo giovane giudice, chi è martire della giustizia è indirettamente martire della fede. E se in Sicilia “testimoniare” la giustizia significa soprattutto contrastare la criminalità mafiosa, in altre aree del pianeta opporsi al razzismo o alla guerra o allo sfruttamento del lavoro minorile o …

Questa occasione potrebbe costituire un messaggio interessante anche per i ‘laici’ , come si chiamano abitualmente i cittadini esterni al mondo cattolico. In ogni epoca, e nella nostra in particolare, l’ammirazione generale è riservata ai grandi ‘eroi’ che occupano la ribalta della scena pubblica. Ma sono essi davvero i soli, o i maggiori,  protagonisti della storia? O le società vanno avanti, anche e soprattutto, per la fedeltà quotidiana di tante persone anonime che vivono la correttezza, la solidarietà, la compassione, la gentilezza? Talvolta, come nel caso di Livatino, le circostanze tragiche fanno sì che questo eroismo, silenzioso e nascosto, esploda alla luce del sole: e tali esplosioni dovrebbero invitarci a rivalutare la straordinarietà preziosa di tante esistenze ordinarie. Abbiamo molti più “santi della porta accanto”  (in senso sia religioso sia civile) di quanto non sospettiamo: e se non li lasciassimo soli a combattere le loro buone battaglie, certamente sarebbero molti in meno a diventare loro malgrado ‘martiri’.  

 

Augusto Cavadi

www.augustocavadi.com

1 commento:

Maria D'Asaro ha detto...

Ottime considerazioni, che condivido pienamente. Grazie.