“Il Gattopardo/Sicilia”
Aprile 2023
ALCHIMIA E MASSONERIA A PALERMO
Giuseppe Garibaldi - impressionato dalla messe di simboli esoterici sparsi per Palermo – la elesse a capitale ideale della Massoneria. Nulla di strano: moltissimi aristocratici (committenti di palazzi, giardini e chiese) erano affiliati all’associazione di origine anglosassone e non pochi ecclesiastici erano cadetti di famiglie nobiliari. Ma di quali simboli si tratta? Squadre da disegno, compassi, fornaci, piramidi, occhi di Dio…Lucia Vincenti ha raccolto una serie di servizi, pubblicati sul “Giornale di Sicilia”, in un volume intitolato Palermo occultata. Il titolo, più che all’occultismo, allude allo strano fenomeno culturale per cui tale abbondanza di richiami simbolici (criptici per paura delle condanne da parte delle gerarchie cattoliche, ma non tanto da risultare invisibili) è come nascosta da un velo di ignoranza agli occhi dei visitatori.
Ci si potrebbe interrogare sul nesso fra l’antica cultura alchemica (egizia e greca) e la recente Massoneria (nata a cavallo fra i secoli XVII e XVIII). Pare che un nesso vada individuato nella figura dell’inglese Elias Ashmole, autore dell’opera Simbolismo alchemico-eretico, al quale fu affidato il compito di redigere i primi rituali massonici.
Ma qual è la presenza attuale delle ‘logge’ massoniche in Sicilia? La legislazione vieta da alcuni decenni ogni genere di associazione segreta e ciò ha comportato una significativa spaccatura fra la maggioranza dei circoli (che si limitano a custodire con una certa riservatezza i nomi degli adepti) e sparute minoranze di ‘logge’ che, anche per rapporti ambigui con le cosche mafiose, vivono nella clandestinità illegale.
A noi profani il dovere di non fare di tutte le erbe un fascio. E di non affibbiare alla sola Massoneria una condanna generica e indiscriminata che, giustamente, evitiamo nei confronti di tutte le associazioni professionali, culturali, assistenziali, religiose…che propongono fra i soci legami di ‘fratellanza’ ulteriori, più stretti, rispetto ai vincoli di concittadinanza democratica cui si riferiva la fraternité della Rivoluzione francese. I rischi che tra massoni si creino rapporti di solidarietà poco trasparenti, ai danni degli esterni, ci sono sicuramente. Ma come in tutte le altre consorterie che pretendono di aggregare adepti in nome di caratteristiche elitarie.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com
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