sabato 2 agosto 2014

LA VERA RICCHEZZA: MEMENTO IN TEMPI DI CRISI


“Centonove” 25.7.2014



LA VERA RICCHEZZA E’ NEL DENARO ?



   Che succede se un ex-manager, ridotto dalla crisi economica attuale in povertà, mentre siede su uno scoglio di Capo Boeo – in quel di Marsala – a contemplare Marettimo, l’Isola Sacra, viene avvicinato da un docente universitario di economia incuriosito dal suo profilo austero ma sereno? Se volete saperlo vi basta procurarvi una copia dell’agile, fruibile, volume di Massimo Jevolella, Il segreto della vera ricchezza. Dialogo tra un economista e un povero (Urra, Milano 2014, pp. 100, euro 10,00).

    Il testo non avanza pretese di grande originalità, ma  intreccia  - nella trama del dialogo – tutta una serie di considerazioni sulla contemporaneità e di indicazioni terapeutiche dalla migliore sapienza tradizionale. Sulla contemporaneità: “Una donna di trentacinque anni  perde il lavoro, e disperata si getta in poeno inverno nelle acque gelide e impetuose dell’Adda, con i figliuoletto di pochi mesi legato al petto. […] Ci vollero molte ore per trovare i due corpi privi di vita, ancora stretti insieme, trattenuti dai rami di un albero caduto sulla riva del fiume…era una notizia di poche righe, uscita soltanto su alcuni giornali lombardi. […] C’è chi si dà fuoco, chi s’impicca, chi si lancia dalla finestra…L’improvviso cadere nell’indigenza terrorizza…e gli orrori sono infiniti”. Tutto questo mentre “decine di migliaia di miliardi di dollari giacciono nei forzieri segreti dei paradisi fiscali di tutto il mondo”, pur essendo noto che “basterebbe confiscare meno della metà di quelle enormi risorse finanziarie inutilizzate, frutto di corruzione e di rapina, di criminalità, di frode e di evasione fiscale, per risolvere in un colpo solo la crisi mondiale, per ridare speranza, lavoro, protezione e sostentamento sicuro ai giovani, ai licenziati, a tutti i disperati della terra, feriti nella loro dignità umana e ridotti ormai alla fame”.

     E’ evidente che se certe ricette non vengono applicate  - anzi, neppure prese in esame in via ipotetica – la ragione non è ‘tecnica’ né ‘scientifica’, ma etica. Solo un bagno rigeneratore nelle sapienze tradizionali (dagli Egizi agli Ebrei, dagli Indiani ai Greci e così via) potrebbe aprirci finalmente gli occhi: la vera ricchezza non si misura in quantità di oro accumulato, ma in qualità di vita per sé e per i propri simili. “In verità”  - sostiene verso la fine della conversazione il saggio povero/ricco  - “in questo breve viaggio che è la vita, nessun ‘grande uomo’, nella sua superbia intellettuale o nella sua accidia morale, ha mai varcato per un solo istante la soglia della gioia se non ha mai saputo donare almeno un grammo di letizia e di speranza al più piccolo e al più fragile dei suoi compagni d’avventura”.



Augusto Cavadi

www.augustocavadi.com

1 commento:

Maria D'Asaro ha detto...

Grazie per queste riflessioni. E grazie a Jevolella per il suo libro.