mercoledì 27 maggio 2015

LA SECONDA EDIZIONE DI UNA FILOSOFIA D'A-MARE A FAVIGNANA


“Monitor”


15. 5. 2015-05-25


Il Festival della filosofia d’a-Mare: una restituzione


   

Riuscite a comprendere per intero ciò  di cui fate esperienza, in cui vi sia capitato di essere stati immersi? Io no. La ricchezza del reale, nel quale pure nuoto, mi resta sempre in qualche misura estranea. Trascendente. Non solo non capisco tutto ciò con cui entro in contatto; per giunta, non riesco a raccontare neppure quel tanto che capisco. Parafrasando un celebre sofista siciliano, potrei dire che non tutto ciò che è, è conoscibile e che non tutto ciò che è conoscibile, è dicibile.

    Questa premessa un po’ barbosa (almeno per il lettore medio di questa rubrica: uno che ama pensare con la propria testa ma è quasi del tutto digiuno di storia della filosofia) mi serve per spiegare come mai  - nonostante l’invito a stendere un resoconto del “Festival della filosofia d’a-Mare” che si è svolto nelle Egadi dal 30 aprile al 3 maggio –  avverta una resistenza interiore a redigerlo. E’ come se volessi evitare di condannare questa esperienza così intensa alla banalizzazione.

    Comunque qualcosa, dopo aver dedicato più di una puntata della rubrica a preparare l’evento, devo dirla. I tre ospiti (Chiara Zanella, Serge Latouche e Diego Fusaro) sono stati ottimi stimolatori di pensiero, facilitando nei settanta partecipanti ai seminari l’interiorizzazione di temi tipici della filosofia sin dalle origini greche e pure tragicamente attuali (la critica alla crescita infinita, la frugalità come via per la felicità, la cura di sé come aver cura dell’altro, la responsabilità come pienezza della libertà autentica…).  Le persone provenienti da ogni area geografica del Paese e da ogni genere di occupazione lavorativa (magistrati e assistenti sociali, architetti e insegnanti di scuola elementare, medici e studenti…) sono stati ammirati, a loro volta, dai filosofi di professione per la caratura dei contributi offerti alla discussione. La struttura alberghiera “Cala la luna”  e l’equipaggio del battello “L’intrepido” (con il quale abbiamo perlustrato le coste di Favignana, Marettimo e Levanzo) hanno fatto onore alla tradizione di ospitalità del nostro popolo.

    Ciò che più ha inciso nella memoria del cuore è stato il clima “spirituale” che si è creato fra tutti noi (se si riesce a dare all’aggettivo “spirituale” la sua pregnanza laica, integrale, concreta) . La seconda edizione del “Festival della filosofia d’a-Mare” è stato l’esperimento di un modo di vivere altro rispetto alla quotidianità produttivistica, competitiva, consumistica in cui siamo (non del tutto incolpevolmente)  immersi. Vorrei ricopiare uno a uno i messsaggi che mi sono giunti dai partecipanti via sms, via email, a voce per telefono. Uno per tutti, da Franco e Marilena (provincia di Cuneo): “Pensiamo di aver sperimentato la felicità, in quella terra di mezzo tra cielo e mare, cannoli e cassate, tra bella gente e parole autentiche. Purtroppo la sveglia del lunedì mattina ci ha ridestati da questo breve ma intenso sogno catapultandoci nel paese del non pensiero. Peccato, ma anche i sogni insegnano la vita. Grazie e arrivederci a tutte le persone che hanno reso possibile questo sogno”. Ce ne sono altri sul mio blog, ma sono troppo lusinghieri e il pudore mi impedisce di riportarli.



Augusto Cavadi

www.augustocavadi.com

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