martedì 29 gennaio 2019

PAPA FRANCESCO E IL SESSO


29.1.2019

PAPA FRANCESCO PARLA BENE DEL SESSO E…

      Il papa che preferisce pronunziarsi, anziché ex cathedraex aeroplano, di ritorno da Panama, in risposta a una domanda ha sostenuto che l’educazione sessuale dovrebbe avere un posto nelle scuole dal momento che “il sesso è un dono di Dio, non un mostro: un dono di Dio per amare. Che poi qualcuno lo usi per guadagnare denaro o per sfruttare il prossimo, questo è un altro problema”. Ovviamente – come è ormai usuale con questo papa – anche questa affermazione ha suscitato, e continuerà per qualche giorno a suscitare, reazioni di ogni tipo. Da una parte non sono mancate le dichiarazioni entusiastiche di chi si compiace di ascoltare parole di buon senso da un pulpito dal quale, troppo spesso, si sono sentite per secoli rabbrividenti teorie sessuofobiche. D’altra parte, proprio la relativa novità dei toni e dei temi, almeno sulle labbra di un pontefice, non manca di irritare quelle frange – minoritarie ma non sparute – di cardinali, vescovi, preti e teologi che vedono in Bergoglio lo strumento di cui il Diavolo si sta servendo per distruggere la Chiesa di Cristo. Persino delle soubrette di varietà, ancora spiritose pur se sul viale del tramonto,  hanno avvertito il dovere di richiamare il vescovo di Roma alle sue responsabilità: abbandoni il buonismo, parli un po’ meno di migranti e soprattutto eviti di dire che un ateo onesto (e sincero) è meglio di un cattolico disonesto (e ipocrita). 
      Premesso che in democrazia ognuno è libero di provare, ed esternare, le sue reazioni più spontanee (anzi, purtroppo, anche quelle meno spontanee e più calcolate strategicamente), potrebbe risultare interessante – almeno per qualcuno – sapere che, fra le altre possibili e legittime, c’è anche la reazione di chi, avendo seguito il dibattito teologico degli ultimi sessant’anni, non prova né entusiasmo né disappunto. Per dirla tutta: non prova nulla (o, al massimo, la leggera soddisfazione di vedere che  le idee corrette riescono a farsi strada, prima o poi, anche attraverso le arterie di organismi elefantiaci come la Chiesa cattolica). Per alcuni studiosi di queste cose, la dichiarazione del papa è stata emotivamente sconvolgente quanto lo sarebbe stata che la terra gira intorno al sole e non il sole intorno alla terra. Come mai?
        Se si sfoglia la Bibbia si constata che né il Primo Testamento (vedi, ad esempio, il Cantico dei cantici) né il Secondo Testamento (vedi, ad esempio, la sobrietà dei cenni di Gesù alle tematiche sessuali) lasciano trapelare valutazioni sul sesso che non siano di segno marcatamente positivo. Una serie di eventi – tra cui la peste nera a metà del XIV secolo – introdusse nella cultura cristiana una spaccatura fra (pochi) esaltatori della piacere sessuale come chiave di volta della felicità e (molti) denigratori dello stesso piacere come inizio di ogni disgrazia dell’umanità. Diventò pressoché unanime, ad esempio, la tesi che il peccato di Adamo ed Eva sia stato non un peccato di orgoglio (come sostiene il testo biblico), bensì di natura sessuale (anche se non c’è una riga che giustifichi questa interpretazione pruriginosa). 
         Ma tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in tutte le chiese cristiane – prima nelle protestanti, poi nella cattolica – si assiste ad una rinascita degli studi biblici con gli strumenti ‘scientifici’ più raffinati. Chiunque, studiando un po’, può constatare che molti insegnamenti clericali non hanno un fondamento biblico e, dunque, vanno rivisti profondamente e in alcuni casi addirittura cestinati. In questa storia di ri-conversione alle fonti, il Concilio ecumenico Vaticano II (1962- 1965), indetto da papa Giovanni XXIII, segna una tappa irreversibile. Purtroppo, dopo Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno fatto di tutto per sopire le novità conciliari, ma ormai la scintilla era partita e nessuna repressione autoritaria ha potuto stroncare del tutto la ricerca di grandi teologi e di grandi teologhe. 
     Papa Bergoglio, invece di continuare a fare il pompiere, ha voluto ridare fiato al rinnovamento avviato poco più di mezzo secolo fa: e osa dire in pubblico ciò che i credenti istruiti (dunque, statisticamente, una sparuta minoranza dei credenti) pensano, dicono e praticano da decenni. Certo, se da queste dichiarazioni discendessero conseguenze catechistiche e canonistiche – insomma: operative – in tema di morale sessuale (a cominciare da una diversa lettura dei rapporti sessuali fuori da un legame matrimoniale o dell’obbligo a vita del celibato ecclesiastico) si potrebbe parlare davvero di mutamenti rivoluzionari, pur se tardivi. Ma le macchinazioni di Curia, o più semplicemente le inesorabili scadenze anagrafiche, consentiranno al papa venuto dagli estremi confini del mondo di attivare riforme irreversibili? Alcuni lo sperano, altri lo temono; quasi nessuno lo prevede. 

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

  

2 commenti:

Armando Caccamo ha detto...

Sarebbe opportuno che papa Bergoglio, quando si accinge a consumare i suoi pasti, si attorni di assaggiatori, i tempi lo richiedono. Al di là della battuta (che spero rimanga battuta), penso che siano tempi di grandi "contrasti" e per questo di grandi "rimedi" per la Chiesa, guardiamoci dai rimedi che non possono aspettare l'anagrafe. Così la penso.

gabriella ha detto...

Ammiro Papa Francesco per ciò che dice e fa ed auguro che porti a compimento le riforme sottese alle sue encicliche e dichiarazioni. Grazie Augusto!