“Repubblica – Palermo” 20.5.05
Augusto Cavadi
UNA SCOMMESSA NONVIOLENTA CONTRO LA MAFIA
Non molto tempo fa Bertinotti ha sollevato, all’interno di Rifondazione, il dibattito sull’opportunità di adottare la logica nonviolenta come strategia di lotta rivoluzionaria. In quel contesto una persona di grande levatura intellettuale come Rossana Rossanda confessava – su “Repubblica” – la sua distanza dalla nonviolenza: come si fa a offrire l’altra guancia ai poteri forti che dominano la scena mondiale? Nell’immaginario collettivo, il metodo gandhiano è proprio questa impossibile scommessa di chi oppone alla forza dei forti la debolezza dei deboli. Ma era questa la proposta della “Grande anima”?
Se la risposta fosse affermativa, suonerebbe perlomeno bizzarra l’idea – portata avanti da alcuni anni da un gruppo di lavoro palermitano – di utilizzare l’esperienza gandhiana per ipotizzare, e sperimentare, nuove forme di lotta al sistema di potere mafioso. Se, invece, nonviolenza significa saper affrontare i conflitti, saperli gestire con una tale padronanza interiore da indurre l’avversario a riflettere criticamente sulle proprie posizioni ed – eventualmente - a rivederle per il proprio stesso benessere, il quadro muta radicalmente e si aprono orizzonti inesplorati. In questo scenario, infatti, sarebbe del tutto ragionevole, anzi urgente, integrare i sempre necessari meccanismi repressivi (dalle forze investigative ai magistrati) con progetti operativi che prevengano la decisione di chi entra in Cosa nostra e che accompagnino l’esodo di chi ne esca, o tenti di uscirne. Nessun buonismo, dunque: ma la lucida consapevolezza che le organizzazioni mafiose non sono entità mitiche, che esse funzionano grazie a uomini e donne in carne ed ossa che – per quanto moralmente depravati – restano soggetti ai dubbi, alle esitazioni, alle nostalgie, ai ripensamenti dei comuni mortali.Su questo – e su molto altro – proveranno a discutere domani e posdomani, presso il Convento francescano di Baida, alle porte di Palermo, gli studiosi e gli operatori sociali radunati per il Convegno nazionale “Superare il sistema mafioso. Il contributo della nonviolenza”. Le analisi teoriche (raccolte in un volume delle edizioni “DG” di Trapani che sarà presentato proprio per l’occasione) e il racconto di esperienze vissute (pratiche di mediazione e di giustizia rigenerativa; di resistenza civile; di difesa popolare nonviolenta; di contrasto alla mafia ad opera del mondo femminile; di strategie educative; di pastorale religiosa; di aiuto a vittime, testimoni e dissociati; di teatro pedagogico e civile…) sono previste in funzione di un’ipotesi programmatica complessiva. Per gettare – come si legge nel Documento preparatorio - dei “ponti di comunicazione con l’universo mafioso, senza nessuna accondiscendenza, ma anche riconoscendo i limiti delle risposte istituzionali.
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