lunedì 10 agosto 2009

Francesco Palazzo su “In verità ci disse altro”


Francesco Palazzo
“Repubblica - Palermo” 9.8.09

Augusto Cavadi - In verità ci disse altro. Oltre i fondamentalismi cristiani (Falzea Editore, pp. 244, euro 15)

Il libro inizia con una domanda: si può, insieme, credere e pensare? E una constatazione: il cristianesimo è malato. La chiesa reagisce conservando tutto o ricorrendo al revisionismo felpato. La proposta è quella di un “oltre-cristianesimo”. Ma come salvare il divino? Per l’autore, l’uomo, interrogandosi sul cosmo, intravede un fondamento intelligente. Il testo continua con un duplice quesito. Quanti si dicono vicini al cristianesimo e coloro che lo rifiutano, sanno di che si tratta? Bisogna accostarvisi con occhi nuovi. In teologia vi sono stati profondi cambiamenti. Vediamo alcuni passaggi. Gesù annunzia il regno di Dio, non una religione. La fine del mondo tarda. La chiesa si propone per dare una mano. Credere non è più una pratica di vita, ma l’accettazione di dogmi. Questa fase giunge al Concilio di Trento e alla Controriforma. Intanto c’è stato Lutero: solo la fede salva. L’illuminismo è uno spartiacque. Il cattolicesimo reagisce male, i protestanti dialogano con la modernità. Si arriva all’infallibilità papale (1870), che un papa aveva condannato come eresia. Il tempo stringe. La modernità scompare nel post-moderno. Il Concilio Vaticano II (1962-65), cerca di dare delle risposte. Il mondo cambia, l’arroccamento non serve più. Il cristiano non è più depositario di nulla. Anzi nei contenuti non apporta nulla di nuovo. E’ un laico, in cammino tra i tanti. La sua vita è solo vivificata dalla comunicazione con Cristo. Nel testo questo “post-cristianesimo” ha un volto preciso: liberazione dal superfluo, sessualità serena, ri-fidanzamento con la terra, ricerca di una globalizzazione verso una vera universalità. “Per anni - rivela Cavadi - sono stato attento a non ridurre Dio alla dimensione orizzontale. Ma la peculiarità del cristianesimo è nella concretezza del fratello, via privilegiata per aprirsi al mistero del Padre”. Un giovane teologo, nel 1963, affermava: “L’amore è completamente sufficiente, non occorre altro. Il sacramento del fratello è l’unico requisito di salvezza”. Oggi quel tipo è conosciuto come Benedetto XVI. La risposta intorno al credere e al pensare, è, per Cavadi, una sfida da accettare a viso aperto. Il libro è dedicato a coloro che non hanno chiuso la partita. E vogliono tenere accese le fiammelle della fede e le possibilità della ragione.

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