lunedì 4 gennaio 2010

Ortensio da Spinetoli commenta “In verità ci disse altro”


Ricevo, e volentieri socializzo ai pochi amici lettori di questo blog, gli stralci di una lettera che mi ha inviato mesi fa (l’ho trovata solo in questi giorni in cui mi sono dedicato a smaltire un po’ di lavoro arretrato) uno dei più apprezzati biblisti europei.

***
Recanati 5.3.2009

Caro Augusto,

innanzitutto scusami del lungo, quasi imperdonabile ritardo con cui mi faccio vivo. Avevo delle piccole scadenze (…). In questo frangente l’Editore Falzea mi faceva arrivare il tuo volume “In verità ci disse altro”. Qualche giorno prima avevo ripreso in mano il tuo “Essere profeti oggi”. La linea è ancora la stessa, ovviamente, allargata e approfondita. E’ un testo eniclopedico che passa in rassegna i problemi più urgenti (biblici, filosofici, teologici, etici) dell’uomo oltre che del credente o del semplice cristiano. Io li ho appena sfiorati in “Bibbia e catechismo” (Paideia, Brescia 1999) e in “Gesù di Nazareth” (La Meridiana, Molfetta 2005) cercando appunto di l’iberare’ Dio dall’ebraismo e Gesù dal cristianesimo. E’ sempre problematico sapere quello che propriamente l’Uno e l’Altro si sono proposti di comunicare agli esseri umani, ai propri simili, ma è sempre lecito chiedersi se sia quello che la Bibbia e i vangeli dicono. E’ la questione prioritaria, più elementare che i competenti danno come risolta, ma che nella maggior parte dei credenti - comprese le stesse guide di primo, secondo e terzo piano - quasi ignorano. E qualcuno si è preoccupato di farglielo sapere. Ma quando il servizio non è richiesto finisce per non essere gradito e chi l’ha offerto va incontro solo a ‘disapprovazioni’.
(…)
Mi permetto di inviarti fotocopia di un testo preparato per “Adista”, dove uscirà in occasione del mio 60.mo di sacerdozio (12.3.1949).
Con la solita stima e simpatia,
Ortensio

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