domenica 7 ottobre 2012

Due racconti di Salvatore La Porta


“Repubblica – Palermo”
7.10.2012

IL BAR NOIA

Salvatore La Porta

UN POSTO ASCIUTTO
Villaggio Maori Edizioni
Pagine 45
euro 4

Di Salvatore La Porta, giovane scrittore catanese, avevo letto a suo tempo – e mi aveva quasi stregato – il pirandelliano In morte di Turi (rivisitazione letteraria di un episodio di cronaca, uno scambio di cadaveri, effettivamente avvenuto a Mineo). Per i tipi della stessa casa editrice è uscito da poco un altro suo racconto, un po’ più breve ma non meno intenso: Un posto asciutto. Ambientato in un bar di piazza Duomo ad Ortigia, esso fotografa, in maniera realistica e poetica a un tempo, la monotonia delle giornate di lavoro massacrante dei lavoratori siciliani occupati nel turismo (specie quando si dipende da un padroncino infelice che “per due euro in più, se la farebbe mettere nel culo…” e non si sperimenta alcuna solidarietà politica e sindacale ): una monotonia che cancella ogni prospettiva di vita affettiva e sociale ‘normale’, stritola gli animi più delicati, come il protagonista Seby, e - quel che è peggio – li abbrutisce sino a indurli a gesti insensati, infantili, dalle conseguenze tanto tragiche quanto impreviste. Morale della favola (se di morale si può parlare in testi amari come questo): quando la quotidianità è dura ed ingiusta, leggere Dostoevskij o Hemingway può fare molto male. La letteratura, infatti, affina la sensibilità e, perciò, esaspera la nostra capacità di soffrire oltre i limiti dell’umana sopportabilità.

Augusto Cavadi

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