domenica 17 novembre 2013

Palermo bocciata come candidata a capitale della cultura per il 2019


“Repubblica – Palermo”
17.11.2013

Le domande da porsi dopo la bocciatura

     I moltissimi significati della parola “cultura” si possono ridurre fondamentalmente a due: e il dibattito sulla bocciatura di Palermo a “capitale della cultura” non avrebbe senso se non si sciogliesse con chiarezza questa ambivalenza semantica.  Nelle scienze sociali per “cultura” si intende un insieme di credenze, usi, costumi, simboli che caratterizzano una certa porzione della società: c’è una cultura contadina e una cultura mercantile, una cultura militare e una cultura pacifista, una cultura magica e una cultura scientifica. In questa prima accezione del termine, Palermo non ha bisogno di essere promossa da nessuna giuria: è già la capitale di una certa cultura, variamente definibile ma certamente anche mafiosa. Se la cultura mafiosa significa tra l’altro primato dell’interesse privato sul bene pubblico, della relazione interpersonale sulla regola oggettiva,  della rendita parassitaria (o, più modestamente, del reddito parassitario)  sulla laboriosità produttiva, del privilegio clientelare sul merito professionale…Palermo è già capitale della cultura. Della sua cultura, mafiosa.
     Ma è in un secondo significato del termine che essa, come altre città siciliane, è stata candidata: la “cultura” come sinonimo di ricchezza artistica, livello di istruzione media, sensibilità per le scienze, cura del bello, fecondità letteraria. E’ il significato meno tecnico, ma più diffuso, di “cultura”: come quando si dice di un intellettuale che è “un uomo di cultura” (senza minimante sospettare che  - nell’altro senso – lo è quanto un venditore di ortaggi o uno spacciatore di marijuana).  E’ su questo parametro che ha senso discutere  - ammesso che ci sia davvero da discutere sull’ovvio – la esclusione della candidatura di Palermo.
       Personalmente l’episodio mi conferma nell’idea che la più amara delle verità può essere preferibile alla più dolce delle menzogne. Almeno nei casi in cui le diagnosi spietate, invece di avvilire il malato o peggio ancora di svegliare in lui assurde rivalse contro i medici,  vengono accettate con comprensibile amarezza ma anche in prospettiva di opportune terapie. Possiamo ipotizzare chi sa quali complotti nazionali e internazionali come causa della nostra esclusione dalla lista dei papabili: ma, se non abbiamo prove o per lo meno sospetti fondati, sarà bene voltare pagina e passare all’esame di coscienza. Secondo De André “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”: ma, purtroppo, questa legge non vale sempre e non vale in tutti i campi. Qualche volta i fiori della cultura-in-senso-qualitativo nascono non dal letame della cultura-in-senso antropologico-sociale, bensì da un contesto socio-culturale tessuto dalla saggezza dei governanti e dalla vigile responsabilità dei governati. Là dove l’economia langue sotto il tallone della corruzione amministrativa e dell’intimidazione mafiosa; dove le scuole rimangono aperte a colpi di decreti emergenziali perché – se si rispettassero le leggi ordinarie – andrebbero chiuse quasi tutte; dove interi quartieri sono del tutto privi di spazi per provare una piece teatrale amatoriale o un concertino di musica popolare; dove non esistono biblioteche, emeroteche o videoteche; dove partiti e sindacati negoziano poltrone invece di curare con metodo la coscienza civica dei propri aderenti; dove le comunità parrocchiali assai raramente stimolano il senso critico dei fedeli e il confronto libero sui temi etici; dove chiunque può fare evacuare il proprio cagnolino sul marciapiede o gettare il pacchetto vuoto delle sigarette dal finestrino dell’auto perché sarebbe impensabile che un vigile urbano ne rilevasse l’inciviltà e lo penalizzasse conseguentemente; dove edifici decrepiti privati, da decenni ricettacolo di immondizie e di rifiuti ingombranti, restano intatti a perenne memoria della violenza in tempo di guerra e della bruttezza in tempo di pace…in una città del genere si può parlare di cultura come sinonimo di elevatezza intellettuale, morale e spirituale? Stupefacente è la sua bocciatura o non sarebbe stata, invece, la sua promozione? Ripeto: non si tratta di piangersi addosso. Rispetto a pochi anni fa  - con la Regione e il Comune in mano agli esponenti meno nobili della destra siciliana -  ci sarebbe stato solo da disperarsi. Oggi qualche chance in più la vedrei. Ma a patto che Crocetta e Orlando, magari aiutati da un buon psicoterapeuta che ne ridimensioni il delirio di onnipotenza, sappiano fare spazio a tutti i cittadini effettivamente impegnati nella resistenza quotidiana all’inciviltà e ne sappiano valorizzare progetti ed energie, ben al di là della cerchia dei loro fan più o meno sinceramente fedeli.

   Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

6 commenti:

Augusto Cavadi ha detto...

In neretto la frase che è stata tagliata per motivi di spazio, ma a cui tengo perché non vorrei fare la figura del solito qualunquista che accusa i politici ma dimentica le ancor più gravi responsabilità dei cittadini.

Pietro Spalla ha detto...

Ottimo e pungente l'articolo di oggi su Rep.
Opportuno l'invito ad Orlando a sostenere gli sforzi di chi è ' impegnato in città'
a promuovere cultura e legalità anche se non e' nella cerchia dei suoi
fedeli. Quanto all'accenno ai disturbi psichici do Orlando e Crocetta, se
ti denunziano ti do una mano e ci sono i nostri amici psichiatri delle
cenette filosofiche che potrebbero confermare con perizie medico-
giudiziarie la fondatezza della tua diagnosi.
Ciao Pietro

Francesco Palazzo ha detto...

Sullo stesso argomento un mio articolo uscito su Repubblica a settembre:

http://leggendoerileggendo.blogspot.it/2013/09/palermo-la-buona-amministrazione-come.html


Francesco

Michele Arcadipane ha detto...

Concordo!

Laura Poma ha detto...

Caro Augusto,
ho appena letto il tuo articolo su "Repubblica-Palermo" di oggi.
Voglio che tu sappia che lo condivido in pieno.
Ti ringrazio per le tue riflessioni,
mi auguro che altri riflettano con altrettanto senso critico.
Un bacio
Laura (Poma)
Liceo Garibaldi

Anonimo ha detto...

Egregio Professore , desidero esprimerle il mio vivo apprezzamento per le sue osservazioni sulla recente bocciatura della candidatura di Palermo a capitale della cultura pubblicate su " Repubblica" del 17 c.m .Se i nostri amministratori e il sindaco in particolare si prendessero cura di considerare le gravi carenze e i numerosi disservizi della citta', e si rendessro solleciti a provvedervi ,secondo le esigenze dell'interesse pubblico , se prestassero attenzione alle segnalazioni che i cittadini fiduciosamente inviano all'amministrazione comunale , ora direttamente ai numeri telefonici di volta in volta da essa comunicati a questo scopo (ultimo dei quali quello relativo alle disfunzioni della RAP ) , se provvedessero agli interventi occorrenti nelle scuole prima dell'inizio dell'anno scolastico e non dopo , se provvedessero a vigilare sulla custodia dei monumenti pubblici ,affinché non siano imbrattati dai nuovi vandali ,e via di seguito ( il cahier de doleance sarebbe corposo !) essi potrebbero forse in avvenire , purché concorrano altre circostanze ,.prima fra le quali l'acquisizione di un diffuso senso civico da parte della cittadinanza ,aspirare a riproporre la candidatura della citta' , delle ragioni della cui attuale bocciatura non si rendono conto . Rosario Gino