lunedì 17 febbraio 2014

Il “ben-essere” è solo quello psicofisico o passa anche dalla dimensione etica e intellettuale?

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Vi troverete, fra altre notizie, un mio intervento, richiesto dal bravo direttore Valerio Droga, sulla distinzione (che di soito NON facciamo) fra ben-avere, ben-sentirsi e ben-essere.

 Il link per chi preferisce una scorciatoia:
 www.oggisalute.it/2014/02/il-ben-essere-e-solo-quello-psicofisico-o-passa-anche-dalla-dimensione-etica-e-intellettuale-alle-radici-della-filosofia-in-pratica


1 commento:

Valerio Droga ha detto...

Valerio ha scritto: "Un tempo si andava dal filosofo pure per un mal di denti, poi la medicina si è appropriata del proprio spazio, la cura del corpo. Poi è arrivata la psicologia e la cura della mente. La filosofia, messa alle corde, appariva dunque inutile, superflua. Ma davvero il benessere si può esaurire in quello psicofisico? Restano la dimensione intellettuale e quella morale, di cui la filosofia deve riappropriarsi e lo fa con la #filosofiainpratica. Il professore Augusto Cavadi ci guida in questo percorso di scoperta, distinguendo le diverse pratiche filosofiche (che possono manifestarsi in un bar come in un'aula di scuola) dal counseling: non c'è un consulente da una parte e un paziente dall'altra, ma è un dialogare, un con-filosofare. Chiarire i propri dubbi può essere utile a un miglioramento del proprio modo di vivere e anche della propria salute, perfino quella psichica e fisica, ma non può essere questo il fine della filosofia, ne è solo la conseguenza, l'effetto collaterale. Dovrebbero scriverlo sul bugiardino!