venerdì 19 luglio 2019

SUL VOLONTARIATO OGGI: REPORT DI UN WEEK-END

Che senso ha il volontariato oggi? Quali requisiti sarebbero opportuni in un operatore volontario per evitare che la sua azione faccia più male che bene? Su queste tematiche la Fattoria sociale “Martina e Sara” di Bruca (Trapani), in collaborazione con le associazioni palermitane “Il parco del sole” e “Scuola di formazione etico-politica <<G. Falcone>>, ha organizzato un WEEK-END FORMATIVO TEORICO E PRATICO nei giorni del 13-14 luglio 2019.
Come accade per le nostre esperienze più intense, vorremmo tenerle per noi – “custodirle nel cuore” – nella certezza che nessuna narrazione può restituire l’atmosfera, il clima psicologico e affettivo, che si sono quasi magicamente creati. Ma Massimo Messina mi chiede di lasciare una traccia scritta dell’evento e ai presidenti non si può dire di no senza gravi motivazioni oggettive (specie nel giorno del loro compleanno !) . Dunque, provo a delineare qualche pennellata.
Mario Mulé  e Giovanna Bongiorno, nell’accogliere gli ospiti, hanno ricordato di aver costruito questa Fattoria sociale (che mettono gratuitamente a disposizione delle persone interessate) per promuovere tre “beni comuni” che lo spirito del capitalismo più bieco minaccia di rovinare irreversibilmente: la terra, la vita in tutte le sue manifestazioni, l’umanità nella sua uguaglianza di base e nelle sue differenze storiche.  Il primo incontro l’ho introdotto io stesso evidenziando le tre dimensioni del volontario: motivazioni etiche, preparazione professionale, consapevolezza politica. A proposito della dimensione etica (o motivazionale) si è sottolineata la differenza fra  “fare” volontariato (per qualche ora la settimana in un tratto circoscritto dell’esistenza) “essere” volontari ( assumendo un atteggiamento responsabile e solidale nei confronti della società che ci contraddistingua permanentemente). A proposito della dimensione culturale (o della professionalità) si è evidenziata la necessità di acquisire un alfabeto minimo trasversale (almeno in psicologia, pedagogia e sociologia) che consenta agli operatori di capirsi reciprocamente. A proposito, infine, della dimensione politica (o della progettualità a lungo termine) si è sottolineatala necessità di chiedersi per quale tipo di “polis” (= città) si stia lavorando e come si possa interloquire criticamente con le istituzioni. 
        Dopo una breve pausa per il caffè è stata la volta del duo (affiatatissimo) Lilla Graci e Adriana Saieva che, alternando giochi e testimonianze, hanno suggerito di curare il “linguaggio-io” quando ci si rapporta a ragazzini difficili (ad esempio: evitando di dire “tu sei un monello che deve smettere di fare lo sgambetto ai compagni quando ti passano vicino” e, invece, dicendo: “quando tu fai lo sgambetto a un compagno, lui rischia di farsi male ed io sono molto preoccupata che ciò accada”). Lilla ci ha fatto giocare in vari modi per insegnarci come poter intrattenere i ragazzini nei momenti in cui non sono impegnati nello studio pomeridiano.
La cena condivisa (con ciò che ognuno ha voluto mettere sulla tavola a disposizione di tutti) è stata gradevolissima e si è conclusa con un passeggiata e un gelato nella bella e animata (anche di notte) Castellammare del Golfo. 
Dopo la colazione del mattino (offerta dalla Fattoria sociale, come d’altronde il pranzo successivo) ci siamo regalati mezz’ora di silenzio per una meditazione comunitaria sul tema Cosa posso fare io, qui e ora ? , completata dalle considerazioni che ognuno ha voluto offrire come risonanza personale al gruppo. Massimo Messina ha infine coordinato (prima del pranzo finaleuno scambio di idee su cosa proporre ai pre-adolescenti che frequentano il S. Giovanni Decollato nel prossimo anno sociale. E’ opinione condivisa, infatti, che il doposcuola non possa esaurire la strategia educativa di cui hanno immenso bisogno dei ragazzini che vanno sensibilizzati anche a quei valori estetici, etici, sociali, culturali che  l’ambiente in cui vivono (scuola compresa)  non riesce a coltivare in misura adeguata.
Prima di lasciare la Fattoria sociale i partecipanti sono stati invitati, come di solito, a versare anonimamente in una scatola un piccolo contributo (anche solo simbolico di 1 euro) per finanziare qualche attività sociale: in questo caso la somma raccolta  (142,00 euro) era destinata all’associazione “Il parco del sole” che si occupa dei minori a Ballarò. Per riprendere e approfondire alcune tematiche toccate sono stati consigliati due testi: C. SCORDATO, Uscire dal fatalismo. Un’esperienza di pastorale del “risanamento”, Paoline, Milano 1991  e A. CAVADI, Volontariato in crisi? Diagnosi e terapia, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2003.
Come suggerito da qualche volontaria presente, si tratta adesso di non scoraggiarsi nel constatare la distanza fra questo modello di volontariato e ciò che accade nella quotidianità delle nostre associazioni; bensì di impegnarsi, pazientemente e gradualmente, affinché la distanza fra il modello ideale (utopico) e la pratica effettiva si accorci sempre più. Infatti, continuare a lavorare con generosità ma senza criteri meditati e condivisi non avrebbe senso: significherebbe sprecare tempo e energie preziose, riducendo al minimo i vantaggi dei ragazzini e talvolta addirittura danneggiandoli.

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

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