mercoledì 24 luglio 2019

PALERMO VISTA DA BERLINO

“REPUBBLICA” (PALERMO)
23.7.2019

L’ALLEANZA FRA CITTADINI E AMMINISTRAZIONE

Da Berlino (potrebbe essere qualsiasi altra capitale europea, Roma esclusa) le cronache palermitane sembrano catalputate non solo da un altro mondo, ma proprio da un’altra era. Mezzi pubblici dimezzati a causa di perenne deficit aziendale? Qui passano frequentemente e puntualmente: nessuna barriera all’ingresso della metropolitana né, in una settimana, ho assistito a un solo controllo sui bus. L’ospite berlinese mi spiega che la penalità per chi voglia fare il furbo è così salata da scoraggiare qualsiasi tentativo. “Ma a Palermo più di una volta ho sentito rispondere al controllore che potesse mandare le multe a casa, tanto il passeggero era nullatenente”. “Qui da noi alla terza multa comminata senza esito, si va in galera”.
Il ritornello è lo stesso se ci si interroga sull’assenza totale di auto posteggiate fuori dai parcheggi; di posteggiatori abusivi a guardia di auto abusivamente posteggiate; di rifiuti anche minimi (cartacce o mozziconi di sigarette) abbandonati sui marciapiedi; di rumori notturni (il mio aereo è atterrato in un aeroporto lontano dall’area cittadina, diverso dal previsto, perché, avendo maturato due ore di ritardo, rischiava di disturbare il sonno degli abitanti). Nei supermercati apposite macchine premiano, con buoni per la spesa, i clienti che vi depositano bottiglie di vetro o contenitori di plastica: quanto viene lasciato nei cestini dai turisti viene raccolto e riciclato da povera gente che così contribuisce, simultaneamente, a mantenersi legalmente e a mantenere l’equilibrio ecologico.  E, a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro, in macchie di verde, centinaia di spazi-gioco per bambini e ragazzini costellano l’ampia area cittadina. 
Perché da Roma in giù queste condizioni di vita risultano utopicamente irrealizzabili? Non possiamo, dopo più di settant’anni di vita democratica, insistere nell’addossare la responsabilità al papa-re o ai Borboni o a Garibaldi o ai Piemontesi...Lo scatto di dignità dev’essere, contemporaneamente, delle istituzioni e dei cittadini.  Le istituzioni devono assolutamente concordare un piano di sradicamento dell’illegalità e della a-legalità dominanti: un piano che non abbia carattere né estemporaneo (oggi sì, domani no, dopodomani di nuovo) né settoriale (oggi chi evita di differenziare i rifiuti, domani chi invade le piste ciclabili o rompe i timpani dopo la mezzanotte, dopodomani chi non paga il biglietto sul tram), ma sistemico (il prefetto dovrebbe convocare intorno a un tavolo i vertici dei vigili urbani, dei carabinieri, della polizia, dei finanzieri e stabilire delle linee di azione sinergica, per evitare lo spettacolo desolante di tutori dell’ordine pubblico che, pur assistendo per caso a infrazioni clamorose, passano oltre come se non li riguardassero minimamente).  Ci si stupisce che molti giovani non chiedano di lavorare in estate nel settore alberghiero e della ristorazione: ma sappiamo che la quasi totalità è costretta a lavorare in nero o, comunque, a firmare buste-paga inferiori al compenso effettivo? 
  Uno Stato più attento a quel bene preziosissimo che è la legalità costituzionale diventa, oggettivamente, agenzia pedagogica: i cittadini, all’inizio costretti a rispettare le norme, imparano ad apprezzarne gli effetti benefici e ciò li può indurre a interiorizzarle, costruendo una convivenza sociale basata sempre meno sul timore delle pene (certe !) e sempre più sulla convinzione etica. 
  Superfluo sottolineare l’innalzamento della qualità della vita di cittadini e turisti nel caso che una politica della legalità democratica venisse effettivamente e rapidamente attuata. Meno intuitivo, ma non minore, un altro vantaggio: che l’opinione pubblica, esasperata di sopravvivere a stento in una giungla dove i prepotenti e gli sfacciati mortificano gli onesti, possa dare credito – a livello locale o a livello nazionale - al dittatorello di turno, svendendo la propria libertà (sostanziale) in cambio di un po’ di ordine (formale).

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com


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