sabato 25 dicembre 2010

La Scuola di formazione “Falcone” al servizio di Palermo


Rivista telematica “Diritti negati”
www.dirittinegati.eu

Numero 12 - 19 novembre 2010
INTERVENTI
Un servizio all’intelligenza
Augusto Cavadi
Palermo. Quando abbiamo deciso di costituire l’associazione di volontariato culturale “Scuola di formazione etico-politica Giovanni Falcone” era l’orribile estate 1992. Che cosa intendevamo fare? Eravamo immersi in un arcipelago di movimenti cittadini, di centri sociali, di iniziative collettive spontanee: alta l’indignazione, direi anche la disperazione, ma bassa la progettualità strategica. La proposta ai miei amici di ogni orientamento ideale e politico (ma a destra non trovai molte adesioni) fu di dare una forma più stabile a un Laboratorio di cultura politica pluralistico e itinerante che avevo avviato alcuni anni prima. Ritenemmo fondamentale offrire, al variegato movimento di riscatto morale e sociale palermitano (ma poi non solo), una struttura permanente di informazione, di riflessione, di studio, di confronto critico, di elaborazione propositiva.
Da 18 anni, fra errori e delusioni, non abbiamo desistito: migliaia di cittadine e cittadini hanno partecipato a seminari, presentazioni di libri, convegni di uno o più giorni, sulle questioni cruciali dell’impegno civico: la storia del Meridione, la sociologia del Mediterraneo, l’analisi del potere mafioso, le possibilità di superamento della disoccupazione strutturale nel sistema capitalistico…La varietà delle iniziative realizzate (presso scuole, centri sociali, parrocchie, sedi comunali…) ha avuto e ha un obiettivo prioritario: alfabetizzare (eticamente e politicamente) i cittadini che intendono resistere alla barbarie e capovolgere i rapporti di potere fra corrotti e onesti. Non basta “andare dove ci porta il cuore”: bisogna usare la testa. La criminalità politico-affaristico-mafiosa che ha reso difficilmente vivibile una delle terre più belle del mondo ha un’organizzazione e una strategia: se la legalità democratica non si organizza e non si dà una strategia, resterà inevitabilmente soccombente e delusa.
Senza queste rapide pennellate sul passato recente, non si capirebbe il senso dell’invito che la Scuola Falcone ha rivolto in questi giorni agli esponenti di “Movimento per Palermo” e di “Muovi Palermo” affinché partecipassero alla “Tre giorni” di Castelbuono (16 – 18 luglio) sulla situazione politica in Sicilia e raccontassero cosa stanno facendo – e come lo stanno facendo – per rompere l’immobilismo asfissiante di una metropoli in ostaggio a una classe dirigente in cui (tranne rare e mai troppo lodate eccezioni) i confini fra maggioranza che governa e opposizione che critica e contro- propone vanno sfumando disastrosamente. Abbiamo ascoltato, abbiamo apprezzato, abbiamo espresso interrogativi e segnalato rischi. Ma, poiché non ci piace stare alla finestra della storia, desideriamo esplicitare la nostra disponibilità a investire energie, tempo, risorse finanziarie in questa scommessa civile. Vorrei ribadirlo adesso: non siamo onnipotenti, sappiamo fare poche cose. Ma queste poche competenze, radicate su esperienze ormai pluridecennali, vogliamo metterle a servizio dell’intelligenza creativa di chi ha scelto, meritoriamente, il piano dell’azione pratica. I fallimenti di una cultura che non si lascia coinvolgere dalla vita e di una vitalità che non si concede momenti di consapevolezza culturale li abbiamo registrati in abbondanza: se non vogliamo andare incontro a un ennesimo fallimento dobbiamo provare a innescare il circolo virtuoso fra teoria che analizza e pratica che verifica.
In attesa di un cortese riscontro, auguriamo un’estate serena ma gravida di progetti operativi.
Augusto Cavadi

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