giovedì 29 settembre 2016

IN CARCERE I POSTEGGIATORI ABUSIVI RECIDIVI ?


   ”Repubblica – Palermo” 27.9. 2016
MA CHE LA BATTAGLIA PER LA LEGALITA’ NON SI CONCLUDA CON LA GALERA PER I POSTEGGIATORI ABUSIVI


 Favorevoli o contrari alla proposta di arresto (in caso di recidiva) dei posteggiatori abusivi? Ci sono ragioni per l’assenso come per il dissenso, ma la vivacità del dibattito scatenatosi in rete dimostra almeno una cosa: che non si tratta di una questione peregrina. E’ in gioco un interrogativo che tocca molto da vicino la sensibilità di centinaia di migliaia di cittadini (se ci limitiamo alla sola Palermo).
   Proprio per questo sarebbe auspicabile che prendessero la parola, per il sì o per il no, solo quelle persone che – utilizzando effettivamente l’auto o la moto ogni giorno, specie quando ciò è imposto da ragioni di lavoro – abbiano effettiva esperienza del fenomeno. In teoria, infatti, sarebbe difficile ritenere meritevoli di galera (ammesso che la galera serva a qualcosa: ma qui il discorso prenderebbe ben altra direzione) dei poveri cristi che, con delicatezza, ti aiutano a parcheggiare e con altrettanta discrezione ti fanno capire che gradirebbero una mancia, anche piccola. La prassi quotidiana, però, è ben diversa. In alcuni (pochi) casi, specie se si tratta di immigrati clandestini atterriti dall’idea di essere scoperti e rimpatriati, le cose si svolgono effettivamente in un clima di mitezza e di cortesia; ma in molti altri casi, specie se si tratta di residenti nel quartiere in cui devi posteggiare, la fenomenologia è ben altra. La richiesta è imperiosa, in alcuni casi ti gettano ai piedi con disprezzo una moneta ritenuta insufficiente, se ti allontani senza versare l’imposta ti si urlano dietro minacce…Una volta che, per evitare storie, ho spostato di cento metri la moto in una zona deserta (apparentemente estranea al controllo territoriale del richiedente pizzo), ho ritrovato una delle due ruote tagliate: come dimostrare legalmente ciò di cui ero, e resto, moralmente certo?
    Ovviamente una legge non può prevedere diversa applicazione a seconda che, nei singoli casi, cambi il tono della voce del posteggiatore, l’espressione del volto, la sua biografia, il contesto sociale in cui ti avvicina: dunque arresto per tutti o per nessuno. (Ogni giudice applicherà poi le attenuanti o le aggravanti del caso secondo il suo buon senso).
    Se ci concentriamo sulla norma ipotizzata, mi pare abbastanza ovvio che  - considerata in sé stessa – possa risultare sproporzionatamente severa: davvero vogliamo gettare in carcere dei poveri spiantati in una società di corruttori e corrotti, mafiosi e complici di mafiosi, imprenditori che sottopagano in nero eserciti di dipendenti, maschi che picchiano selvaggiamente compagne e figli, produttori e spacciatori di ogni tipo di droghe, costruttori edili che sfigurano le nostre coste e le nostre colline solo per sete di profitto?  Differente il giudizio se le autorità competenti (a cominciare dal sindaco Orlando) assicurassero che la lotta ai posteggiatori abusivi fosse solo l’inizio di un nuovo ciclo. Palermo ha disperato bisogno di legalità democratica. Da qualche parte bisogna pur partire (e Aristotele insegna che il meno importante in sé è però spesso il più rilevante per noi): e partire da una pratica odiosa, pervasiva nello spazio e pressoché continua nell’arco della giornata, può costituire un buon avvio. Perché questa partenza acquisti senso, però, deve essere seguita passo dopo passo da azioni sempre più estese e incisive: dagli ambulanti che occupano costantemente piste ciclabili e persino corsie di bus (vedi corso Tuckory, arteria chiave per chi vuole uscire dalla città) agli automobilisti che posteggiano in duplice fila  riducendo a budelli strade trafficate (vedi via Ernesto Basile, arteria chiave per chi vuole entrare in città); dagli evasori abituali e pervicaci sui mezzi di trasporto pubblico a quanti, del tutto impunemente, lastricano le strade di Palermo di rifiuti – anche ingombranti – a tutte le ore del giorno e della notte.
   Una stagione di legalità equa e trasparente innalzerebbe la qualità della vita nella nostra splendida città; l’accresciuta qualità della vita attirerebbe turismo meno sfuggente; turismo meno labile comporterebbe posti di lavoro e introiti finanziari. Con maggiore serenità economica sarebbe meno difficile rispettare la legalità: e così il cerchio virtuoso si chiuderebbe.
                                                       Augusto Cavadi
                                                                              www.augustocavadi.com
                       
  
   

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