sabato 20 maggio 2017

TRE PROPOSTE IN VISTA DELLE ELEZIONI IMMINENTI (A PALERMO)


“Repubblica – Palermo”
18.5.2017

AMMINISTRATIVE ALLE PORTE: QUALI PROPOSTE?

    I campionati di calcio ci trasformano tutti in allenatori provetti, le campagne elettorali in sindaci perfetti.  Ce ne sarebbe abbastanza da irritarsi, se non fosse troppo ridicola, in questa corsa provinciale a chi la sa più lunga : tono di voce grave, parole scandite, lenta oscillazione del capo da su in giù e ritorno, indice della mano destra alzato in segno di pubblica ammonizione e…pioggia di “si dovrebbe”, “basterebbe che”, “ci vorrebbe”. A essere più sentenziosi sono soprattutto i cittadini che non hanno mai provato ad amministrare neppure un condominio di periferia e che, in casi non rari, hanno dato pessima prova di sé come gestori dell’economia familiare.
    Ecco perché queste settimane che ci separano dalle prossime tornate elettorali potrebbero costituire un’occasione d’oro per imparare a misurare i giudizi su chi sinora ha governato, su chi ha controllato dall’opposizione chi governava, su chi ha il coraggio di candidarsi al governo delle città e della regione. Un invito a reprimere il senso critico? Misurare i giudizi non significa tacere. Significa circostanziarli, argomentarli e soprattutto integrarli con contro-proposte articolate logicamente e attuabili praticamente.
    Trascendere il livello pettegolo delle chiacchiere da bar potrebbe significare, ad esempio, chiedere - a chiunque si renda disponibile a occupare una carica politica -  quale sia l’asse portante delle singole proposte settoriali che ha già in mente o che potrebbero configurarsi via via nel corso dell’esperienza amministrativa. Che candidati a sindaco o a presidente della regione accolgano, fra i propri elettori, esponenti di schieramenti variegati non è un segnale incoraggiante. Ma sarebbe molto meno preoccupante se si sapesse con chiarezza intorno a quale modello di governo, a quale paradigma di politica, ogni candidato chiede – o accetta – consensi. Che un candidato sia “coraggioso” o che un altro “il sindaco lo sappia fare” mi può interessare solo subordinatamente al progetto di sviluppo che egli ha in testa e sulle labbra: perché se questo progetto non ci fosse, o fosse confuso, o fosse chiaro ma a mio parere errato, preferirei che venisse eletto un candidato meno “coraggioso” o meno “esperto”.  Se eletto, farebbe meno danni il timido o l’inesperto.
   Da cittadino che cerca di capire e di riflettere sarei felice, ad esempio, se un candidato a sindaco dichiarasse, come sua filosofia di base, che città come Palermo e regioni come la Sicilia possono essere riscattate dall’attuale condizione di inferiorità rispetto a molte aree europee solo intrecciando tre macro-obiettivi: legalità democratica, qualità della vita, turismo responsabile. Un contesto sociale in cui si rispettino le regole come a Milano o Bolzano (senza bisogno di scomodare Zurigo o Copenhagen), dunque senza costruzioni abusive, senza fabbriche inquinanti, senza traffico caotico…renderebbe più vivibile la vita quotidiana. Una qualità della vita migliore (dunque con la possibilità di camminare su marciapiedi liberi da auto in sosta selvaggia e da contenitori d’immondizia stracolmi a tutte le ore, di pedalare in bicicletta su piste riservate, di  usufruire di asili nido a prezzi accessibili, di servirsi di mezzi pubblici a orari certi…) renderebbe Palermo e la Sicilia una méta turistica per ospiti particolarmente sensibili alle bellezze naturali e artistiche. E non sulla scia contingente di eventi straordinari (soprattutto a causa dell’instabilità politica di tutta l’Africa mediterranea), ma per una buona fama propagata sul pianeta da visitatori che non siano stati scippati da delinquentelli né truffati da taxisti. A sua volta, un incremento delle entrate finanziarie grazie a un turismo di qualità renderebbe meno difficoltoso il rispetto della legalità e questo eleverebbe la qualità media della vita: insomma si attiverebbe un circolo virtuoso.  E si sperimenterebbe l’adagio di un politico saggio come l’imperatore Marco Aurelio: ciò che danneggia l’alveare, difficilmente conviene a ogni singola ape.

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

4 commenti:

armando caccamo ha detto...

Come non essere d'accordo? A una condizione però: che la competenza resti a buon livello, fare politica (anche se a livello amministrativo) non è una passeggiata e la macchina burocratica non aspetta altro che dialogare con incompetenti (la Roma di Marino docet e per tacer della Raggi).

Unknown ha detto...

https://drive.google.com/file/d/0B4ZA4Xn-gz-5X3BRSEZKZkZKNFE/view

Mario Mercanti ha detto...

Ho assistito a parecchi confronti tra i candiadati a Sindaco e devo dire che, tra tanti generici interventi retorico-declamatori, qualcuno si è distinto per avere coraggiosamente denunciato lo stato di di dissesto delle finanze comunali, rappresentando che per trovare le risorse necessarie allo sviluppo ecomomico e sociale di Palermo occore utilizzare al meglio i fondi europei e soprattutto creare lavoro vero, prendendo contatti con imprese nazionali e multinazionali, al fine incentivarle a investire nella nostra Città.Così come ho sentito fare proposte concretissime in tema di mobilità (tram o bus, dove e come),ambiente (raccolta differenziata, parchi ed orti urbani) ed utilizzo a tempo pieno, per fini sociali e culturali delle strutture scolastiche.

Anonimo ha detto...

Caro Augusto quello che scrivi combacia al 100% con quello che penso di questa nostra amata città, della Regione Siciliana, dello Stato Italiano. Ho sempre votato Orlando sin dai tempi della famosa Primavera di Palermo, ma ora per la prima volta sono molto dubbioso, perchè , come dici tu e non il nostro amatissimo Sindaco, tutto è Palermo, tranne che una città Europea(ma neanche italiana). Come tu sai, ho fatto molte esperienze negli Stati Uniti, dei quali non condivido molte cose , ma devo dire che hanno anche molte cose positive.Gli Americani hanno un grande senso dello stato e della cosa pubblica. Ho notato tante volte, andando in musei e parchi pubblici che il personale addetto al controllo sottolineava come tutto era stato costruito grazie ad i soldi dei contribuenti e quindi meritavano rispetto.Da noi accade l'opposto. Tutti,negli Stati Uniti, pagano le tasse(sono al 15%) perchè i controlli sono severi. Come fanno? Semplice usato tutti le carte di credito anche per comprare il caffè, così le spese sono rintracciabili. Perchè da noi non si può fare lo stesso? Perchè ci sono le lobby, vedi avvocati, notai, medici, costruttori,industriali negozianti e gli stessi politici che hanno solo interesse di evadere per fare piccioli e comprare macchine di lusso, motoscafi, vacanze da sogno, appartamenti suntuosi ... Ed il lavoro nero? Se in America ti scoprono che hai dei lavoratori in nero , ti fanno chiudere per sempre, ma sehai più lavori ,lo puoi fare, purchè paghi le tasse. Insomma ,come dici tu, cj vuole responsabilità e legalità democratica, qualità della vita, vedi la vergogna della spazzatura in tutte le strade o il traffico che è diventato intollerabile, anche per la nostra poca educazione, o la Kasba di Ballarò che sembra terra di nessuno.E che dire delle famiglie in difficoltà economica? Tu sai che nella nostra piccola comunità abbiamo una famiglia di tre persone che vive con 500 euro al mese. Ma quante storie come questa vediamo ogni giorno? Conoscendo bene le bellezze e la storia di Palermo, il turismo sostenibile ci farebbe tutti ricchi ma... Personalmente credo che questa nostra patria a questa città in particolare sia inredimibili perchè simo fatti così , come i furbetti del quartiere . Nessuno rispetta le regole, ma cosa più grave , non c'è nessuno che le fa rispettare, tranne l'autovelox che serve al Comune per fare cassa. Chi voterò? Non lo so, ma anche io vorrei una città diversa di cui essere orgoglioso ,ogni volta che vengono i miei amici dagli USA ,e che non si contradistingua solo per il clima,
il mare e la nostra calda ospitalità.Sergio Graffeo