venerdì 9 agosto 2019

IL CARDINALE MUELLER ACCUSA LA SUA CHIESA


29.7.2019


IL J’ACCUSE  DEL CARDINALE MÜLLER ALLA CHIESA CATTOLICA DI PAPA FRANCESCO

Nel linguaggio ecclesiastico, i “ministri” di cui si avvale il papa per governare la chiesa cattolica si chiamano “prefetti” e i rispettivi ministeri si chiamano “congregazioni”. Tradizionalmente il “prefetto” della “Congregazione per la dottrina della fede” (ex Sant’Ufficio e, prima ancora, Santa Inquisizione) è stato considerato il braccio destro del papa, il più prestigioso e il più influente. Così, tanto per avere un’idea, si consideri che il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ai tempi di Giovanni Paolo II è stato Joseph Ratzinger, divenuto suo successore col nome di Benedetto XVI.
Per misurare la drammaticità dell’attuale situazione nella Chiesa cattolica basti sapere che il cardinale Gerhard Ludwig Müller– prefetto della Congregazione per la dottrina della fede dal 2012 al 2017  (anno in cui, scaduto il primo quinquennio del suo mandato, è stato sostituito con un altro cardinale dal nuovo papa Francesco) – è attualmente una delle punte di diamante della fronda anti-bergogliana costituita da una minoranza, non esigua e comunque molto attiva, di cardinali, vescovi, preti e teologi (anche “laici” nell’accezione ecclesiale di “non presbiteri”).
In un recentissimo documento del luglio 2019 il porporato tedesco si è chiesto quali siano le ragioni del calo attuale di consensi della chiesa cattolica (“una scarsa partecipazione alla Messa, pochi battesimi e cresime, seminari sacerdotali vuoti, il declino dei monasteri”;  nella sola Germania, “nel 2018 oltre 216.000 Cattolici hanno lasciato la loro casa spirituale abbandonando esplicitamente la Chiesa”; “nell’America meridionale un tempo quasi completamente cattolica, i Cattolici, proprio come in Germania, hanno lasciato la Chiesa Cattolica a milioni”) e ne ha elencato una serie:
a)   La “secolarizzazione” della Chiesa che non ha il coraggio di presentarsi, come nei secoli precedenti, “nella sua essenza e nel suo mandato” quale “istituzione divina”, fondata da Cristo stesso e “necessaria per la salvezza” eterna. Essa, invece, tenta di “legittimarsi davanti a un mondo scristianizzato in modo secolare come lobby natural-religiosa del movimento ecologico”, o “di presentarsi come un’agenzia di soccorso per i migranti che elargisce denaro”, col risultato di perdere “ancora di più la sua identità di Sacramento universale di salvezza in Cristo” senza per altro ricevere “affatto quel tanto desiderato riconoscimento da parte dell’opinione corrente verde di sinistra”;
b)   il “cambiamento del Sacramento degli Ordini Sacri in un sistema professionale di funzionari ben retribuiti”;
c)   il “passaggio del <<potere>> percepito come politico, da vescovi e sacerdoti ai laici, con una clausola aggiuntiva che prevede che, a parità di qualifiche, le donne dovranno essere preferite”;
d)    la revisione della “morale cristiana”, “squalificata in quanto si pone <<contro il corpo>>, e, presumibilmente, non è compatibile con gli standard della moderna scienza sessuale”;
e)   l’abolizione del celibato a vita  (sia dei preti che dei frati e delle suore)  in quanto  “percepito come un imbarazzo – come un elemento alieno o un rifiuto residuo dal quale ci si debba liberare il più rapidamente e scrupolosamente possibile. Al massimo, questo celibato potrebbe essere concesso ad alcune persone stravaganti come forma masochistica di un’autodeterminazione estremamente autonoma”.

Ognuno di questi punti andrebbe spiegato ulteriormente, specie a un lettore che non abbia particolari competenze teologiche, ma – andando all’essenziale – mi chiedo: se dal XII secolo milioni di cristiani hanno lasciato la chiesa cattolica ( al seguito di Pietro Valdo, Lutero, Calvino, Zwingli…) perché non condividevano nessuno dei princìpi richiamati dall’arcivescovo Müller; se oggi migliaia di teologi cattolici si sono convinti della insostenibilità di tali princìpi sia in base all’esegesi della Bibbia sia in base allo studio della storia; se oggi milioni di cattolici – specie se mediamente istruiti – non ritengono in coscienza di poter condividere l’insegnamento ufficiale della chiesa, perché non chiedersi se, per caso, è quest’ultimo a dover essere ripensato radicalmente? Gli ecclesiastici in polemica con i colleghi “progressisti” e con lo stesso vescovo di Roma mi ricordano la storiella del matto lanciato a tutta velocità in autostrada che si chiede, stupito, come mai in quel giorno centinaia di automobilisti avessero perso la testa e corressero in direzione opposta alla sua. Oggi basta leggere libri seri, ma divulgativi - comeL’inutile fardellodel cappuccino  Ortensio da Spinetoli, Cristiani nel XXI secolo?del gesuita Roger Lenaers o Perché il cristianesimo deve cambiare o moriredel vescovo episcopaliano John Shelby Spong -  per rendersi conto che:
a)   Gesù non ha mai pensato di fondare nessuna chiesa;
b)   per i primi secoli i preti non erano dei battezzati cui veniva impresso un sigillo “ontologico” che li rendeva qualitativamente altri rispetto al popolo, ma uomini “presbiteri” (letteralmente: “più anziani”) che continuavano la loro vita matrimoniale e lavorativa;
c)    le donne erano escluse da ruoli di governo per ragioni storico-sociologiche contingenti, non per chi sa quale trascendente volontà divina;
d)   la morale cristiana, inizialmente attenta alle tentazioni del denaro e del potere, si è via via appiattita su posizioni sessuofobiche che le scienze mediche e umane attuali stigmatizzano come irrazionali;
e)   la scelta di vivere castamente una condizione celibataria, per dedicarsi totalmente alla causa del “regno di Dio” (dunque della fraternità, della giustizia, della contemplazione del bello, della solidarietà con l’intero creato…), ha una sua intrinseca validità, ma non può diventare un obbligo giuridico che intrappola per l’intera vita dei maschi o delle donne che decidano di abbracciarlo in una fase di entusiasmo giovanile.

Insomma, i conservatori di oggi come di ieri dovrebbero rassegnarsi: quando è il vangelo del profeta nomade di Galilea a dettare la linea, saltano i sistemi ideologici e istituzionali costruiti dagli esseri umani per proteggersi dalle sorprese dell’esistenza e dai rischi di una vita spesa per la ricerca della verità e la gioia della condivisione solidale con gli “impoveriti” della terra.

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com


https://www.zerozeronews.it/papa-francesco-sotto-attacco-chiesa-divisa/

2 commenti:

germano federici 1950 ha detto...

Lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti....
Ancora non sanno di esserlo, nonostante che il loro maestro di Nazareth li abbia ben istruiti, ad esempio con la lavanda dei piedi. Mi pare che sia stato Rahner a scrivere che la Chiesa esercita il potere solo per congedarlo definitivamente, trasformandolo in servizio agli ultimi.
Un cardinale che cita la riduzione dei battesimi, o dei preti consacrati o del numero di ostie consumate in ogni liturgia eucaristica, come metri dell'azione dello Spirito, mostra tutta la fragilità della propria fede. Dio può creare suoi figli anche dai sassi, con grande dispiacere del cardinale Muller quando mai se ne renderà conto. Se poi sono tutti figli amatissimi di Dio ancorchè non sacramentati, il cardinale non potrà mai farsene una ragione. Mentre lui, occhiuto ragioniere delle grazie divine, continua a contare le particole e i battesimi, la predicazione gesuana ha concorso nel creare una sana laicità consapevole dei doveri sociali verso tutta l'umanità, offrendo pane vero, nutriente il corpo, e non (solo) quello eucaristico, che, in assenza del primo, segna il più alto tradimento dell'uomo di Nazareth.

Augusto Cavadi ha detto...

Caro autore del post precedente (che mi arriva anonimo), ti pregherei di copiare e incollare il tuo commento ANCHE sul quotidiano che ospita il mio pezzo. Serve per bilanciare commenti di segno opposto al tuo... Grazie, Augusto