lunedì 25 ottobre 2021

STORIA DEL PARTIGIANO (SICILIANO) JACON ORTOLEVA NARRATA DA ANTONIO ORTOLEVA



STORIA DEL PARTIGIANO (SICILIANO) JACON

 

Probabilmente oggi, in Italia, mancano le condizioni socio-politiche per un ritorno del fascismo in senso storico, ‘tecnico’ (per intenderci un regime accentrato nelle mani di un Mussolini, Hitler, Franco o Salazar). Ma – come avvertiva Umberto Eco – c’è anche un fascismo “eterno” o, per lo meno, persistente nel tempo che è intessuto di disprezzo delle maggioranze democratiche, rifiuto delle istituzioni rappresentative, sovranismo nazionalistico, militarismo bellicista, xenofobia razzista, diffidenza verso la libertà di pensiero in generale e di ricerca scientifica in particolare… Questo fascismo ideal-tipico potrebbe essere sconfitto solo se si replicasse, imprevedibilmente, il ‘miracolo’ che ha consentito la sconfitta del fascismo italiano del XX secolo: l’aggregazione in un fronte sinergico di cittadini di varia provenienza ideologica (dai comunisti e i socialisti ai cristiani, dai repubblicani ai monarchici risorgimentali) e geografica (dalle Alpi alla Sicilia).

Queste considerazioni, purtroppo attuali, mi sono suggerite dalla lettura di un intrigante racconto, sul registro storico-letterario, di Antonio Ortoleva (Non posso salvarmi da solo. Jacon, storia di un partigiano, Prefazione di Enrico Pagano, Navarra, Palermo 2021, pp. 142, euro 12,00) che ha per protagonista un giovane partigiano siciliano – più esattamente di Isnello, gradevole centro delle Madonie – caduto in Piemonte nel 1945. Un combattente come tanti (come si sottolinea nel testo, il contributo alla Resistenza da parte di cittadini meridionali è stato tanto consistente quanto trascurato storiograficamente), ma contraddistinto da una singolarità. Catturato dai fascisti insieme a 20 compagni, si vide offrire dal comandante (anch’egli meridionale) di cui era prigioniero la possibilità di aver salva la vita se solo avesse acconsentito al tradimento. Secondo la testimonianza dell’unico sopravvissuto alla strage di Salussola, Sergio Canuto Rosa detto “Pittore”, la sua  toccante risposta non lasciò adito a equivoci.  Ovviamente non si conoscono le parole esatte pronunciate da Jacon Ortoleva, ma il senso complessivo  è chiaro: non voglio tradire i miei compagni, non voglio salvarmi da solo.

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https://www.zerozeronews.it/storia-valori-e-attualita-degli-ideali-della-resistenza/ 

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