venerdì 5 novembre 2021

FUGA DALL' «OPUS DEI» FRA FANTASIA E STORIA


 I gemelli rubati e l’Opus Dei (Ducale, Milano 2021) di Cesare Bianco è un testo strano. La trama, infatti, si presenta come invenzione letteraria, ma l’ordito è fitto di documenti storici, di cui in bibliografia si citano puntualmente le fonti. E’ dunque, inscindibilmente, un romanzo (e tale si auto-cataloga sin dalla copertina) e un articolato cahier de doléances sulle vicende interne di tanti movimenti cattolici contemporanei. Questa duplicità di registro risulta, insieme, un vantaggio e un difetto: un vantaggio perché il genere narrativo attrae il lettore più di quanto avvenga, abitualmente, ai saggi storici e di denunzia; un difetto perché può indurre a supporre che – come recita anche la dicitura sul retro del frontespizio -  “ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale” (dicitura stampata o per distrazione o per evitare fastidi giudiziari da parte delle potenti organizzazioni  ecclesiali citate, Opus Dei in primis). 

Per ovvie ragioni non mi soffermo sulla trama romanzesca, limitandomi a osservare che non sempre il piglio della scrittura è all’altezza di alcune invenzioni: l’autore, infatti, scrive in maniera piana e accessibile, ma un po’ piatta e poco personale. Si lascia apprezzare di più per alcuni sprazzi di fantasia intriganti. 

L’aspetto più interessante, a mio modesto parere, riguarda i contenuti, attinti da libri scritti o autobiograficamente da membri dell’Opus Dei fuggiti dalla gabbia dell’istituzione (a partire da Oltre la soglia. Una vita nell’Opus Dei di Maria del Carmen Tapia, pubblicato in Italia da Baldini & Castoldi) o  storiograficamente da studiosi esterni (come Opus Dei segreta di Ferruccio Pinotti, edito dalla Rizzoli). Il quadro che emerge  non è, dunque, del tutto inedito, ma non per questo meno sconcertante: l’Opus Dei, per le relazioni simbiotiche con il fascismo di Francisco Franco, è riuscito a realizzare in maniera integrale – si direbbe paradigmatica – l’idea di una struttura religiosa verticistica, imperniata sul culto della personalità del “padre” fondatore (Josemarìa Escrivá de Balaguer) e sul primato dell’obbedienza ai superiori nella catena gerarchica, ossessionata dalla fedeltà alla Tradizione (ovviamente solo recente, dal Concilio di Trento al Concilio Vaticano II escluso) e dalla diffidenza verso ogni anelito teologico e/o politico e/o culturale alla libertà, all’uguaglianza dei diritti (anche tra maschi e femmine) e alla fraternità (effettiva, non solo retoricamente proclamata). 

Indubbiamente chi ha avuto, come me, esperienze dirette di organizzazioni come l’Opus Dei sa che nessuna di esse avrebbe coinvolto migliaia di persone in mezzo mondo se fosse stata priva di aspetti positivi: sia pur in misura – mi pare – decrescente, esse continuano ad attrarre soprattutto giovani a cui offrono, in società sempre più frantumate, non solo degli ideali ‘forti’, ma anche dei riferimenti comunitari cui aggrapparsi per sfuggire l’angoscia dell’isolamento individualistico. (Non siamo lontani dalle motivazioni psico-sociali che, in alcune aree, spingono giovani uomini e donne a entrare  in associazioni di stampo mafioso o in formazioni fondamentalistiche in cui sacrificano le vite reali nell’illusione di trovarvi un senso assoluto). 

Se questa analisi è, almeno approssimativamente, corretta, il superamento di tali aggregazioni perverse (un tradimento del vangelo di Gesù) non può avvenire mediante provvedimenti legislativi e giudiziari repressivi a posteriori : o si taglia la radice o l’albero continuerà a riprodurre frutti tossici. E la radice è, prima di tutto, l’assenza ( o almeno la progressiva scarsità) di alternative valide. 

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1 commento:

Cesare Bianco ha detto...

"Grazie. Bella recensione. Concordo su tutto, salvo sul fatto che non ci
siano alternative valide. Le cdb lo sono, gruppi politici come in
passato SEL di cui sono stato parte attiva, ora sinistra ecologista lo
sono. Anche il movimento ecologista che sta coinvolgendo adolescenti e
giovani. Certo è difficile trovarle, ma ci sono e sono una speranza.La sera
del 17 febbraio parlerò dell'Opus Dei, ma anche di altre sette
cattoliche, all'Università della terza età di Vigone, dove ero già
andato alcune volte prima del Covid. Spero proprio che si possa
organizzare, senza fretta, una presentazione a Frossasco o/e a Pinerolo"